Quando aprii gli occhi, tutto ciò che vidi fu il volto di Mira, vicinissimo al mio.
I suoi capelli biondi, sciolti e in disordine, ricadevano sul mio viso come una cascata soffocante.
Cercai di girare la testa per liberarmi, ma lei si chinò ancora di più, obbligandomi a incrociare i suoi occhi azzurri.
«Mireya! Sveglia! È tardi!» disse, esasperata.
Gemetti, affondando la testa nel cuscino. Il materasso sotto di me era vecchio, eppure sembrava offrirmi l'unico conforto rimasto nel mondo in quel momento.
«Lasciami in pace, Mira.»
La mia voce uscì roca, stanca.
Lei scosse il capo, i suoi capelli mi sfiorarono ancora il naso, facendomi starnutire.
«In piedi! Dovevi aiutarmi in bottega stamattina. Non abbiamo tutto il giorno!»
Sbattendo le palpebre per liberarmi dal sonno, la guardai con un'espressione che sapevo essere a metà tra l'assonnato e il sarcastico.
«Perché non hai iniziato tu senza di me? Sai che sono... utile quanto un sasso appena sveglia.»
«Lo so, infatti!»
replicò, spostandosi di lato e mettendosi a braccia conserte. Il tono tagliente era accompagnato da uno sguardo che poteva perforarmi l'anima.
«Sei sempre la stessa. Passi le notti a leggere quei tuoi libri vecchi e poi la mattina non riesci neanche a tenere gli occhi aperti.»
Mi tirai a sedere lentamente, i capelli spettinati che cadevano sulle spalle.
«Non erano solo vecchi libri,» mormorai, stropicciandomi gli occhi.
«sono racconti sull'origine dei Luminari, la storia di Eclipsia, la magia e cosa ci potrebbe essere al di fuori di questo regno sotter...»
Mira sbuffò, alzando gli occhi al cielo.
«Sempre fissata con quelle storie. La realtà è che hai dormito quattro ore. Non ti stupire se un giorno troverai mezza bottega bruciata perché non sei riuscita a concentrarti mentre lavoravi!»
Non risposi, perché probabilmente aveva ragione. Alzai lo sguardo verso la finestra accanto al letto, cercando di evitare la sua predica.
Da lì, la vista dava su una strada della città sotterranea, fiocamente illuminata da lampade a cristalli che riflettevano luci morbide sulle pareti cavernose.
E fu allora che lo vidi.
Una piccola luce fluttuante, appena oltre il vetro. Un Luminara Comune, con le sue ali minute e trasparenti, sembrava una farfalla avvolta da una fiamma viva. La sua luce arancione vibrava dolcemente, quasi danzando, e riempiva l'aria di una calma inaspettata.
Per un attimo, dimenticai la voce di Mira e il peso delle sue parole.
La farfalla luminosa sbatté le ali, avvicinandosi alla finestra e rimanendo sospesa per qualche secondo.
Una guida nel buio, come venivano chiamati.
La sua presenza sembrava una piccola benedizione, un momento di tranquillità prima che la giornata iniziasse.
«E ora cosa stai fissando?»
sbottò Mira, seguendo il mio sguardo.
Quando vide il Luminara, il suo tono si fece un po' meno brusco, ma non meno impaziente.
«Non abbiamo tempo di restare qui a guardare le farfalle, Mireya.»
Con un sospiro, scostai le coperte e misi i piedi sul pavimento freddo.

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The prince of shadows: A light in the dark
FantasyIn un regno sotterraneo dove il destino di ogni individuo è legato alla luce di misteriose creature, Mireya Roskin è una giovane donna che vive nell'ombra, senza poteri e con il sogno di scoprire cosa si nasconde oltre le mura di Eclipsia. Quando vi...