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Thomas🏒

-Siamo corsi qui non appena ci hanno chiamato. – dice papà. – Non sai quanto siamo stati preoccupati. –

La mamma corre ad abbracciarmi. – Mamma! Mi fai male! –

Lei si ritrae. – Scusa, tesoro. –

-Ehm... io andrei. – Scarlett è in piedi vicino a mia madre.

-Puffetta, loro sono i miei genitori. – le dico. – Mia madre Agatha e mio padre Rupert. – glieli presento.

Mia madre le stringe la mano. – Piacere di conoscerti... -

-Scarlett. – le suggerisco.

-Scarlett! – mia madre le regala uno dei suoi migliori sorrisi. -E' un nome bellissimo!-

-Oh... ehm... salve e... grazie. – dice la rossa incespicando sulle parole. Inizia ad indietreggiare fino alla porta. – Bè, ci vediamo... - e sparisce fuori.

Rimaniamo in silenzio per un istante, mentre continuo a guardare la porta da dove era appena uscita Scarlett. Quando mi giro, trovo mia madre che mi rivolge un sorriso strano.

-Cosa? – le chiedo confuso.

-Chi è? –

Alzo gli occhi al cielo, sapendo già dove voleva andare a parare. – Solo un'amica. Non farti venire strane idee, è la figlia del mio coach. –

-Si certo. Tu vuoi che creda a questa cosa? Certo, certo. –

-Mamma! –

Per fortuna interviene mio padre. – Dai, Agatha, lascialo stare. –

Lei lo ignora. – E' carina. –

-Mamma! – certo che lo è, madre.

-Agatha! – la rimprovera papà.

Lei sbuffa. – Oh, va bene. – mi fa l'occhiolino. – Però sei arrossito. –

Senza pensarci, mi tocco il viso con la mano buona. Mia madre ridacchia.



Qualche giorno dopo mi dimettono, e per fortuna, non sopportavo più quel posto. Devo portare il gesso al braccio e riposare per qualche tempo.

La cosa mi secca al quanto. Sono una di quelle persone che se stanno ferme troppo a lungo diventano pazze. Anche da bambino, sono sempre stato un pò iperattivo.

Sono seduto sul divano facendo zapping sui canali della tv continuando a sbuffare. Non c'è nulla di interessante.

-Dai, basta col muso lungo. – dice Adam porgendomi un bicchiere d'acqua.

-Non sei tu quello che è costretto a letto per non so quanto tempo. – sbuffo.

Adam alza gli occhi al cielo. – Sarà solo per un mese, non ti abbattere. –

Borbotto contrariato.

Coco mi viene incontro e salta sul divano, vicino a me. Le gratto dietro le orecchie. – Vuoi andare a fare una passeggiata, eh? Mi dispiace ma non posso portarti. – poi mi rivolto al mio amico. – Adam, la porti fuori tu? –

-In verità ho già trovato qualcuno che possa aiutarti con lei, e anche con il resto. – risponde lui.

-Cosa?! – tento di alzarmi ma il fianco mi fa un male assurdo. – Chi?! –

-Arriverà tra poco. –

-Lo sai che non voglio una persona che non conosco ad occuparsi di lei. – gli ricordo.

Lo sento ridere alle mie spalle. – Fidati, ti piacerà. –

Sbuffo e torno a girare tra i canali.

Passarono vari minuti prima che suonano al citofono. – Vado io. – dice Adam mentre corre a rispondere. – Oh, sei arrivata! Sali. –

-Non lascerò il mio cane con qualcuno che non conosco. – borbotto.

Adam alza ancora una volta gli occhi al cielo. – Mi dovrai spiegare il perché un giorno. –

Bussano alla porta.

-Eccola. – esulta Adam andando ad aprirle. – Ciao! –

-Ehi! Scusa il ritardo. – dice la ragazza.

Mi giro di colpo, ignorando il dolore. – Tu? Sarai tu ad aiutarmi? –

-Si, qualche problema? – chiede la rossa con la fronte corrugata.

Scarlett è l'ultima persona che mi avrei pensato di vedere. – No, scusa. E' che non mi aspettavo di vederti. –

-Oh. Adam mi a chiamata ieri sera dicendomi che avevi bisogno di qualcuno che ti aiutasse. In verità mi ha quasi costretta. – ammette fulminando il ragazzo con lo sguardo.

Ho un deja-vù. Ora è lei a dover fare da babysitter a me. Quasi scoppio a ridere

-Ti ho detto che potevo restare qualche settimana in più, ma tu me l'ha impedito. – controbatte Adam. Quella settimana si doveva trasferire nella nuova casa con Lou.

Scarlett lo ignora. Prende il guinzaglio di Coco dal tavolino difronte al divano. – Coco, andiamo? – la cucciola le saltella intorno. – Va bene, ragazzi, ci vediamo tra poco. – ci saluta ed esce con il cane.

-Potevi dirmi che sarebbe venuta. – rimprovero Adam.

-Volevo farti una sorpresa. – dice lui. – Ci sono riuscito? –

Il traditore sapeva già la risposta, perciò mi limitai a sbuffare e continuare a guardare la tv.

"Si, bastardo, mi hai sorpreso. Contento?"

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