Il silenzio dei sotterranei era opprimente.La luce delle torce, sparse lungo i muri di pietra grezza, sembrava essere assorbita dalle ombre che si agitavano attorno a me.
Qui sotto, il mondo era diverso.
La maestosità del castello di Eclipsia svaniva, lasciando spazio a un'oscurità primordiale, densa e quasi tangibile.
Ero al centro della sala d'allenamento, il respiro pesante, il sudore che mi scivolava lungo la schiena. L'aria era satura di tensione, e ogni fibra del mio corpo gridava di fermarmi. Ma non potevo.
Non ora.
Davanti a me, Umbra, il mio luminare, danzava nell'oscurità.
Non aveva forma fissa, ma si muoveva come un'onda di fumo nero, fluida e imprevedibile.
La sua presenza era un peso, come se portassi un mantello troppo spesso su spalle troppo fragili.
Umbra non brillava come gli altri luminari.
Non offriva conforto o guida.
Era un segreto nascosto nella notte, un enigma che non avevo ancora imparato a decifrare.
Mi piegai in avanti, poggiando le mani sulle ginocchia, cercando di recuperare fiato.
«Ancora una volta,»
sussurrai, sapendo che Umbra mi avrebbe sentito.
L'ombra si mosse, come se fosse stata chiamata. Si avvolse attorno a me, il suo tocco freddo e opprimente. Ogni volta era così.
Ogni volta sentivo il gelo scivolare lungo la pelle, il peso che mi schiacciava il petto.
Chiusi gli occhi, concentrandomi. Dovevo controllarlo. Dovevo dominarlo.
«Abbraccio Silenzioso.»
L'oscurità esplose attorno a me, divorando ogni suono, ogni luce.
Era come cadere in un abisso senza fondo, dove il silenzio non era pace, ma un tormento che ti obbligava ad ascoltare ogni tuo pensiero, ogni tuo errore.
Per un istante, tutto fu fermo. Poi il dolore iniziò. Una pressione insopportabile mi stringeva il petto, come se Umbra volesse soffocarmi.
La testa mi pulsava, i pensieri si confondevano.
Era una lotta. Lui contro di me.
Urlai, ma nessuno mi sentì. L'oscurità inghiottiva tutto.
La mia voce si perdeva nel vuoto, e io restavo lì, solo con Umbra e il suo potere.
«Concentrati,»
mi dissi.
«Non lasciarti prendere.»
Ma era difficile.
Il potere di Umbra non era come quello degli altri luminari.
Non era naturale, non era qualcosa che ti dava forza o conforto. Era un tormento.
Un dono avvelenato che richiedeva più di quanto fosse disposto a dare.
Le ombre attorno a me si fecero più dense, stringendomi come catene invisibili.
Sentivo il peso crescere, il freddo diventare insopportabile.
Le ginocchia mi cedettero, e caddi a terra, il fiato spezzato.
Umbra si ritirò per un momento, come se osservasse il mio fallimento.
Era sempre così.
Mi metteva alla prova, mi spingeva oltre i miei limiti. Ma non mi dava mai tregua.

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The prince of shadows: A light in the dark
FantasyIn un regno sotterraneo dove il destino di ogni individuo è legato alla luce di misteriose creature, Mireya Roskin è una giovane donna che vive nell'ombra, senza poteri e con il sogno di scoprire cosa si nasconde oltre le mura di Eclipsia. Quando vi...