Thomas🏒
Amico.
Inizio ad odiare quella parola.
Però mi ricorda che ci sono dei confini tra di noi. Ed io non posso, non devo, superarli.
Io e lei siamo solo amici. E così deve essere. Niente di più.
Quella notte non avevo dormito affatto. Non per il temporale di fuori. Pensavo a Scarlett, nel mio letto, con la felpa che le avevo dato io addosso.
Quando la mattina seguente mi sono girato, ritrovandomela di fronte che portava i miei vestiti, struccata e con i capelli simili ad un nido di uccelli, stavo per crollare.
Poi mi sono ripreso. Lei è off limits.
Abbiamo appena finito di cenare. Questa volta ha cucinato lei. Delle cotolette e dell'insalata, nulla di troppo elaborato, ma deliziosi.
Mentre finivo di lavare i piatti Scarlett è corsa in bagno per farsi una doccia. Approfitto di quel momento di pausa per sedermi sul divano. Vorrei accendere la tv e guardare qualche partita o vedere qualche serie ma questa cazzo di elettricità non accenna a tornare.
Guardo un po' il telefono, è quasi del tutto scarico. Ci sono vari messaggi tra cui quelli di Adam.
Mi passo la mano sul viso, ancora non gli ho detto del casino che ho combinato.
A: ehi, cazzone
Io: ciao anche a te
A: oh, sei vivo!
A: non rispondi da ieri sera.
Io: sto una favola.
A: anche da voi non c'è luce? Il nostro palazzo è nel buio più totale e sto letteralmente impazzendo.
La sua ragazza odia il buio, spero che lei non stia impazzendo.
Io: siamo nella stessa situazione.
A: ho provato a chiamare anche Scarlett ma non mi risponde.
Il suo telefono si è spento definitivamente poco prima di pranzo.
Io: le è morto il telefono.
A: ah, ok
Aspetto un secondo, poi tre pallini saltellano sullo schermo.
Sta scrivendo.
A: come lo sai? Sei uno stalker?
Io: no
Io: sta da me
A: in che senso?
Io: è a casa mia.
A: temo di non capire. Quando dici "è a casa mia" intendi...
Io: intendo che in questo preciso momento si trova nel mio appartamento.
Evito di dirgli che è anche nella mia doccia. Nuda.
Merda!
Torno sulla conversazione prima che la mia mente vaghi troppo.
A: perché?
Io: per strane coincidenze si è ritrovata da me mentre fuori scoppiava il finimondo.
A: Thomas, è la figlia del coach, la piccola Scar, la mia migliore amica.
Io: non la sfiorerò neanche. Non sono un maniaco depravato come molti altri.
A: Thomas, sono serio
A: niente cazzate
E' difficile concentrarsi quando hai ancora in mente la sua immagine mentre si fa un bagno.
Mi sta fottendo il cervello. Ecco perché poco dopo:
Io: sono un cazzo di masochista
A: perché?
Io: perché sono io che le ho detto di restare, io le ho dato i miei vestiti per dormire. Adesso non riesco a pensare ad altro.
L'ho scritto. Gliel'ho detto. Non so come potrebbe reagire, per lui è come una sorella.
Il telefono suona per l'arrivo della risposta.
A: finalmente!
Ok, non è quello che mi aspettavo.
Io: in che senso?
A: hai ammesso che ti piace!
Io: non ho detto questo
A: Tommy, Tommy, hai appena detto che non riesci a togliertele dalla testa.
Il lampadario sfarfalla e dopo un attimo il salotto viene investito dalla luce.
Chiudo gli occhi, ormai si sono abituati al buio.
-Ci sono voluti due giorni! – Scarlett spunta in salotto.
Ha raccolto i capelli umidi in una treccia e indossava una delle felpe che le ho prestato, quella della squadra con il mio numero, il 14, e nome dietro. Questa cosa non sta aiutando!
-Con chi parli? – chiede portando gli occhi su di me.
-Adam. –
-Fammelo salutare! – dice sedendomisi vicino.
Vengo colpito dall'odore familiare di bagnoschiuma, il mio.
Questa è una tortura.
Le porgo il telefono e lei inizia a messaggiare. – Sta iniziando a spiovere. – dice dopo un po' di tempo.
Guardo fuori dalla finestra. – E' vero. Meno male. –
-Già. Penso che potrei tornare a casa entro sta sera se continua così. –
Mmh. non voglio che se ne vada, ma è meglio così. – Se vuoi ti do un passaggio. –
-Non ti preoccupare, sono cinque minuti in macchina fino a casa mia, non ti scomodare. – non alza lo sguardo, è incollato allo schermo del telefono, eppure, ha smesso di digitare da molto.
-Non mi hai ancora risposto. – esorta poco dopo.
-A cosa? – chiedo confuso.
-Ieri, non hai risposto alla mia domanda. Che volevi dire con quel "mi sento solo"? –
Questa volta sono io a non guardare lei. – Intendo che mi sentivo solo dentro. Gli altri mi vedono sempre con Adam, Jacks o gli altri, pensano sia piano di amici, ed è così. Ma quando mi ritrovo a casa, senza di loro ecco, è lì che si sente la solitudine di qualcuno. Coco ha colmato quella sensazione. – una pausa. – Anche tu l'hai fatto. –
Solo in quel momento torna a guardarmi. Incastona quei bellissimi occhi scuri nei miei ed io non ho più la forza di spostarli.
-I-io? – annuisco. – Perché? –
Perché hai portato il sorriso in questa mia vita monotona. Perché mi hai tirato fuori dal buio. Mi hai scalfito la corazza che stavo mettendo. Perché sei entrata nella mia vita come una secchiata di acqua fredda che mi ha fatto tornare in me.
Ecco cosa voglio dirle.
Mi sono creato la reputazione da stronzo attaccabrighe. Ho deciso di mettere una maschera, privarmi del sorriso che avevo un tempo, solo per scappare da ciò che ero sicuro mi attendeva: dolore.
Ho capito da mio fratello che legarsi a qualcuno avrebbe fatto solo che male, motivo per cui non volevo relazioni ed ero diventato scontroso con tutti, squadra compresa.
Invece le dissi: - Perché sei una grandissima rompi palle! – e le faccio la linguaccia.
Lei alza gli occhi al cielo ma noto il sorriso che le increspa le labbra. – A volte mi dimentico quanto sei cazzone. –

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Lux University
RomanceHockey romance Ero proibita per i ragazzi della squadra di hockey della Lux. Allora, perché lui non voleva lasciarmi stare. Ed ora la mia migliore amica lo aveva fatto diventare il mio baby sitter. Scarlett è la figlia dell'allenatore della squadra...