Capitolo 9

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Keira

Chiudo la chiamata con Simon consapevole di avergli detto un enorme cazzata.

Non andrò a casa, almeno non adesso.

Risentire la sua voce dopo anni mi ha fatto riaprire una ferita che non è stata mai del tutto riparata. Così prendo la moto che avevo lasciato poco prima nel parcheggio e inizio a sfrecciare lontano.

Questa moto è l'unica che non mi ha mai giudicato. Sarà perché non parlano, ma a volte gli oggetti ti capiscono molto più delle persone.

Giudando verso la parte abbandonata della città alzo il volume delle cuffie al massimo facendo partire la mia playlist.

Billie Eilish inizia a cantare riempiendo le strade della sua fantastica voce.

"Did i take it too far?"

Urlo sperando di ricevere un giorno una risposta.
Lacrime di rabbia iniziano a scorrere contro la mia volontà.

Devo resistere
Non ce la farai
Devo resistere
Non ce la farai
Devo resistere
Non ce la farai

Non c'è la farò, per quanto mi duola ammetterlo, il mio cervello ha pienamente ragione.

Quindi mi fermo nel primo vicolo che trovo non curante di parcheggiare bene la moto e inizio ad esplodere.

Urlo, piango, spacco
Urlo, piango, spacco
Urlo, piango, spacco

Urlo in attesa di una risposta
Piango per dimostrare che anche i più forti possono farlo
Spacco.

Per quest'ultimo non c'è un motivo preciso, ma ne sento il bisogno da tempo.

Spacco qualsiasi cosa mi capiti davanti che sia una porta rotta o una finestra fino a ritrovarmi con le mani sporche di sangue.
Ma non mi basta, posso fare di più.
Devo fare di più.

Provo a prendere in mano un vetro rotto e all'improvviso sono di nuovo su quel maledetto marciapiede.

"Attenta con quello ti farai male"
dice Victor togliendo dalle mani di Keira il pezzo di una bottiglia di vetro che aveva raccolto lei.
"Grazie"
"Sei bellissima"

È inutile. Tutto è inutile, non riuscirò mai a dimenticarlo.

Non che tu lo voglia davvero

"Vaffannculo" urlo a me stessa. Chiunque vedendomi da fuori crederebbe che io sia pazza, ma la verità è che tra il mio cuore e il mio cervello, è una lotta continua.

Dopo attimi di riflessione decido di tornare a casa come se non fosse successo nulla.

Nella strada però, trovo il bar di Nick e cedo alla tentazione fiondandomici dentro.

"Ehi bellezza, giornata no?" chiede preparando il mio solito drink
"Come sempre Nick"

Inizo a bere perdendo il conto dei bicchieri.

"Un altro"
"No Keira, ne hai già bevuti sette"
"Ne voglio ancora"
"L'alcol non risolve i problemi, ora fammi chiamare i tuoi fratelli, non puoi tornare così"
"No qui fuori ci sono i miei amici, non c'è ne bisogno" mento.

Per fortuna Nick annuisce non del tutto convinto e mi lascia andare. Appena metto piede fuori dal locale inizio a barcollare e cado a terra.

Un ragazzo vedendomi mi si avvicina. Mi allarmo e cerco di indietreggiare ma mi ferma.

"Tranquilla, non voglio farti nulla, solo aiutarti"

Sarà per il troppo alcol e la troppa disperazione, ma accetto il suo aiuto.

"Come ti chiami?"
"Keir..."
In un attimo il ragazzo si trova a terra con un occhio gonfio.

"Non ha bisogno del tuo aiuto coglione" ringhia una voce fin troppo conosciuta anche se non sono molto sicura che non sia solo un'allucinazione per colpa della vodka bevuta e che in realtà si tratti di qualcun'altro

In un attimo mi ritrovo schiacciata contro il petto della nuova figura che mi carica nella sua macchina, e poi...

Il buio.

Spazio autrice

Piaciuto??

Intanto vi lascio un piccolo spoiler:
Sto letteralmente piangendo per un finale che sto decidendo io🙂🔫
(chissà se per felicità o tristezza 🤔)

Come sempre grazie per sostenermi e sopportarmi♡

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