L'oscurità era totale, densa come un mantello di velluto che mi avvolgeva da ogni lato.
Non riuscivo a vedere nulla, ma potevo sentire il suono del mio stesso respiro, spezzato e irregolare.
Poi, ai miei piedi, una corona d'argento apparve dal nulla, sporca di sangue che colava lentamente e si raccoglieva in piccole pozze lucide sul terreno nero come l'inchiostro.
La luce della corona era debole, quasi morente, ma sufficiente a farmi sentire attratta verso di essa.
Mi chinai, esitante, le dita tremanti che si allungavano per sfiorarla.
Appena le toccai, un suono mi colpì come una frustata: una risata, distante ma così penetrante che sembrava infilarsi direttamente nella mia mente.
Era gelida, crudele, e il suo eco risuonava nell'oscurità.
Mi irrigidii, il cuore che mi martellava nel petto.
Alzai lo sguardo, e in lontananza vidi Cayden. Era lì, ma non era in piedi.
Era inginocchiato, ferito, il sangue che colava lungo il suo viso e si perdeva nel buio. Stava lottando contro qualcosa che non riuscivo a vedere, i movimenti rapidi e disperati.
«Cayden!»
urlai, la voce spezzata dal terrore.
Provai a correre verso di lui, ma le mie gambe non si muovevano, come se fossero incatenate al terreno. Sentivo il panico crescere dentro di me, soffocante, mentre lui continuava a lottare.
Si voltò verso di me, finalmente, e i suoi occhi neri brillarono con un'intensità che mi congelò sul posto.
Non c'era paura in quegli occhi, solo una minaccia silenziosa e una promessa di dolore.
Poi, all'improvviso, qualcosa una forza invisibile, un vento oscuro lo afferrò e lo trascinò via nell'oscurità.
La mia voce si spezzò mentre cercavo di chiamarlo di nuovo, ma non uscì altro che un sussurro disperato.
Caddi in ginocchio, impotente.
Lacrime calde mi rigavano il viso, mentre la risata di prima si avvicinava sempre di più, avvolgendomi in una morsa di gelo.
La scena cambiò in un istante.
La corona apparve di nuovo, ma questa volta non era più intatta.
Si frantumò davanti ai miei occhi, mille schegge Argentate che si dispersero nell'aria come polvere.
Dalla frattura emerse una luce così forte che mi ferì gli occhi, costringendomi a chiuderli.
Urlai.
Il mio corpo si alzò di scatto dal letto, il respiro affannato e il cuore che sembrava voler esplodere.
Per un attimo non riuscivo a capire dove mi trovassi; i contorni della stanza sembravano sfocati, irreali.
«Mireya!»
La voce di Mira mi riportò alla realtà.
Mi girai verso di lei, ancora con il cuore in gola. La vidi accanto a me, i capelli scompigliati e il viso preoccupato.
Stava tirando le coperte, cercando di avvicinarsi a me.
«Cosa c'è?»
mi chiese, posandomi una mano sul braccio.
«Hai fatto un incubo?»
Inspirai profondamente, cercando di calmarmi.
Le coperte stropicciate emettevano un leggero fruscio mentre mi muovevo, cercando di liberarmi dalla stretta della paura che ancora mi attanagliava.

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The prince of shadows: A light in the dark
FantasyIn un regno sotterraneo dove il destino di ogni individuo è legato alla luce di misteriose creature, Mireya Roskin è una giovane donna che vive nell'ombra, senza poteri e con il sogno di scoprire cosa si nasconde oltre le mura di Eclipsia. Quando vi...