Thomas🏒
Sono le cinque di pomeriggio del 23 dicembre, tra poche ore ho un volo per il Canada e ancora non ho trovato una soluzione per Coco.
La nonna e zia Hannah sono allergiche al pelo di cane, quindi non posso portare Coco con me.
La sento abbaiare dal salone. L'ho lasciata a giocare con Scarlett quando sono andato a farmi una doccia. Ormai sono diventate migliori amiche. A volte piange se non la vede.
La febbre le è scesa subito ed ora è tornata come prima.
Esco dal bagno con una maglietta pulita e i capelli ancora umidi. – Non ti stancare troppo. – le dico.
Lei alza lo sguardo. – Sto benissimo. –
-Lo so, ma vorrei evitare che ti si alzasse di nuovo la febbre e dovessi passare il natale a letto. –
-Non succederà. – replica prima di tornare a giocare con il mio cane.
-Devi finire di fare le valigie. – mi ricorda Scarlet poco dopo che Coco si è addormentata nella sua cuccia.
-Ah, si. – dico sovrappensiero.
-Vuoi che ti aiuti? Sono brava, le facevo una vota al mese per i traslochi, quando ero piccola. – si offre.
Sono tentato dal dirle di no, però poi ci ripenso. Un aiuto mi farebbe comodo.
Così ci ritroviamo in camera mia a sistemare le infinite pile di vestiti dentro una valigia.
-Tutta questa roba per una sola settimana!? –
Rido nel vedere la sua faccia sconvolta. – Non si sa mai. –
Lei mi guarda alzando un sopraccigli e poi mi mostra uno dei miei costumi da bagno. – Anche questo? –
Alzo le spalle. – Non puoi mai sapere cosa passa per la mente di mia cugina, potrebbe decidere di fare un bagno al lago di punto in bianco. Le opzioni sono portare quello o farlo nudo. Eviterei la seconda. –
-Un bagno? Ma in Canada non fanno meno 40 gradi? –
Scoppio a ridere.
Alla fine cambia discorso. – Se tu porti tutta questa roba, non oso pensare cosa porterai per Coco. –
Mi blocco. Lei lo nota subito. – Cosa? –
-Ecco... lei non verrà con me. Mia zia e mia nonna sono allergiche al pelo di cane. –
-Oh, la lascerai da qualcuno? –
Scuoto la testa. – Non lo so ancora. –
Corruga le sopracciglia. – Potresti lasciarla ad Adam. –
-Si, se non fosse già partito. – se ne è andato due giorni fa.
-Allora alla tua vicina. – suggerisce.
-Non la lascerò mai a qualcuno di cui non mi fido. – dico sentendo la rabbia di un tempo tornare a galla.
La vedo corrugare le sopracciglia ancora di più. – Perché? –
Lascio ricadere una delle magliette che stavo mettendo in valigia. – Perché l'ultima volta è finita male. –
Il solo ricordo di quel periodo mi provoca un uragano di emozioni orribili.
Non so bene cosa sia stato, forse i suoi occhi si sono riempiti di curiosità e tristezza, forse ha intuito che cosa fosse successo, fatto sta che glielo racconto.
-Avevo quindici anni. – inizio sedendomi sul bordo del letto. – Stavamo per partire per le vacanze di natale. Come adesso, per andare in Canada. Però non potevamo portare il nostro cane, Nala, un dobberman, per via dell'allergia di nonna. Così chiamammo un ragazzo che faceva il dog sitter che ci era stato raccomandato da alcuni amici dei miei. Prima di partire si presenta a casa, era uno studente del college un po' gracilino, prese Nala e tutte le sue cose e, dopo le ultime informazioni base da sapere e raccomandazioni varie, sparì fuori di casa.
Quando stavamo dai nonni ogni tanto ricevevamo delle foto del cane per accertarci che stesse bene. Eppure... - sento un macigno che mi pesa in gola e mi impedisce di respirare per un attimo.
La mano di Scarlett si posa sulla mia. Le osservo. E' così piccola in confronto e ben curata, facendo risaltare ancora di più i graffi della mia.
-Eppure, quando rientrammo a New York, una settimana dopo, nessuna traccia del ragazzo e di Nala. Lo contattammo in ogni modo. Passarono settimane. Alla fine ci rivolgemmo alla polizia e sai che saltò fuori? – chiedo anche se non mi aspetto una risposta. Lei si limita a stringermi la mano.
-Non era affatto la prima denuncia di sparizione, la nostra. Ce ne erano almeno tre prima della nostra. Tre famiglie che avevano affidato i loro cani a questi ragazzi e non gli avevano più avuti indietro.
Quei bastardi si fingevano dog sitter per prendere i cani di razza e venderli al miglior acquirente. – faccio un respiro che mi sembra infinito. Dovevo far sparire la rabbia di anni. – Alla fine non abbiamo mai più visto Nala. Ecco perché nessuno che non conosco può tenere Coco. –
-Hai paura che succeda di nuovo. – sussurra Scarlett con voce tremante.
Incrocio il suo sguardo e lo trovo velato di lacrime. – Oh, no, non piangere, per favore! – non sopporto l'idea di vederla piangere, soprattutto se il fattore scatenante sono io. Ok, la storia di Nala, ma gliela ho raccontata io. Vederla piangere mi fa male.
Sbatte velocemente le palpebre e caccia indietro le lacrime. – Tranquillo. Io... io non oso immaginare come deve essere stato, Thomas. E' orribile quello che vi hanno fatto. –
-Sono passati anni ma è come se la cicatrice bruciasse ancora. –
Poi sento le sue mani sul mio viso. Lo solleva in modo che possa guardarla dritta negli occhi.
-Ti fidi di me? – chiede.
-Certo. – le rispondo. Sapeva che le avrei risposto così. Le avevo lasciato Coco mille volte prima di allora.
-Allora di Coco me ne occupo io. – afferma convinta.
-No, no posso farti passare le vacanze dalla tua famiglia ad occuparti di lei! – ribatto.
-Ma io voglio farlo. Voglio aiutarti e poi non sarà un cucciolo iperattivo a rovinarmi le vacanze. –
-Io non so che dire. Ne sei sicura? –
Annuisce, ferma sulla sua decisione. – Si. Al cento per cento. –
-Allora ok. – mi alzo. Il momento triste è finito. Ho un aereo da prendere tra poco e le cose da mettere in valigia sono ancora sparse sul letto.

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Lux University
RomanceHockey romance Ero proibita per i ragazzi della squadra di hockey della Lux. Allora, perché lui non voleva lasciarmi stare. Ed ora la mia migliore amica lo aveva fatto diventare il mio baby sitter. Scarlett è la figlia dell'allenatore della squadra...