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I giorni passarono e fortunatamente continuai a non rischiare l'eliminazione dal programma. Le cover andavano molto bene, riuscivo a classificarmi sempre nel podio. Eventualmente uscì il mio inedito, seppure in ritardo rispetto agli altri, ma anche quest'ultimo aveva riscosso molto successo sulle piattaforme streaming musicali.

Non parlavo più con Joseph. Sentirlo cantare in puntata o alle prove era come un colpo al cuore per me.
Mi ero illusa davvero tanto nei suoi confronti, ma credo di aver sbagliato io sin dall'inizio credendo che fosse speciale. Mi sono abbindolata da sola guardando i suoi occhi. Pensavo che poteva darmi tutto l'affetto di cui ho sempre avuto bisogno. Le sue azioni non facevano altro che darmi conferme ma evidentemente provarci non è abbastanza. Un rapporto non si deve forzare. Mai fatto e non lo farò adesso.

Nel frattempo Rudy ha deciso che io e Lil non fossimo più degne di fare parte della sua squadra.
Ricordo ancora il panico di quando mi resi conto di essere sola, nella perdizione più totale, senza un prof di riferimento. Ma lì apparve Anna, in nostro soccorso, pronta a prenderci con lei e i suoi allievi. L'ho amata e adorata. Non credevo di potermi salvare così. Lorella non ci voleva, perciò ci ha salvato dall'eliminazione imminente.

Quella volta, Joseph andò contro il suo stupido orgoglio e cercò di tranquillizzarmi. Io ero distrutta, già pronta a fare le valigie, e lui era lì imbambolato a guardarmi ed era così distrutto che mi sembrava lui quello che stesse per abbandonare il programma. Quella specie di conforto durò circa due ore perchè lo allontanai. Mi sentivo soffocare. Non volevo fargli pena, perché era decisamente quello il contesto.

Holy era stato eliminato da Anna stessa per essere arrivato ultimo per l'ennesima volta in classifica.
Adesso eravamo io, Lil, Martina, Ayle e Nahaze, che questa settimana portava la felpa rossa della sfida.

Io continuavo a scrivere e a volte mi capitava di aiutare Ayle. Eravamo molto simili, se non uguali, e avendo la stessa professoressa spesso le nostre lezioni e riunioni combaciavano.

Stavo per raggiungere la mia vocal coach per la solita lezione del venerdì mattina, quando lungo il corridoio, all'improvviso, sbucò Joseph che sbraitava, col viso rigato dalle lacrime contro chiunque ci fosse nella stanza dalla quale era uscito. Vidi Marisol sul ciglio della porta intenta ad uscire ma rientrò.

- Andate tutti a farvi fottere, maledetti! -

Il mio cuore perse più battiti. Cosa diavolo stava succedendo? Nemmeno un'eliminazione avrebbe potuto causare una reazione così grande.

Fortunatamente ero molto in anticipo quindi avrei potuto perdere del tempo.

Mi avvicinai alla porta del bagno in cui era entrato. Era il bagno degli uomini ma poco me ne importava, dovevo sapere perché stava così.
Bussai e mi appoggiai lentamente contro la porta.

- Voglio stare solo. - disse con la voce rotta dal pianto.

I miei occhi diventarono lucidi. Mi faceva stare male sentirlo così, nonostante lui avesse sbagliato tanto con me.

- Joseph sono io, Amber. Puoi aprire per favore? -

- Che vuoi? L'ultima volta sei stata tu a cacciarmi. Lasciami in pace. Non voglio più parlare con nessuno! -

Rimasi in silenzio. Non capivo perché si sentisse così ferito.

- Lo sai perché ti ho allontanato, ma non voglio parlare di questo. Anche se non parliamo più da tanto non posso sapere che stai così e non fare nulla. -

Spalancò la porta di scatto. Era furioso. Si avvicinò quasi ringhiando.

- Sappi che nemmeno io voglio farti pena! Non parliamo più, mi è caduto il mondo addosso da quando sto male e volevo solo che capissi e rispettassi i miei cazzo di tempi! Adesso ci si mette Rudy con quel maledetto compito di merda! Mi dovete lasciare in pace, mi stanno vedendo le crisi! Sto impazzendo qui dentro! -

I miei occhi diventarono lucidi. Che significa che gli è caduto il mondo addosso perché non avrei rispettato i suoi tempi? Non è mai successa una cosa del genere.

- È troppo da sopportare immagino. Ma sappi che io ho rispettato i tuoi tempi. Volevo solo starti accanto Joseph, anche nel male, volevo solo aiutarti a stare meglio e tu mi hai allontanata senza una spiegazione. Mi sono sentita come se ti facessi schifo, come se non servissi a niente. Per quanto riguarda Rudy, mi dispiace che la faccenda ti stia facendo soffrire, non te lo meriti. -

Cercò di calmarsi quando capi che non lo stavo attaccando.

- Io sto impazzendo qui dentro... Non ce la faccio più, soffoco. -

Ritornò davanti la specchiera del bagno e iniziò a spogliarsi della felpa. Gli rimase solo una maglietta a mezze maniche bianca addosso. Si lavò il viso e si guardò allo specchio.

Mi avvicinai lentamente e aveva gli occhi pieni di lacrime.

- Non ce la faccio a vederti così... - gli misi una mano sulla schiena come se lo stessi riscaldando dal freddo.

Mi avvicinai ancora di più e lo afferrai per le braccia che posizionai attorno alla mia vita. Lo abbracciai attorno al collo e gli feci poggiare la testa sul mio petto. Continuò a piangere ma lo fece silenziosamente, sul mio petto, come un neonato con la sua mamma.
Mi stringeva come se avesse paura di perdermi di nuovo. Lo accarezzai dolcemente.

- Ti prego Joseph, non te ne andare. -

Il ragazzo continuò a singhiozzare.

- Tu non capisci. - tuonò lui sciogliendo l'abbraccio.

- Joseph, lascia che ti aiuti... - ripetei stavolta io con gli occhi lucidi. - Non so come dirti che non voglio che te ne vada. -

- Sei sopravvissuta settimane senza parlarmi, puoi farlo ancora. -

Dissentì guardando altrove.

- Ho avuto un momento di debolezza. Scusa se mi sono lasciato andare e ti ho abbracciato. -

Fece per uscire ma corsi a chiudere immediatamente la porta con me dentro.

- Che stai facendo? Lasciami uscire. -

- Joseph dobbiamo parlare. Farò ritardo a lezione ma non me ne frega più niente. Se tu sei convinto di andartene non ho più niente da perdere immagino. -

Il ragazzo mi guardò pensieroso e quasi nervoso.

Genesi¹¹¹ / Holden. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora