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Scarlett🌹

Mi incuriosisci.

Quella frase mi rimane in mente per l'intera settimana.

Non voglio incuriosire proprio nessuno, io.

-Allora, che ne pensi? - mi chiede Jenny riscuotendomi dai miei pensieri.

-Come? -

Mi mette di fronte dei fogli. - Questo. Che ne pensi di questo? -

Lo prendo. E' una piccola relazione in francese di un libro che la nostra professoressa ci ha dato da relazionare qualche mese fa.

Lo leggo in fretta. Sembra scritto bene. Glielo ridò. - Va bene. -

Lei corruga le sopracciglia. - Che hai? Sei strana oggi? Anzi, da qualche giorno. -

Scuoto la testa. - Devo studiare per questo esame e sto esplodendo. - ed è vero.

Questo mese ho dovuto studiare per un esame di storia francese e non ce la faccio più. Voglio solo passarlo e passare un fine settimana di relax sul divano con una serie su Netflix e una pizza.

-Alla fine come è andata la serata con i ragazzi della squadra? Non mi hai più detto nulla. - chiede curiosa Jenny.

-E' andata... bene. -

Lei mi guarda sospettosa. - Scar, ti conosco ormai da anni, che cosa è successo? -

-Niente, davvero! - mi affretto a dire

Jenny alza un sopracciglio. - Sicura? -

Annuisco vistosamente, poi ci ripenso e scuoto la testa. - Non è affatto andata bene. -

Jen si siede sul divano del suo appartamento e mi invita a fare lo stesso. - Dimmi tutto. -

-Non ci sono riuscita, ci ho provato ma non riesco a stare con qualcuno che non conosco bene nella stessa stanza per troppo tempo. - ammetto. - Alla fine sono scappata in bagno. -

La mia migliore amica ride. - Davvero? - annuisco col volto in fiamme al solo ricordo di quella serata.

-Quando sono uscita e mi sono quasi schiantata contro Thomas Harrison. - dico sotto voce. Prego che non mi abbia sentita.

Lei smette di ridere e mi guarda stupita. Mi ha sentita. - La situazione diventa interessante. -

Alzo gli occhi al cielo. - Nulla è interessante. -

Lei svia le mie lamentele con un gesto della mano. - Vi siete parlati? Che vi siete detti? -

-Perché ti interessa se ho parlato con lui? -

-Perché ciò significherebbe che è riuscito a scalfire la tua timidezza, almeno un po'. - risponde Jenny.

In effetti più che parlare civilmente lui mi prende in giro o ci lanciamo frecciatine. - Ha detto che... lo incuriosisco. -

Jenny sbatte le palpebre stupita dalla mia affermazione. - Lo incuriosisci? -

-Già, pare di si. -

-Sai che vuol dire? - chiede lei, quasi urlando.

Faccio spallucce. - Non l'ho capito bene... -

-Gli piaci! - urla euforica.

Quasi esplodo. Ho il volto in fiamme e lo stomaco sottosopra. - Che urli? No che non gli piaccio, scema! Che pensi? -

Io non piaccio mai a nessuno, figuriamoci a uno come Thomas Harrison. Poi non è il mio tipo; sbruffone e presuntuoso. No, no, non è per me.

-Oh, invece si! - J è fuori di se.

Mi alzo dal divano esasperata. - No, J. - dico seria. - Punto primo: è Thomas Harrison. Punto secondo: sono la figlia del suo coach. Punto terzo: ma mi hai vista bene? Sono la persona meno sexy del mondo, non si ricorderà nemmeno come mi chiamo, visto che mi chiama "piccoletta". -

-Tesoro, tu sei sexy. - mi corregge Jenny. - La più sexy che conosca. -

Sbuffo divertita. - Certo, come no. - rispondo. - Cambiamo discorso? -

-Va bene. - risponde lei, arrendendosi. - Ti ricordi quello stage che mi avevano proposto qualche mese fa? -

-Quello a Dublino? -

Annuisce. - Si, quello. Indovina un po'? -

Corrugo la fronte.

-E' mio! . annuncia entusiasta.

Mi spunta un sorriso. - Congratulazione! - la abbraccio.

-Sono così felice! - e si nota. - Parto tra una settimana.-

Mi acciglio. - In che senso? -

-Nel senso che partirò per l'Irlanda tra meno di sette giorni. - rispose. - Per un anno. -

Quasi mi manca l'aria. - Un anno? -

Annuisce. - Non voglio lasciarti sola per tutto questo tempo. -

-Posso sopravvivere. - rispondo poco convinta.

Lei ride. - Certo. Ti rintaneresti in camera tua a guardare vecchi film. -

-Si, ma avrei anche una parvenza di vita sociale. - dico.

Lei mi guarda consapevole della cazzata che ho appena sparato.

-Okay, va bene. Non sopravvivrò mai senza di te. - ammetto alla fine.

Jen mi posa una mano sulla spalla. - Lo so. ecco perché non voglio andare. -

-Cosa!? No! - le dico alzandomi di colpo. - Tu devi andare. Te lo meriti. -

-Ma così ti lascerei sola. - replica.

-Me la caverò in qualche modo, però tu promettimi che accetterai lo stage. -

E' la prima volta che sento la mia voce così determinata.

J mi sorrise. - Te lo prometto, testarda che non sei altro.-

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