Domani partiamo. Si torna alla solita routine e non so dire se sono felice o triste. Sicuramente da questa vacanza ne sono uscite cose belle e altre davvero strane.
Come il fatto che ho conosciuto due persone fantastiche con cui ho legato davvero tantissimo in queste due settimane e posso affermare con sicurezza che mi mancheranno davvero tantissimo.
E poi c'è lui. Cole. È una situazione così strana. Un secondo prima non ci calcoliamo, quello dopo ci stiamo urlando contro e quello dopo ancora ci stiamo per baciare. Senza considerare che è fidanzato con la sorella di una mia amica. Che situazione del cazzo!
L'unica cosa che mi interessa davvero è sapere se vuole iniziare ad avere un rapporto con suo figlio oppure no. È il mio tormento più grande sapere che Ethan non ha una figura paterna al suo fianco. Certo, ha mio padre e Louis come figure maschili, ma non potranno mai prendere il posto da padre.
Non voglio che mio figlio sperimenti anche da più grande cosa voglia dire non avere un papà, perché lui lo ha.
È solo una grandissima testa di cazzo.«Finalmente ti ho trovata.» afferma una voce mascolina alle mie spalle. E per l'appunto, parli del diavolo e spuntano le corna.
«Cosa vuoi?» chiedo senza distogliere lo sguardo dal computer dove ho dei documenti di lavoro. La mia assistente, ovvero Eleonora, mi ha chiesto scusa in dieci lingue diverse perché mi ha disturbata nel mio ultimo giorno di ferie, ma si sa, il capo non va mai in vacanza. «Possiamo parlare?» chiede mentre si siede nella panca vicino a me.
Sono venuta un po' al parco da sola. Mia madre si è portata Ethan da una sua amica mentre mio padre è andato in azienda. Così, visto che ero sola a casa e a New York c'è una bella giornata, ho deciso di andare al pacchetto dietro casa per dare un'occhiata veloce ai documenti che mi ha mandato per mail il mio assistente.
«Non vedo di cosa dovremmo parlare» gli dico sempre in modo distaccato mentre lo guardo con la coda dell'occhio.
«Sai benissimo di cosa dobbiamo parlare. Non fare la finta tonta.» mi risponde mezzo alterato dal mio atteggiamento.
«Va bene» gli rispondo stanca da questa situazione. Sono cinque anni che vivo con questo peso sul petto a causa sua.
«Oh, bene. Però non qui!» mi risponde sorpreso dal fatto che mi sono arresa subito. Aspetta che ripongo il computer dentro la borsa e mi afferra per la mano pronto a trascinarmi chissà dove.
Non so se si è reso conto che mi sta tenendo la mano tra le vie di New York, però in tutta sincerità, ora come ora voglio solo godermi il momento senza pensare a niente.
Rimango un secondo interdetta nel ritrovarmi davanti al nostro solito bare il "Love caffè". Ci venivamo sempre anni fa. Si, è lo stesso in cui sono venuta con Clara appena sono atterrata nella mia città natale. È grazie a Clara se ho scoperto questo posto ed è grazie a me, se ora anche Cole lo conosce.
«Ti ricordi la prima volta che mi hai portato qui?» mi chiede mentre anche lui fissa le vetrate.
Certo che me lo ricordo, come potrei non farlo. Aveva preso una brutta botta dopo l'allenamento di basket e per distrarlo lo avevo portato qui a prendere una cioccolata calda.«Cosa volevi dirmi?» gli chiedo ignorando la sua domanda. Al che sospira e sempre mano nella mano, mi apre la porta per farmi entrare per prima. «Signorina.» mi dice facendomi segno con la mano di entrare. Al che, mi viene spontaneo alzare gli occhi al cielo. È sempre stato un ruffiano.
«Non credo ai miei occhi!» esclama una voce anziana «Layla, Cole!» esclama nuovamente la vecchia signora per poi abbandonare lo straccio sul tavolo con cui stava pulendo, per stringerci in un abbraccio caloroso. «Signora Serene» la saluto mentre ricambio il suo dolce abbraccio.

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Basta un attimo
RomanceLayla Johnson è una ragazza di ventiquattro anni, che all'età di diciannove, si è ritrovata a dover crescere suo figlio da sola con l'aiuto dei suoi genitori e della sua migliore amica. Cole Jones, conosciuto anche come cuore di ghiaccio, a distanza...