XLIV
Quella sera mi ritrovai sotto casa di Jaden. Suonai il campanello con un po' di esitazione, ero tesa come una corda di violino.
«Chi è?» gracchiò il citofono con il suo inconfondibile ronzio metallico.
«Sono Evelyn» risposi con un groppo in gola.
Dopo qualche minuto il cancello si aprì con un piccolo scatto, consentendomi l'entrata. E, sulla soglia, bello come poche cose al mondo, c'era Jaden.
«Cosa ci fai qui?» domandò con tono piatto.
Tono che ormai non ingannava più nessuno.
«Sono venuta per parlare» risposi.
Lui inarcò un sopracciglio: «Per parlare di cosa?».
«Di queste» risposi estraendo dal cappotto il fascio di lettere di Liam.
Lo stupore balenò nel suo sguardo, accendendogli gli occhi con una fiammata: «Come hai fatto ad averle?».
«È una storia lunga. Posso entrare?» chiesi indicando con un cenno del capo l'ingresso.
Lui si spostò per farmi passare e io potei entrare in casa. Mi condusse subito nel soggiorno.
«Sono solo in casa, non c'è nessuno» mi spiegò facendo cenno di sedermi su uno dei due divani color crema che dominavano la stanza.
Si sedette di fronte a me e per un po' rimanemmo in silenzio a guardarci, fino a quando non fu lui a prendere la parola schiarendosi rumorosamente la voce: «Allora? Cosa volevi dirmi?».
Presi un respiro profondo: «Non so se crederai a quello che sto per dirti Jaden, ma ci provo comunque» indicai le lettere che avevo appoggiato sul tavolino di fronte «le ho lette. Tutte quante. E ho capito, forse, perché hai fatto quello che hai fatto. Ma hai sbagliato».
Lui mi guardò, impassibile.
«Hai sbagliato perché l'ultima lettera non è stata scritta da Liam, bensì da Leo» proseguii «ti ho portato tutte le prove che abbiamo scoperto a riguardo».
Detto questo gli passai una piccola busta dove, grazie all'aiuto delle ragazze, avevo stampato tutte le prove che avevamo trovato contro Leo, che negavano l'autenticità della lettera.
Jaden prese la busta e lesse in silenzio, non si sentiva volare una mosca. Gli concessi del tempo per metabolizzare il tutto perché sapevo che non era cosa da poco.
Quando puntò nuovamente le sue iridi cobalto nelle mie, ripresi il mio discorso: «Alla festa di Christian, Liam era stato sincero. Ti aveva davvero perdonato. Ti ha sempre considerato come un fratello e voleva solo il meglio per te. E sono sicura che lo vorrebbe anche adesso».
Vidi i suoi occhi inumidirsi leggermente.
Ripresi: «Non so se fosse tutta una bugia Jaden, quella tra noi due. Non so cosa provi per me. Ma so quello che provo io» mi interruppi per un attimo, il cuore che rischiava di fuggire dalla mia stessa cassa toracica «io sono innamorata di te, Jaden. Mi sono innamorata del ragazzo che mi ha fatto una sorpresa all'alba cucinandomi le brioche per colazione dopo una notte insonne, ma mi sono innamorata anche del ragazzo che ha paura di confessare i suoi sentimenti. Io ti amo così come sei, Jaden».
Mi concessi un momento per prendere fiato: «Non so se provi le stesse cose. In quel caso me ne andrò e smetterò di pensare a tutto quello che è successo tra di noi. Però, se non è stata tutta una bugia, ti chiedo di dirmelo».
Finito il mio discorso mi zittii, lasciando spazio a Jaden per una sua risposta.
Risposta che non arrivò.
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Twin Hearts: un bacio tra di noi
Teen FictionEvelyn è una ragazza di 18 anni che frequenta il quinto anno del liceo classico. La sua vita scorre monotona tra versioni da tradurre, interrogazioni da preparare e montagne di compiti da svolgere. Tutte le sue amiche non pensano ad altro che ai rag...
