36. Amati Sempre

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Josh

Percorsi la strada in silenzio, ritrovandomi persino a far fatica nel deglutire.

Alzai lo sguardo, di fronte a me trovai casa mia, o quella che almeno avrebbe dovuto esserlo.

Non entravo al suo interno da giorni, ormai. Forse era arrivato il momento di smetterla di correre via dai miei problemi; dovevo fermarmi, prendere fiato e affrontarli, una volta per tutte. Non avevo mai preso in considerazione quell'idea, troppo spaventato solo al pensiero di dovermi confrontare con le mie emozioni. Ma facendolo avevo solo peggiorato tutto quanto.

Rimasi per un'infinità di tempo fuori dalla porta d'ingresso, immaginando a cosa sarei dovuto andare incontro una volta aver varcato la soglia.

Tirai fuori il mazzo di chiavi dalla tasca della mia felpa, facendo scattare la serratura.

La casa era avvolta dal silenzio, così come lo era sempre stata. Ma sentivo come se ci fosse qualcosa di diverso, quella volta.

Restai nel completo silenzio finché non raggiunsi la cucina, dove trovai mia madre ai fornelli.

«Ciao» sussurrai.

Lei si voltò di scatto, tentando di capire se fossi davvero lì oppure fosse tutto frutto della sua immaginazione. «Oh, ciao» mi salutò a sua volta, un po' scossa.

Abbassai lo sguardo sul pavimento, non sapendo cosa avrei dovuto fare o dire.

«Tuo padre tornerà a casa tardi stasera. Tu resti a cena, invece?» mi chiese con voce debole.

Aggrottai la fronte. «Non ho nulla da fare, quindi potrei restare».

Un piccolo sorriso si fece strada sulle sue labbra, mentre tornò a concentrarsi sulla cena.

Mi sedetti su una delle sedie, cominciando a tormentarmi la collana che pendeva dal mio collo.

Dopo qualche minuto di silenzio mamma mi raggiunse, posizionandomi davanti un piatto della pasta che aveva appena preparato.

«Come va?» mi chiese, prendendomi alla sprovvista.

Alzai lo sguardo confuso nella sua direzione, giocherellando con il cibo che avevo all'interno del piatto. «Normale, immagino».

Lei annuì, deglutendo. «Com'è andata la giornata?».

Osservai il suo comportamento, l'esitazione che trasmette ogni suo gesto, ogni sua parola. «Che stai facendo?» mi ritrovai a chiedere.

«Cosa?»

«Che cosa stai provando a fare?».

Scosse la testa. «Ti ho solo chiesto com'è andata la tua giornata, Josh»

«All'improvviso ti interessa, mamma?».

Lei sospirò. «Perché fai così, ora? Hai detto che vorresti vederci più presenti nella tua vita, io sto solo provando a migliorare».

Scossi la testa, sorridendo amaramente. «Apprezzo il fatto che tu voglia migliorare il tuo comportamento nei miei confronti, ma forse dovevi pensarci prima, non credi?»

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