Corro.
Corro in preda all'agitazione,
mosso dal bisogno, dall'ansia di sapere,
perché no, non posso aspettare domani:
non posso rimanere nel dubbio
di averti persa per la mia stupidità,
non posso vegliare per una notte intera
a contare le ore, i minuti, i secondi
che mi separerebbero dall'apprendere
ciò che ti è successo stasera.
Lo devo sapere adesso:
sei già la promessa sposa di Lord Debling
o sei ancora alla ricerca di un marito?
La tua carrozza si allontana nella notte
portandoti via da me, immersa nella luce
delle torce accese lungo la strada
e - probabilmente - diretta dritta verso casa tua;
ma io la raggiungo e busso con impazienza,
pregando chi sta a cassetta di fermarsi.
《Aspettate!》
Non m'importa se è sconveniente,
non m'importa di rendermi ridicolo
o di diventare oggetto di insulsi pettegolezzi:
no, non me ne importa affatto!
Io devo vederti ora, devo parlarti,
devo sapere e insisterò:
non accetterò un rifiuto e non tornerò indietro
senza averti parlato, senza averti confessato
quello che provo in tutta onestà.
Perché tu sei tutto quello che m'importa, Pen,
tu e null'altro: tutto il resto non ha molta importanza,
anche se ci ho messo un po' - forse troppo - a capirlo.
Di colpo spalanco lo sportello e ti vedo subito,
seduta all'interno; non appena mi riconosci,
assumi un'aria stupita, affranta e arrabbiata.
La serata non dev'essere andata come volevi...
Non voglio illudermi, ma non posso fare a meno
di sperare per me, per noi due.
Non dirmi che speravi che ti inseguisse qualcun altro,
che qualcun altro ti fermasse:
per me è ormai insopportabile anche soltanto
immaginarti sorridente accanto a lui!
Oh, non son più padrone di me stesso...
Grido il tuo nome mentre cerco di riprender fiato.
《Penelope!》
Tu, distogliendo per un attimo lo sguardo,
affermi di non voler parlare con me,
come se volessi scacciarmi senza nemmeno ascoltarmi.
Ma non posso arrendermi così: tu devi ascoltarmi,
devi darmi una possibilità e starmi a sentire;
altrimenti, rimpiangerò questa serata
per tutto il resto della mia vita.
Perciò, ti supplico dal profondo del cuore,
mostrandomi determinato a insistere
e fissandoti disperato negli occhi,
nella speranza che ciò basti a convincerti.
《Per favore! Fammi entrare!》
Affannato per la corsa e dalla tensione divorato,
percepisco la tua esitazione mentre ti prendi
qualche istante per riflettere:
qualche istante che a me pare lungo un'eternità,
finché, in silenzio, ti sposti leggermente di lato
per permettermi di salire.
Grazie al cielo!
Appari molto contrariata e rigida, eppure,
ancora una volta, ti dimostri gentile con me,
assecondando la mia richiesta.
Appari molto contrariata e fredda, eppure,
mi meraviglio di trovarti così bella:
quanto sono stato cieco?
Non perdo altro tempo e mi fiondo nella carrozza,
che, dopo un tuo ordine, riprende la sua corsa
con noi due a bordo...
Noi due che siamo amici, ma, forse,
anche qualcosa di più.
STAI LEGGENDO
Nella carrozza (Polin)
FanfictionRacconto breve in versi liberi in cui descrivo la stupenda e famosa scena della carrozza del quarto episodio della terza stagione di "Bridgerton". Protagonisti Colin e Penelope, nel momento delicato ed emozionante che segna il cambiamento della loro...
