16

1.3K 53 0
                                    

Scarlett🌹

E' appena scoccata la mezzanotte quando il telefono di mio padre squilla.

Ero tornata a casa quasi due ore prima dalla cena con Thomas.

Mi sono messa sotto le coperte a leggere un bel libro. Uno di quei libri coccola che rileggi all'infinito perché ti fanno bene. Nel mio caso sono i "Piccoli brividi".

Sento mio padre imprecare dalla stanza accanto. Lo ignoro, pensando stesse parlando con qualche altro insegnate o qualche suo amico, e continuo la mia lettura.

Una manciata di minuti dopo bussano alla porta della mia camera.

Entra mio padre vestito con la tuta arancione bianca da allenatore che aveva tolto prima e con il cappotto.

-Scarlett sto uscendo. – dice con voce preoccupata.

-Che succede? – chiedo.

-Devo andare in ospedale. – risponde.

Scatto in piedi. – Stai male? –

Scuote la testa. – Mi ha chiamato Adam. Pare che uno dei ragazzi abbia avuto un brutto incidente con la macchina questa notte. –

-Oddio, chi? –

-Thomas. – dice prima di uscire e dirigersi verso l'ingresso.

Mi cade il libro dalle mani.

Mi manca l'aria.

No.

Non di nuovo.

Ti prego dimmi che non sta succedendo di nuovo.

Esco di corsa dalla camera e mi infilo il cappotto e le scarpe.

-Cosa... - papà è ovviamente confuso dal mio gesto.

-Vengo anche io. –

-Ma sei ancora in pigiama. – mi fa notare lui.

A me non interessa se sono vestita in modo decente o in costume o che ne so io, dovevo andare.

Ci vogliono all'incirca venti minuti per arrivare in ospedale. Adam ci viene incontro appena varchiamo la soglia dell'ingresso.

-Cos'è successo? – chiedo praticamente nel panico.

-Quello che so è che un'altra macchina gli è venuta addosso mentre era all'incrocio a pochi isolati da casa. – ci dice lui.

-Oh, povero ragazzo.- esclama papà portandosi una mano tra i capelli brizzolati.

Inizio a tremare. Non poteva essere successo di nuovo.

-Ora lo stanno operando. Ha preso una brutta botta. – spiega Adam. – Pare che abbia un braccio rotto e un trauma cranico. –

Passarono i primi minuti. Poi le ore.

Alle tre del mattino ci ritroviamo il dottore tranquillizzarci che Thomas è fuori pericolo. – L'operazione è andata bene. –

Tiro un breve sospiro di sollievo alla notizia.

-Per alcuni giorni dovrà rimanere sotto osservazione, qui in ospedale, ma non dovrebbe esserci nulla di troppo grave. – ci rassicura ancora. Poi, con mio padre, iniziano a discutere sul fatto che non potrà giocare per un po'.

Io mi siedo su una delle sedie che si trovavano dietro di me. Non mi fidavo a rimanere in piedi. Poggio i gomiti sulle gambe e mi prendo la testa tra le mani. Sta bene, è fuori pericolo. Lo ripeto come un mantra mentre sono ancora scossa da tremiti.

Lux UniversityDove le storie prendono vita. Scoprilo ora