«Ancora non ci credo che Diane Vane sia un uomo» dice Silvia la mattina dopo e, se non fossi ancora così giù di morale, mi unirei volentieri alla sua costernazione. Invece mi limito a sollevare le spalle e a ripetere, per la centesima volta da ieri: «Sì, uno particolarmente stronzo.»
Sono ancora seduta al tavolo della cucina, anche se a quest'ora dovrei già aver fatto colazione. La verità è che non ho nessuna voglia di rivedere Diego "qualunque sia il suo vero cognome", né di combattere con lui per riuscire a portare a termine il progetto. L'incontro di ieri è stato davvero umiliante e non mi sono bastate una sera e una notte intere per riprendermi dalla tristezza che mi ha provocato. Sono una persona semplice, che trova la carica nelle buone relazioni e si scarica terribilmente in quelle cattive. E quella con Diego al momento si prefigura come davvero molto cattiva.
«Perché dev'essere così difficile?» mi lamento a voce alta, e Silvia mi mostra tutta la sua solidarietà mettendomi davanti al naso una tazza strapiena di caffellatte e due cornetti confezionati. Credo di amarla già, questa donna.
«A stomaco pieno è tutto più facile» sentenzia, sedendosi accanto a me. «Avanti, mangia che se no fai ancora più tardi. E prendi un monopattino, ci metti la metà del tempo.»
In effetti il monopattino è un'ottima idea, e mi permette di godermi caffellatte e paste senza dover correre troppo, sperando nel loro effetto benefico sul mio umore fosco. «Mi passi il nome dell'app?» chiedo, addentando un cornetto grondante di caffelatte.
«Te la installo» si offre Silvia, e mentre divoro la colazione la osservo smanettare con il mio cellulare. Ieri siamo rimaste in piedi fino all'una di notte, accoccolate sul divano a guardare un film dal suo computer e a spettegolare ancora di Diego-Diane. Per lei la rivelazione è stato uno shock, e sono sicura che ancora fatica a sostituire la descrizione che le ho fatto all'immagine dell'autrice che si era creata leggendo e amando i suoi libri. Però ha fatto il possibile per aiutarmi a digerire questa rivelazione, e soprattutto per alleviare la rabbia causata dalla maleducazione di Diego.
Prima di uscire l'abbraccio forte. «Vedrai che non andrà così male» mi dice come incoraggiamento. «È un uomo, no? A quello che mi hai detto anche carino. Tira fuori il tuo charme e seducilo.»
Io ho ancora la faccia affondata nei suoi capelli e ridacchio dalla mia tana. «See, certo» dico. «Famosa io per sedurre la gente a piacimento.» Quando esco però il pensiero continua ad accarezzarmi la mente. In effetti potrebbe essere una strada percorribile, no? Non sono poi così malaccio, riconosco, mentre le vetrine mi restituiscono l'immagine di una donna sicura di sé e ben vestita. Oggi ho perfino scelto uno dei miei outfit migliori per incanalare più ottimismo possibile, un bel vestito primaverile bianco a fiori azzurri che devo ammettere mi dona molto.
D'altronde, se Diego ha scelto di usare la scortesia per mandare a monte il progetto, io ho tutti i diritti di usare il mio fascino per cercare di farlo andare in porto.
Con il monopattino arrivo in stazione giusto qualche minuto prima che il treno parta e quando mi accomodo decido che l'ora e passa di viaggio che mi aspetta è un'ottima occasione per studiare ancora il mio nemico. Riapro Legami e mi immergo di nuovo nella storia di Aubrey e Paul, tornando mio malgrado a sospirare per la dolcezza del loro rapporto. Come una storia così romantica sia uscita da un uomo tanto odioso è un mistero. Ma magari sotto sotto Diego-Diane non è poi così male e ieri ha semplicemente tirato fuori il peggio di sé. Se è vero quello che suppone Cristina, ed è tutta una tattica per non doversi imbarcare nella scrittura condivisa, forse c'è qualche possibilità di convincerlo a mostrare il suo lato più collaborativo.
Quando il treno si ferma a Empoli sono riuscita a racimolare un po' di ottimismo. Un'occhiata al cielo però incrina il mio buonumore: a Pisa sembrava una splendida giornata di primavera, calda perfino, mentre qui il cielo è coperto da uno spesso strato di nuvole grigie e soffia un vento gelido. Benedico il maglioncino che tengo sempre in borsa per sicurezza e, una volta indossato, spero con tutta me stessa che non si metta davvero a piovere perché, tra la fretta e l'irritazione, stamattina mi sono dimenticata di guardare il meteo e ovviamente non ho con me un ombrello.

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Amore a prima riga
RomanceNUOVO CAPITOLO OGNI FINE SETTIMANA 🌷 Alessandra è un'appassionata di giochi di ruolo, una master e una nerd fino al midollo. La sua prima saga fantasy ha avuto un grande successo e mentre è ancora intenta a godersi il trionfo, il suo editore le fa...