now it 𝒲hispers the 𝒫romise of forever

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nei media: it came upon a midnight clear by tommee profitt




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now it whispers the promise of forever






𝓤n vento gelido squarciava la notte, sferzando il volto di Taehyung come mille aghi acuminati, mentre la moto di Jeongguk scivolava lentamente sulle strade innevate. Il rombo sommesso del motore era l'unico suono che accompagnava il vortice dei suoi pensieri. Ciò che era accaduto nell'officina ardeva ancora nella sua mente, come una fiamma viva. Un'esplosione di passione che si era consumata troppo in fretta, lasciando dietro di sé solo il gelo di una distanza che, inevitabilmente, sembrava ripresentarsi, ogni volta più implacabile e profonda.

Quando si erano arresi al desiderio, per un attimo tutto era svanito: nessun dubbio, nessun rimpianto, solo il bisogno profondo di ritrovarsi, come se i loro corpi riconoscessero l'altro come la propria unica e insostituibile metà. Ma non appena il silenzio aveva preso il posto dei sospiri, le barriere erano riemerse, più forti e inespugnabili, come un fiume in piena che aveva diviso di nuovo le loro rive.

Taehyung lo aveva avvertito, quel muro invalicabile, in ogni gesto di Jeongguk. Nel modo in cui si era rivestito in silenzio, senza guardarlo, come se volesse evitare persino il contatto visivo. Ogni suo movimento sembrava un atto di separazione. E Taehyung era rimasto lì, impotente, mentre il silenzio incombeva tra loro, si accumulava e si attorcigliava come una matassa che non riusciva più a sbrogliare. Non c'era nulla da dire, nulla che potesse cambiare ciò che ormai era chiaro: quel momento di intimità era finito e loro erano tornati a una normalità che li vedeva come due entità separate che non si appartenevano più.

«Ho fame», aveva mormorato alla fine, con voce incerta, cercando un ultimo appiglio a cui aggrapparsi. Era stato così anche in passato, quando erano fidanzati: il semplice gesto di mangiare insieme era diventato il loro modo per prolungare il tempo che avevano, per estendere quei momenti di intimità, anche se brevi, prima che la realtà li separasse di nuovo.

Jeongguk lo aveva fissato negli occhi, il volto impassibile attraversato per un attimo da un lampo fugace, un'emozione che gli parve nostalgia mista a rancore, e poi aveva annuito. «Andiamo», aveva risposto in tono monocorde, alzandosi per andare a prendere i caschi.

Poco dopo erano in strada, in sella alla Harley Davidson, come un tempo.

Il viaggio fu breve. Jeongguk si fermò davanti a un piccolo ristorante dall'aria familiare, "Ahjumma's Kitchen", nascosto tra le strade secondarie della periferia. L'insegna al neon tremolava e un odore di cibo speziato si diffondeva nell'aria gelida della notte. Ogni angolo di quel posto parlava di loro: di un tempo in cui le risate si mescolavano ai baci, in cui il mondo intero pareva plasmarsi, per brevi istanti, ai loro desideri. Ma ora, tutto sembrava lontano, sfocato, come se quei ricordi non fossero mai stati veramente loro, come se appartenessero a qualcun altro.

𝐂𝐑𝐘 𝐌𝐄 𝐀 𝐑𝐈𝐕𝐄𝐑 ⁺ ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora