La madre di Diego ci aspetta sulla porta, quando spuntiamo dalle scale nel suo piano ci accoglie con un festoso: «Eccovi, temevamo non arrivaste più!» che risuona, squillante, per tutto l'androne.
È una donna sulla sessantina, appena più bassa di me e con i capelli grigi a caschetto. Porta un grembiule allacciato in vita, sopra un paio di pantaloni a sigaretta e una maglietta azzurra che le danno un'aria giovanile. Ci lascia appena il tempo di uscire dall'ascensore e poi si lancia sul figlio per avvolgerlo in un abbraccio, esclamando: «Beata chi ti vede!»
Diego ridacchia dalla sua spalla, per stringerla deve stare chino e lo zaino gli scivola dalla spalla. «Adesso non esagerare, mamma. Ci siamo visti appena due mesi fa» ribatte, sistemando lo zaino perché non la colpisca.
«Un'eternità!» protesta lei, senza lasciarlo.
«Buon compleanno» dice Diego, e la mamma ridacchia contenta, ancora stretta a lui. «Ora è un buon compleanno.»
Scioglie l'abbraccio e si volta verso di me, il suo sorriso si fa più luminoso. «Tu devi essere Alessandra, che piacere conoscerti!»
«Il piacere è mio, signora.» Tendo la mano ma lei è più rapida e circonda anche me in un abbraccio, ha un buon odore di soffritto e ragù fatto in casa. La sorpresa per il suo gesto si dissolve subito davanti al suo entusiasmo contagioso e mi trovo a stringerla anche se ancora non so praticamente nulla di lei.
«Chiamami Anna» mi istruisce in tono solare.
Quando ci separiamo, le porgo il pacchetto che tengo tra le mani. «Tanti auguri» dico, e lei sorride ancora.
«Non dovevi assolutamente» protesta prendendo il regalo, ma lo fa ridendo, come se questo scambio tra noi fosse un gioco, parte di una commedia più grande nella quale forse non ho ancora capito del tutto il mio ruolo. «Venite dentro, Giovanni sta affettando l'antipasto.»
Ci fa strada dentro casa, superata la porta l'odore di ragù si fa imperante, impregna il piccolo salotto con la carta da parati a fiori azzurri, il tavolo tondo già apparecchiato con le sedie intorno e le tende candide aperte per far entrare luce dalla grande finestra.
«Lasciate pure le giacche sull'appendiabiti» ci dice Anna, poggiando il pacchetto sul tavolo. «Io vado ad abbassare la fiamma.»
Ciabatta verso quella che penso sia la cucina, lasciandoci soli all'ingresso. Da buon galantuomo, Diego mi aiuta a sfilare il golfino per appenderlo, sorride un po' teso. «Perdonala, è molto espansiva» mormora, ma io scrollo la testa.
«Ma figurati, è simpatica.» Mi guardo intorno, curiosa. «E così, questa è casa tua.»
«Lo è stata» dice Diego.
Davanti a noi, un mobiletto basso pieno di foto attira la mia attenzione. Mi avvicino proprio mentre Anna torna in salotto, e lei è svelta ad accorgersi della mia curiosità. «Quello è Diego da bambino» dice con orgoglio, indicando una foto che svetta al centro del mobile.
«Ti prego mamma, non iniziare con il tour fotografico» si lamenta Diego, togliendo la sua giacca per appenderla.
Anna gli rivolge una piccola smorfia di dispetto. «Zitto tu, oggi è il mio compleanno e mi è concesso tutto. Anche far vedere alla tua amica quanto eri carino da piccolo.» Si allunga per prendere la foto e me la porge, Diego bambino sorride da dentro una cornice in argento, seduto su un cavallino a molla.
«L'abbiamo scattata nel parco qui davanti» mi racconta Anna. «Giovanni portava sempre Diego a giocare, quando usciva da scuola.»
«Mio padre era un professore» precisa il protagonista della foto. «Vieni che te lo presento.»

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Amore a prima riga
RomanceNUOVO CAPITOLO OGNI FINE SETTIMANA 🌷 Alessandra è un'appassionata di giochi di ruolo, una master e una nerd fino al midollo. La sua prima saga fantasy ha avuto un grande successo e mentre è ancora intenta a godersi il trionfo, il suo editore le fa...