I doveri del cuore

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Il palazzo reale di Valleacqua era imponente e silenzioso, costruito come se ogni pietra avesse il dovere di ricordare un ordine che non andava infranto

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Il palazzo reale di Valleacqua era imponente e silenzioso, costruito come se ogni pietra avesse il dovere di ricordare un ordine che non andava infranto.

Simone era cresciuto lì dentro, educato a muoversi con una rigidità che non gli apparteneva e a parlare con una misura che non sentiva sua.

Aveva ventitré anni e sapeva governare una città ma non la sua vita.

Manuel, invece, era arrivato al palazzo quattro mesi prima.

Maggiordomo personale del principe.

Assunto perché impeccabile.

Promosso perché in grado di guardare Simone negli occhi senza abbassare lo sguardo.

Un talento raro, quello.

La prima volta che Simone lo mise alla prova fu una mattina qualunque.

«È in ritardo» disse il principe, senza voltarsi.

Guardava fuori dalla finestra con le mani intrecciate dietro la schiena.

«Solo de trentacinque secondi, Altezza» rispose Manuel, entrando.
«Gli orologi migliori non concedono deviazioni»
«Io so' umano»
«Questo lo avevo notato»

Simone si girò.

Lo guardò con quell'aria che usava per provocare le persone.

Un'espressione calcolata, quasi inoffensiva, ma affilata come un commento fatto ad arte.

Ma Manuel non si scompose.

«C'ha 'na riunione co 'r primo ministro fra venti minuti – continuò il maggiordomo, con il suo dialetto romano che, anziché infastidire, affascinava il principe – e 'r discorso n'è ancora stampato»
«Perché dovrei usare un testo che non ho scritto io? – replicò Simone, accennando un sorriso – Lei pensa che non sia in grado di improvvisare?»

Manuel, con calma, ribatté.

«Penso che 'a diplomazia 'n sia n'arte che accoglie l'improvvisazione»

Simone inclinò la testa.

«Lei ha un'opinione su tutto, Manuel»
«Solo su quello che po' rovina' 'a reputazione sua»

Fu in quel momento che Simone capì due cose.

Che Manuel diceva sempre la verità,

E che ciò lo irritava e lo rassicurava allo stesso tempo.

***


I giorni seguenti scivolarono con sorprendente fluidità.

Manuel era discreto, intelligente, preciso.
Simone era insofferente, brillante, nervoso.

Due linee che non avrebbero dovuto toccarsi.

E invece si toccavano ogni giorno, in modi minuscoli.

Un commento.
Uno sguardo.
Una pausa più lunga di quel che sarebbe stato opportuno.

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⏰ Last updated: Nov 28 ⏰

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Every moment spent with you is a moment I treasure - Parte IIWhere stories live. Discover now