Ogni passo era una lotta contro il dolore. Sentivo la ferita inesistente pulsare sotto la pelle, un'eco del trauma che il mio corpo ancora non riusciva a comprendere. Il sangue secco incrostato sulla mia camicia a brandelli rendeva la pelle ruvida, ogni movimento uno strappo. Non riuscivo a smettere di pensare a quel momento, alla lama di energia che mi aveva trafitto, al freddo improvviso e alla certezza assoluta di morire.
Ma non ero morta.
Cayden camminava accanto a me, le spalle tese, il viso inespressivo. Era ridotto male quanto me, se non peggio. Il suo respiro era irregolare, affannato, come se il peso di quello che aveva fatto lo stesse schiacciando più di qualsiasi ferita. Ma non parlava, e neppure io lo feci.
Non potevo.
Non volevo affrontare tutto ciò.
Il silenzio tra noi era una barriera sottile, fragile, ma necessaria. Un muro che ci proteggeva dal doverci guardare negli occhi e riconoscere ciò che era appena accaduto.
La luce cambiò. Il soffitto della caverna si allargò, fino a sparire del tutto. L'aria si fece meno densa, meno soffocante, e infine mettemmo piede fuori.
La foresta di Eclipsia si aprì davanti a noi, vibrante e inquietante. I Luminari si muovevano nell'oscurità, creature di pura energia che fluttuavano tra i rami contorti, le radici nodose e le ombre danzanti. Alcuni sfioravano il terreno con passi leggeri e inudibili, altri si libravano in aria, lasciando scie luminose che tremolavano come riflessi sull'acqua. Il loro bagliore intermittente creava giochi di luce spettrali, illuminando frammenti del nostro percorso prima di scomparire di nuovo nell'oscurità.
Per un istante, rimasi immobile, ipnotizzata da quello spettacolo. Sembrava quasi irreale, come se il dolore, il sangue e la paura di poco prima non fossero mai esistiti. Come se nulla fosse successo.
Ma era successo.
Il rumore di passi sulla terra smossa mi riportò alla realtà.
Alzai lo sguardo e li vidi.
Seeren, Harven, Kaleynce e Theryan erano davanti a noi.
Le loro espressioni passarono dalla sorpresa alla preoccupazione nel giro di un battito di ciglia.
Seeren fu la prima a muoversi. I suoi occhi nocciola si spalancarono mentre si precipitava verso di me, il volto teso in una maschera di apprensione.
«Mireya!» La sua voce era un soffio, piena di ansia. Le sue mani si sollevarono, esitanti, quasi temendo di toccarmi. «Sei ferita?»
Deglutii, sentendo un nodo stringermi la gola. Non sapevo cosa rispondere. Non sapevo nemmeno come mi sentissi.
Theryan, rimasto qualche passo indietro, sembrava congelato sul posto. Il terrore nel suo sguardo era evidente. Non era paura per me, però.
Guardava Cayden.
Come se lo vedesse per la prima volta.
Kaleynce, invece, non disse nulla. Il suo sguardo era fisso su di noi, severo, impenetrabile. La sua espressione non tradiva alcuna emozione, ma sentivo il peso del suo giudizio gravare su di me, su Cayden, su tutto ciò che era appena accaduto.
Fu Harven a interrompere il silenzio.
La sua voce era ferma, autoritaria. «Siete stati bravi a sopravvivere.»
Bravi a sopravvivere.
Quelle parole mi colpirono come un pugno.
Era questo che eravamo riusciti a fare? Solo sopravvivere?
Harven continuò, il suo sguardo spostandosi da me a Cayden.
«Ora torniamo alla base. Tra qualche giorno discuteremo di ciò che è successo. Per ora, dovete riposare.»

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The prince of shadows: A light in the dark
FantasyIn un regno sotterraneo dove il destino di ogni individuo è legato alla luce di misteriose creature, Mireya Roskin è una giovane donna che vive nell'ombra, senza poteri e con il sogno di scoprire cosa si nasconde oltre le mura di Eclipsia. Quando vi...