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Scarlett🌹

Non sono abituata ad essere toccata così da un uomo che neanche conosco.

Mi è montato il panico e non ce l'ho fatta più.

Ora mi sento una cretina.

Mi sono fatta spaventare da quel puttaniere, quando avrei dovuto tirargli un ceffone dritto in faccia.

-Scusami. - dico mortificata a Thomas mentre mi accompagna a casa.

-Per cosa? - risponde continuando a guidare.

Mi gratto il braccio. - Per come mi sono comportata. Lo so che non è una giustificazione, ma non sono abituata a questo tipo di attenzioni. -

-Puffetta, ti dirò una triste verità. Quello voleva soltanto scoparti e trattarti come una bambolina che poi butterà via. -

Abbasso lo sguardo, consapevole di quella verità.

Quando parcheggia vicino l'entrata del palazzo deve abito partono le suonerie del nostri cellulari.

Entrambi rispondiamo.

-Papà? Che succede? - dico appena accetto la chiamata.

-E me lo chiedi? Dove sei finita? - la sua voce è dura e severa ma allo stesso tempo preoccupata.

Ah, cazzo, non gli avevo detto di essermene andata. - Scusa. Sono dovuta andare via. -

-E' successo qualcosa? -

Si. Ma rispondo: - Non mi sento molto bene, sono tornata a casa. -

-Oh, va bene. Riposati e prendi delle medicine se ti servono. - mi dice lui calmo.

-Certo. Ci vediamo dopo. - ed attacco.

Thomas sta ancora parlando. -Si, lo so. - dice. - Senti, ci sentiamo domani. -

Quando attacca sospira e chiude gli occhi.

-Tuo padre? - mi chiede poco dopo.

Annuisco. - Da te? -

-Adam. - risponde. - Voleva sapere dove fossimo finiti. -

Annuisco. - Bè, grazie per avermi portata a casa. Buona notte. -

Scendo dalla sua auto e mi dirigo verso casa.

Sono passati sette giorni da quella cena ed io sono distesa sul letto a guardare i soffitto mentre ascolto la musica.

E' venerdì ed io non sono andata, come di consueto, agli allenamenti.

Avevo incontrato alcuni dei ragazzi per l'università ed avevo cambiato strada. Non riuscivo più a stare con loro dopo quella sera.

Pensavo di averlo superato, in fondo non era successo nulla di così grave. Ci aveva solo provato con me, allungando troppo le mani per i miei gusti.

La musica viene interrotta dall'arrivo di un messaggio.

E' di Adam.

A: Ehi, piccoletta! Non ci sei oggi? E' successo qualcosa? Stai male?

Mi viene da ridere.

Non sono mancata mai agli allenamenti in questi due anni, quindi è normale che si sia preoccupato.

Io: tranquillo, sto bene. Oggi non avevi voglia di venire.

A: oh, okay.

A: scusaci ma sono le sette meno dieci e sembrava strano non vederti. Ty ed io ci siamo preoccupati.

Io: mi dispiace ma sul serio, sto bene, continuate gli allenamenti.

Pochi minuti dopo mi arriva un altro messaggio, sempre da Adam.

A: Scusami, ma non sono riuscito a fermarlo.

All'inizio non capisco cosa intenda dire, ma quando suonano alla porta e fuori la porta mi ritrovo lui, collego le sue parole.

-Che fai qui? - chiedo incrociando le braccia.

I capelli di Thomas erano incollati alla fronte dal sudore. - E' per quello che è successo alla cena che non vieni più e ci ignori? -

Rimango esterrefatta. - I-io... -

Mi afferra il polso. - Andiamo. Superiamo questa cosa. -

Tento di liberarmi. - No. Aspetta. -

Ma lui non si ferma. Mi trascina fino alla macchina mentre mi dimeno.

-Thomas! Lasciami! - urlo.

Le persone che si trovano per strada si voltano per guardare che stava succedendo. Che imbarazzo!

- Cosa dovrei fare?! - chiedo.

-Dargli quello schiaffo. Se lo merita. - dice Thomas, serio, mentre mi fa salire in auto.

...

Eravamo arrivati da poco in palestra.

Thomas è sparito ed io sono vicino la panchina, deserta, se non fosse per una persona.

Alejandro.

Faccio di tutto per non guardarlo.

-Ehi. - mi saluta lui. Quando mi volto scopro il sorriso perfetto che mi rivolge.

Lo ignoro.

Eppure lui continua imperterrito. - Sai, mi ha rattristato molto non vederti più per questa settimana. - si alza e mi si avvicina. - Che ne dici di vederci sta sera. Possiamo andare da me, sono un ottimo cuoco, potrei prepararti una cena da cinque stelle. -

Sento la rabbia crescermi dentro.

Allunga una mano per accarezzarmi una guancia. - Poi potremmo... -

Non fa in tempo a finire la frase che la mia, di mano, si scontra contro il suo volto con uno schiocco secco.

Lui mi guarda sconcertato mentre si massaggia il punto dove l'ho colpito.

Senza rivolgergli uno sguardo di più, me ne vado.

Mentre esco impettita, noto Thomas uscire dallo spogliatoio.

Ci guardiamo per alcuni istanti poi lui annuisce e se ne va. Eppure sono certa di aver visto un sorriso soddisfatto in volto.

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