26.

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La sveglia stamattina suona presto e per mia sorpresa, un senso di tristezza mi avvolge completamente.

Fortunatamente spengo subito la sveglia facendo si che Ethan non si svegli ma che possa dormire ancora un po'.

Ancora assonnata, metto due cuscini ai lati del letto in modo che Ethan non cada se si dovesse muovere troppo.

Dopo essermi data una rinfrescata in bagno, torno in camera e il mio sguardo va a finire direttamente sulle valige situate in fondo alla camera ancora mezze vuote. Fortunatamente nei giorni precedenti ho già iniziato fare le valigie perché sapevo che mi sarei ridotta all'ultimo.

Sconsolata, mi decido a scendere in cucina dove trovo i miei genitori che fanno colazione.

«Buongiorno amore, com'è andata la giornata ieri?» mi chiede mio padre mentre mi versa un po' di caffè e riempie il mio piatto con dei pancake con affianco la nutella.

«Non mi aspettavo andasse così bene» gli confesso «Ethan era così felice! Non l'ho mai visto così e ammetto che un po' mi sono sentita in colpa a non avergli dato prima un padre» dico mentre gioco con la tazzina davanti a me.

«Oh tesoro mio» dice il mio papà mentre si alza per venirmi ad abbracciare e a darmi dei baci sulla testa «Si può dire tutto, ma non che è colpa tua. Ti sei rimboccata le maniche come non ti ho mai visto fare, hai cresciuto per quasi cinque anni un figlio da sola che è un bambino davvero educato e che conosce i valori essenziali della vita.» mi riassicura mio padre mentre mi fa una carezza nei capelli.

«E poi non è colpa tua se quando l'hai scoperto non si è sentito pronto, è comprensibile! Eravate così giovani!» si unisce mia mamma all'abbraccio di famiglia «E c'è da dire che gli fa onore il fatto che adesso si voglia prendere le sue responsabilità, ci sono quei padri che nonostante sappiano che hanno un figlio se ne fregano completamente e vanno avanti con la loro vita» finisce di espormi il suo pensiero.

Dopo questo piccolo accenno alla giornata di ieri, la colazione passa velocemente tra le chiacchiere e le risate, mi sembra di essere tornata ad anni fa quando ero una semplice studentessa. «Tesoro entro dopo a lavoro oggi, almeno vi saluto in aeroporto e ho ancora tempo di viziarmi il mio tenero nipotino!» mi informa mio padre con sguardo triste mentre finisce di bere il suo caffè.

So che è triste per la mia partenza e che mi rivorrebbe qua a New York con lui e la mamma e che sopratutto si vorrebbe godere di più il suo piccolo nipotino. È vero che vengono spesso a Londra con la scusa di fare visite a sorpresa in azienda, ma in realtà tutti in questa sappiamo che è perché gli mancano come l'aria sua figlia e suo nipote.

«Va bene, ma ci sarà anche Cole» li informo mentre finisco di mangiare i miei pancake «Me lo ha detto Cassandra stamattina appena si è svegliata, Cole gli ha scritto un messaggio dove lo avvisava» mi dice mia mamma mentre inizia a mettere i piatti nella lavastoviglie.

Ammetto che tra il matrimonio di Clara, la situazione con Cole e tutti gli ultimi avvenimenti, non ho visto i signori Jones, che si, abitano nella villa affianco alla nostra, ma sono stata sempre in giro.
So che vorrebbero conoscere Ethan, ma non so come presentarglieli visto la situazione delicata in cui ci troviamo, ma so che mamma e papà li hanno aggiornati per tutti questi anni mostrandogli anche tutte le foto e video così da renderli partecipi anche da lontano.

«Ti capiscono» mi risponde mia mamma intuendo che piega stessero prendendo i miei pensieri «Non ti sentire in colpa. Ovvio, vorrebbero conoscere il loro nipotino, ma non ti mettono fretta. Sanno la situazione difficile in cui ti trovi.» mi consola la mia mamma venendo a darmi un bacio sulla guancia «Alessandro e Cassandr anon vedono l'ora di vederti, quando torno dovremmo organizzare una cena tutti insieme. Cosa ne dici?» mi chiede mentre finisce di pulire il tavolo e inizia a tirare fuori la colazione per Ethan. «Volentieri» le rispondo con un sorriso.

Basta un attimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora