all this 𝒜nger was once ℒove

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nei media: carol of the bells by tommee profitt




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all this anger was once love




𝓘l salone era gremito di gente. La festa di beneficenza era nel pieno del suo svolgimento. In un angolo, un gigantesco albero di Natale impreziosito da decorazioni bianche e dorate faceva da protagonista. Ai suoi piedi giacevano i doni per gli ospiti: champagne, dolci tipici della stagione invernale e oggettistica natalizia pregiata, il cui ricavato andava interamente alla fondazione benefica Kim. I lampadari di cristallo gettavano un bagliore iridescente sulle pareti tappezzate di quadri d'artista, mentre i tavoli, su cui erano disposti con cura calici pieni di costoso vino rosso e piatti di porcellana che ospitavano pietanze gourmet, sembravano sul punto di crollare sotto il peso dell'opulenza.

Taehyung era al centro di tutto, eppure completamente distante, come se la sua presenza fosse un'immagine riflessa su una superficie lucida. Sorrideva e annuiva con la precisione meccanica di chi ha recitato quella parte troppe volte per sbagliare.

Le risate attorno a lui erano soffocate, educate, mai troppo rumorose, mai troppo sincere. Le persone lo salutavano con strette di mano fintamente cariche d'affetto e complimenti vaghi, come se ognuno stesse facendo del proprio meglio per mascherare la vacuità che caratterizzava ognuno dei presenti. E Kim Taehyung, impeccabile nel suo abito scuro gessato, era l'immagine perfetta dell'uomo che ha tutto: la bellezza, il denaro, il prestigio. Ma ogni parola che gli usciva di bocca aveva il sapore della menzogna, ogni gesto era un atto di resistenza.

Taehyung guardò le montagne di cibo che continuavano ad arrivare sui vassoi tra le mani del servizio catering e pensò che fosse fin troppo abbondante per quella nicchia di signore e signori ben vestiti che assaggiavano solamente le pietanze, lasciandone la gran parte nel piatto. Pensò anche che sarebbe bastato a sfamare tanti senzatetto che proprio in quel momento pativano il freddo su un marciapiede ghiacciato. Chiamarla festa di beneficenza era un oltraggio alla miseria.

Lui avrebbe odiato tutto questo.
Lui l'aveva abbandonato per questo.
Taehyung aveva giurato che avrebbe lasciato tutto per lui, eppure eccolo lì, a distanza di un anno dalla loro separazione, nel suo vestito elegante ad obbedire ancora una volta a una famiglia che, a ventisette anni, non sentiva più come tale.

Una cameriera gli passò accanto con una fumante carne kobe servita su piastra lavica e l'odore gli fece venire la nausea. Dovette reprimere un conato di vomito, buttando giù l'ennesimo sorso di vino con una smorfia disgustata.

I suoi genitori erano dall'altra parte della stanza, a intrattenere un'animata e cordiale conversazione con il socio azionario più prezioso della Kim Enterprises, Lee Minjae, e sua figlia Yeongmi. Minuta, con lunghi e lucenti capelli corvini, una carnagione impeccabile e il volto di una bambola di porcellana. La stessa ragazza che suo padre gli aveva presentato un anno prima, durante una cena privata in famiglia. La stessa ragazza che gli aveva fatto perdere l'unica persona che avesse mai amato. Matrimoni combinati in tempi moderni come quelli erano ormai un'usanza datata e bigotta, ma non nell'alta società di Seoul. Non nel mondo di Taehyung.

𝐂𝐑𝐘 𝐌𝐄 𝐀 𝐑𝐈𝐕𝐄𝐑 ⁺ ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora