Abby
25 anni dopo...
Percorro il corridoio lentamente. Quel corridoio che da anni conosco a memoria, ma che da tempo non è più lo stesso.
Ricordo ancora tutte quelle volte in cui ci avevo corso assieme a lui. Ma soprattutto, ricordo come se fosse ieri la sensazione di averlo percorso la prima volta con la consapevolezza di non trovarlo alla fine di esso.
Ancora oggi, ogni volta che varco quella maledetta soglia, spero di sorprenderlo sdraiato nel letto, mentre è intento a giocare con la sua pallina di gomma. E invece, ogni singolo giorno, devo venir investita dalla delusione che la sua assenza mi provoca.
Ma stavolta, invece di trovarla vuota, trovo con mia grande sorpresa qualcuno seduto sul pavimento; Chloe sfogliava con un piccolo sorriso delle foto, sparpagliate disordinatamente di fronte a lei.
«Ehi».
Sussulta appena quando sente la mia voce, ma subito dopo un sorriso le illumina il viso. «Ciao, zia».
Ricambio il sorriso, sedendomi al suo fianco. «Non mi aspettavo di trovarti già qui».
Lei si stringe nelle spalle, più silenziosa del solito. Lo erano tutti, ultimamente.
«Che fai di bello?».
Non appena si accorge delle foto il suo volto cambia, forse realizzando che avrebbe potuto farmi involontariamente soffrire. Ma io la rassicura subito con una piccola carezza sul braccio, incitandola a parlare.
«Mamma mi ha dato il permesso di guadarmi un po' in giro. A te non da fastidio, vero?».
Scuoto la testa. «Affatto. Ti dispiace se resto qui con te?».
La piccola - che ormai tanto piccola non era più, ma mi ci dovevo ancora abituare - mi sorride, annuendo entusiasta; ama passare del tempo con me, soprattutto quando lo impiego a raccontarle un po' dello zio, che non ha avuto mai la fortuna di conoscere.
Si assomigliano molto, sia caratterialmente che fisicamente: i capelli mori, perennemente scompigliati, gli occhi nocciola, la generosità e il loro desiderio di voler sempre aiutare gli altri, nonostante tutto.
«Allora, che foto abbiamo qua?».
La prendo tra le mani, ritrovandomi a sorridere davanti a quel ricordo ancora ben impresso nella mia mente.
«Dove vi trovavate, qui?» chiede con un sussurro.
Osservo il volto felice di Dave, mentre mi teneva abbracciata a sé al centro della palestra. «Al ballo di beneficienza della scuola, uno dei migliori della mia vita».
Il migliore, in realtà.
Mi soffermo sui suoi occhi, fissi su di me. «Avevamo appena ballato di fronte l'intera scuola» ridacchio.
«Cosa?! Tu, Abigail Collins, che balli di fonte a centinaia di persone?».
La guardo male, senza mai abbandonare il mio sorriso. «Credo sia stata la mai prima e ultima volta, ma non me ne pento» prendo un lungo sospiro. «Tuo zio aveva proprio questo potere: riusciva a scacciare via qualsiasi mia insicurezza e timidezza».
Sorride, passandomi la prossima immagine per poter ascoltare una nuova storia.
«Oh, dietro questa c'è una lunga storia» scuoto la testa, divertita.
«Sembravate tutti abbastanza tristi, qui» constata la mora.
«Fidati, lo eravamo»
«Ma era il giorno del ballo!».
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Amati Sempre
Teen Fiction«Non riesco nemmeno a guardarmi» «Io invece passerei le ore a guardarti» 🌑 Due adolescenti, l'uno l'esatto opposto dell'altra, eppure così simili fra di loro. Abigail Collins, la solita ragazza per bene, introversa e brava in tutte le materie. L'u...