Capitolo 4

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La sala del Consiglio era avvolta da un'oscurità solenne. Archi gotici si innalzavano verso un soffitto che sembrava infinito, mentre l'aria era densa di un'energia palpabile, come se il buio stesso fosse vivo e pulsante. Lena entrò al fianco di Damon, il suo cuore un tamburo impazzito nel petto.

Gli occhi di decine di figure incappucciate la scrutavano, seguendola come predatori. Erano seduti in cerchio su troni scolpiti nella pietra, ciascuno con un'aura che emanava potere e giudizio. Damon camminava accanto a lei con una sicurezza che lei invidiava, ma sentiva la tensione anche nei suoi movimenti.

Al centro della stanza c'era un piedistallo nero, intarsiato con simboli antichi che sembravano pulsare di luce intermittente. Era lì che si sarebbe decisa la sua sorte.

"Avvicinati." La voce di uno degli Anziani rimbombò nella sala, profonda e autoritaria, come un tuono distante.

Lena avanzò, sentendo il peso di ogni passo. Quando fu al centro del cerchio, si voltò per guardare Damon, ma lui restò indietro, fermandosi ai margini. Il suo sguardo le disse tutto: questa era la sua prova. Da sola.

"Tu sei Lena," disse un altro degli Anziani, la voce un sibilo che le fece accapponare la pelle. "Colei che ha risvegliato un potere che non apparteneva a nessuno da secoli."

"È vero," rispose Lena, sorprendendosi della fermezza della propria voce.

Un mormorio attraversò il Consiglio, come un vento inquieto.

"E cosa intendi fare con questo potere?" chiese un'altra figura, questa volta una donna, il cui tono era tanto dolce quanto velenoso. "Lo userai per distruggerci? Per portarci alla rovina?"

Lena si irrigidì, sentendo il peso delle accuse implicite. "Non voglio distruggere nulla," rispose. "Non ho scelto questo potere, ma ora che è mio, voglio imparare a usarlo. Non per il male, ma per trovare chi sono veramente."

La donna rise, un suono freddo e tagliente. "Parole audaci. Ma il potere corrompe, ragazza. E il tuo legame con Damon rende le tue intenzioni sospette."

Lena sentì il sangue gelarsi nelle vene. "Che cosa intendete dire?"

Un altro Anziano si fece avanti, la sua figura alta e imponente. "Il tuo legame con Damon è più che personale. È il catalizzatore del tuo risveglio. Senza di lui, questo potere non sarebbe mai stato tuo. Questo ti rende pericolosa, Lena. Non solo per noi, ma per lui."

Le parole colpirono Lena come un pugno. Si voltò verso Damon, cercando nei suoi occhi una spiegazione, ma lui era immobile, la mascella serrata.

"Non è vero," protestò Lena, la sua voce carica di emozione. "Io non sono un pericolo per lui e lui non lo è per me. Siamo una squadra."

"Vedremo," disse l'Anziano. "La prova dimostrerà se dici la verità... o se sei solo un'ombra pronta a consumare tutto ciò che tocca."

Il piedistallo al centro della sala si illuminò, i simboli iniziando a brillare di una luce cremisi. "Tocca il sigillo," ordinò uno degli Anziani.

Lena esitò per un istante, poi si avvicinò. Il calore emanato dal piedistallo era intenso, come se avesse un cuore pulsante. Allungò una mano, il respiro spezzato dalla tensione, e posò le dita sulla superficie.

Il mondo esplose in un vortice di luce e ombre. Lena si ritrovò immersa in un vuoto infinito, un paesaggio di nebbia e riflessi frammentati. Sentì una voce sussurrarle nell'orecchio, dolce e tentatrice:

"Sei pronta a scoprire chi sei davvero?"

"Chi sei?" gridò Lena, girandosi per cercare la fonte del suono.

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