4. IL COMPLEANNO DI NICE (prima parte)

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«Questa è una pessima idea, principessa Artemisia

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«Questa è una pessima idea, principessa Artemisia. Siamo ancora in tempo per tornare indietro,» dichiarò Dafni alle loro spalle, con quel suo solito tono saccente che la faceva risultare ancora più insopportabile.

Berenice sbuffò sonoramente, alzando gli occhi al cielo sotto il cappuccio. «Dafni, se vuoi tornare indietro, sei libera di farlo. Nessuno ti ha obbligata a seguirci.»

«E permetterti di mettere in pericolo la principessa? Già mai!»

Berenice non la sopportava. Non l'aveva mai sopportata. Ma non avevano avuto scelta: Dafni le aveva sorprese proprio mentre stavano per sgattaiolare in uno dei mille corridoi segreti del castello. La tentazione di replicare quanto fatto con Otis, legando Dafni a una sedia per impedirle di fare la spia, era stata fin troppo forte.

Ma Dafni, stranamente, non si era dimostrata inaffidabile quanto Otis.

Aveva cercato di dissuaderle ad andare, certo, ma alla fine aveva acconsentito a non dire nulla, a patto che le permettessero di unirsi a loro. La sua motivazione? Sorvegliarle per evitare che commettessero qualche sciocchezza. Berenice non riusciva a decidere se quella pretesa fosse più fastidiosa o ridicola.

Stavano camminando al limitare tra la spiaggia di sabbia bianca e il bosco di Ogrik. La mezzanotte era già passata, e nonostante le guardie che sorvegliavano il castello, eluderle non si era rivelato così difficile—soprattutto grazie al passaggio segreto che conduceva direttamente sotto la scogliera. E tutto solo per passare una notte di libertà per fare quello che volevano. E quello che volevano consisteva nel passare la serata in un covo di perdizione.

L'idea, ovviamente, era stata di Artemisia. Da tempo sognava di immergersi nell'atmosfera di una di quelle taverne, e ora che finalmente poteva camminare, non intendeva privarsi di nessun divertimento. Di taverne del genere ce ne erano tante fuori Regalia, da come le aveva spiegato Artemisia, un tempo c'erano anche lì a Dholiam ma le presidi le avevano bandite tutte.

Tranne una.

L'unica che non erano riuscite a scovare.

«Ecco il nostro passaggio,» annunciò Artemisia, che stava tentando in tutti i modi di trattenere l'euforia. Indicò un enorme carro trainato da... asini? No, qualcosa non tornava.

Berenice strizzò gli occhi, convinta di vedere doppio, ma dopo essersi strofinata le palpebre si rese conto che non era un'illusione: quelle creature avevano davvero otto zampe.

Prima che potesse esprimere il proprio sgomento, Artemisia l'afferrò per un braccio, trascinandola verso il carro con impazienza.

«Salite! Muovetevi!» incalzò la principessa.

Berenice non se lo fece ripetere due volte. Si issò sul carro, sistemandosi tra barili e fasci di paglia, mentre il conducente—un ometto tarchiato dalla lunga barba arancione—spronava gli strani animali e partiva a tutta velocità.

I grandi giochi di DholiamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora