Per la prima volta da quando l'avventura del romanzo a quattro mani è cominciata, trascorro il viaggio in aereo senza scrivere né pianificare una scena. Mi accontento di leggere un libro e farmi trasportare altrove, preservando tutte le energie, anche quelle creative, per quando arriverò a casa.
Percepisco un peso al centro del petto che rende complesso respirare, ma faccio di tutto per ignorarlo e ripeto le parole di Silvia come una cantilena benefica: andrà tutto bene. Se c'è una persona in grado di superare una malattia del genere, quella è mia madre. Mi aggrappo a questa certezza e per tutto il volo alterno lettura a piccoli esercizi di respirazione, dominando a stento la claustrofobia.
Come ormai ho imparato a fare dopo il primo tour disastroso del libro - nel quale ancora non ero preparata agli spazi ristretti dell'aereo e arrivavo a ogni nuovo incontro con le lacrime agli occhi - ho preso posto nella prima fila e quando atterriamo sono la prima a uscire, evitando di rimanere compressa in mezzo alla gente impaziente.
Prima di entrare nel terminal, mi prendo un secondo per guardare il cielo ancora scuro e respirare, sapendo che questa sarà probabilmente l'ultima occasione che avrò di rimanere davvero sola. E infatti, agli arrivi ci sono ad attendermi mio padre e Nino. È tra le braccia di quest'ultimo che mi precipito e lui mi stringe forte, accarezzandomi la schiena.
«Ciao Biancaneve» mormora al mio orecchio. Restiamo stretti qualche secondo, poi sciogliamo l'abbraccio e mi avvicino a mio padre.
«Ciao pa'» dico, e scorgo sul suo volto tutto il turbamento che la malattia della mamma gli sta procurando. Il suo abbraccio è lieve, quando si allontana mi passa una mano sulla guancia. Ha la pelle diafana e tirata, deve dormire male da diversi giorni.
«Grazie per essere tornata» dice, e io scuoto la testa.
«Non sarei mai potuta rimanere su.»
Lui annuisce. «Andiamo?»
Nino scuote la testa con forza. «Non prima di aver dato a Biancaneve la sua seconda colazione.»
Normalmente la precisazione di Nino mi solleverebbe parecchio, ma mi accorgo di non avere ancora fame, il pensiero della colazione è un'eco remota che potrei facilmente ignorare. «In realtà sarebbe la prima...» ammetto. Stamattina avevo lo stomaco tanto attorcigliato da non riuscire a mangiare.
«A maggior ragione!» esclama Nino, agitando le braccia.
«Ma vostra madre ci aspetta...» prova a obiettare mio padre, ma Nino strattona entrambi verso il bar.
«Cinque minuti non cambieranno nulla.»
Cediamo entrambi e ci sediamo al tavolino. Cappuccino e pasta sono una carezza inaspettata e benefica, per la quale devo ancora una volta ringraziare il mio testardo fratello. Con lo stomaco pieno, anche la prospettiva di affrontare quello che ci aspetta sembra meno dolorosa.
È più che altro Nino a parlare, suo è sempre stato il ruolo di intrattenitore. Quando abbiamo finito, mio padre si alza e ci invita ad andare, con piacere noto che il suo volto ha preso un po' di colorito in più e ringrazio mentalmente Nino per la sua giovialità, che ora permetterà a tutti e tre di affrontare con più leggerezza la giornata.
Un po' la invidio, questa sua capacità di trovare qualcosa di piacevole da dire anche nelle situazioni più pesanti. Anche in macchina mentre guida, Nino continua a raccontare aneddoti della sua vita a Milano, scherzi fatti dai compagni di squadra negli spogliatoi, piccole invidie tra colleghi di dottorato. Dipinge un quadro di vita semplice e gradevole, senza però lasciar trapelare che gli mancherà quello che si è lasciato dietro. Come me, anche lui non ha ancora fatto un biglietto di rientro e non so come se la caverà con il dottorato, se chiederà dei permessi o continuerà a lavorare a distanza. Sono tutte domande che gli farò in seguito, quando avremo del tempo per stare soli e mettere a fuoco, insieme, quello che ci aspetta. Intanto raggiungiamo Castello, quando sente parcheggiare la macchina la mamma esce in strada insieme al nonno.

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Amore a prima riga
RomanceNUOVO CAPITOLO OGNI FINE SETTIMANA 🌷 Alessandra è un'appassionata di giochi di ruolo, una master e una nerd fino al midollo. La sua prima saga fantasy ha avuto un grande successo e mentre è ancora intenta a godersi il trionfo, il suo editore le fa...