Reperto HNV-001

13 3 0
                                    


"Buongiorno Mr. H, le ho portato l'elenco per oggi".
La segretaria è una giovane donna sulla quarantina, vestita in maniera elegante e asciutta: tailleur nero, camicetta bianca, scarpe nere con tacco basso, un filo di trucco, giusto più per abitudine che per vanità, e lunghi capelli legati così stretti in uno chignon alto che sembrano la calotta di un pupazzetto di plastica. Il tono della voce, distaccato e senza il minimo segno di emozione, è impregnato dalla ripetitività del suo lavoro.
"Uh?" risponde distratto l'uomo seduto dietro la scrivania intento ad osservare le pagine di un grande quaderno "Ah, sì sì, grazie mille".
Per un attimo lo sguardo di lei si riempie di disgustosa e istintiva compassione, ma dura giusto il tempo di un battito di ciglia.
"Si ricordi poi di consegnare la relazione entro le ore 21" e senza aspettare una qualsiasi risposta poggia la cartelletta davanti a lui ed esce dal piccolo ufficio ingombro di schedari.
L'uomo la osserva andare via con occhi stanchi rimanendo zitto.
Torna a guardare le pagine del registro davanti a lui, piene della sua calligrafia minuta e precisa, e lo chiude con meticolosa precisione in modo che i bordi siano perfettamente paralleli ai confini della scrivania. Prende poi la cartelletta con un sommesso sospiro.
La apre con estrema delicatezza, come se stesse maneggiando un'antica pergamena, ed inizia a svogliarne le pagine.
"Ancora un'altra giornata fra gli scaffali" sussurra con voce fine "Questa volta tocca al settore 22".
Si alza dalla vecchia poltrona quasi senza fare rumore, prende con la punta delle dita l'affidabile penna stilografica e con passi da fantasma esce dall'ufficio, situato dentro l'enorme magazzino.
Mr. H è il magazziniere di Altrove, un base governativa segreta americana che ha lo scopo di studiare tutti quei fenomeni, oggetti e avvenimenti inspiegabili per la scienza ufficiale.
É un uomo sulla sessantina che sembra perennemente perso nei suoi pensieri come un palloncino scappato dalle mani distratte di un bambino e che galleggia nel cielo lasciandosi trasportare dal destino. Il suo aspetto è del tutto normale: una persona qualunque con un lavoro monotono e solitario. Mr. H non è il suo vero nome: è un soprannome che gli hanno incollato addosso per la sua parlata perennemente sospirata. Non lo ha mai trovato fastidioso e ha silenziosamente lasciato che tutti lo chiamassero così.
Nonostante Altrove disponga di una tecnologia molto avanzata, Mr. H è l'unico che continua ad usare carta e penna senza che nessuno abbia mai avuto l'accortezza, o anche solo il pensiero, di dotarlo almeno di un computer. Per lui questo non è affatto un problema: nessuna pretesa, nessuna richiesta e mai una lamentela; un perfetto impiegato diligente e taciturno.
Con passi calmi, come sabbia dentro una clessidra, si dirige verso la ventiduesima scaffalatura, apre la cartelletta, impugna la stilografica ed inizia a leggere la prima riga del lungo elenco: 'Reperto XAN-505: amuleto illusorio di Yullerdzik, della quinta dimensione'.
Mr. H alza gli occhi dal foglio, prende la scatola davanti a lui, delicatamente la apre e ne osserva il contenuto.
Una volta appurata la presenza dell'oggetto, spunta la voce dalla lista e continua l'inventario: 'Reperto HKA-819: scheletro di troll marziano', 'Reperto GXT-170: spada psionica dell'arcangelo Uriel', 'Reperto WCP: liquido di nulla cosmico' e così via.
Passano le ore e Mr. H ispeziona tutti gli articoli con calma, soffermandosi giusto il tempo per controllare che ad ogni voce ci sia la giusta corrispondenza con un contenitore.
Nei lunghissimi anni di servizio in quella struttura, innumerevoli eventi, oggetti, personaggi ed entità sono passati davanti ai suoi apatici occhi ma nulla è riuscito mai a risvegliare in lui una scintilla di vitalità o curiosità: sembra come una comparsa sullo sfondo della sua stessa vita.
Questo fino ad oggi.
Nel momento in cui è arrivato all'ultimo oggetto, ovvero il terzo volume del Necronomicon ben chiuso in una teca sigillata da glifi celesti, il suo sguardo cade su una piccola scatoletta di cartone: è semi nascosta, chiusa da un semplice nastro adesivo, ingiallita, impolverata e in un angolo come se fosse stata gettata da una persona stanca e distratta.
Nessuna etichetta e nessuna scritta su di essa.
Mr. H controlla più volte i numerosi fogli alla ricerca di cosa possa essere, ma non c'è nulla a riguardo in quel settore.
Un sospiro leggero è l'unico commento a quell'imprevisto.
Anche se...
Per la prima volta da chissà quanto tempo un timido sorriso albeggia sul suo volto. Qualcosa in quell'oggetto gli trasmette simpatia. Anzi no, il termine giusto sarebbe "affinità". Una cosa piccola, abbandonata nell'ombra, nascosta dal tempo e ignorata da tutti.
Esattamente come lui.
Ma questi pensieri hanno la durata di pochi istanti, perché gli anni di impassibile insensibilità prendono il dominio sul suo stato d'animo.
Appoggia quindi cartelletta e penna sul ripiano e prende quel piccolo contenitore.
'Nessun peso rilevante, niente di strano al tatto, nessun tipo di odore particolare' pensa.
Con movimenti lenti alza un piccolo lembo di scotch: è così vecchio che si stacca come corteccia secca di un albero morto.
Appallottola quella piccola strisciolina e la lascia cadere a terra: un gesto che, se qualcuno lo vedesse in questo momento, lo riterrebbe davvero strano compiuto da lui ma non c'è nessuno e, cosa più rilevante, nessuno lo conosce davvero.
Con estrema calma e cautela inizia ad aprirla.
Pochi millimetri non bastano per vedere cosa c'è all'interno, così continua a spostare il coperchio cercando di sbirciare e, nel caso, chiudere all'improvviso se dovesse esserci qualcosa di pericoloso.
Tutto sembra svolgersi nella quasi totale immobilità, quando all'improvviso Mr. H urla.
É un grido tonante quello che esce dalla sua bocca, come se il poco parlare in tutti quegli anni gli fosse servito per conservare e accumulare tutta quella potenza rilasciata in questo momento.
E poi ride.
E piange.
Il suo volto è una bizzarra maschera di commovente e ilare estasi.
Senza smettere di fissarne l'interno, Mr. H si siede a terra continuando a tenere tra le mani quella scatoletta aperta con la stessa cura che avrebbe un artificiere con dell'esplosivo instabile o di un devoto con una sacra reliquia.
Grosse e rapide lacrime scivolano dagli occhi per percorrere i fiumi secchi delle sue rughe fino al viso ed infine seguire il destino imposto della gravità.
Fra i singhiozzi e le risate parla, ma sono solo versi biascicati e incomprensibili che non interrompono minimamente la sua rumorosa allegria e l'irrefrenabile pianto. La sua mente trabocca di pura felicità e beatitudine: una sensazione a cui non si è mai neppure avvicinato ora è lì, fra le sue dita. Tutto ora gli sembra così futile e superficiale, anche la sua stessa vita.
Lui ha quella scatoletta e ora è il suo tutto.

Sono le 22:35 e la segretaria irrompe nell'ufficio di Mr. H.
L'espressione fredda e austera che aveva fino a qualche ora fa sembra essere tornata a casa lasciando il posto ad una più emotiva ira e una grande stanchezza.
"Doveva consegnare la relazione più di due ore e mezza fa!".
Il tono di voce è acido, aumentato dal fatto che questo ritardo graverà sull'efficiente organizzazione che l'ha sempre contraddistinta.
Ma la frase cade nel silenzio: l'ufficio è vuoto.
'Dove diavolo sarà finito quel rimbecillito?' pensa.
Si dirige verso la porta del magazzino e un piccolo e rapido pensiero le passa per la testa: 'Spero non sia stato male'.
Seguito da un più cinico '...nel caso spero che abbia almeno portato a termine il suo incarico!'.
É la prima volta che entra lì dentro e il gigantesco spazio la fa sentire piccola e debole, cosa che non fa che aumentare l'irritazione.
Il rumore dei tacchi viene amplificato e questo ora la fa leggermente sorridere. Decide di dare più peso alla sua camminata aumentando così il rumore e donandole una sensazione di potere.
Bastano pochi minuti per riuscire a trovare dove si trova Mr. H: lo vede rannicchiato a terra mentre farfuglia qualcosa verso un piccolo oggetto che ha in mano.
A quella scena la segretaria lo paragona subito ad un grosso e vecchio neonato mentre gioca con il suo pupazzo preferito. Ma questa immagine mentale non riesce in nessun modo a calmarla, anzi: aumenta il disprezzo per quell'uomo.
"Mr. H! Le sembra il caso di stare qui mentre è in ritardo con il suo lavoro?".
Cerca di tenere a freno la sua stizza come se fosse un cavallo selvaggio da domare, ma lo sforzo è davvero alto.
Non ricevendo una risposta dall'uomo, si avvicina ancora di più.
"Non mi ignori! Mi ascolti quando le parlo!" dice quasi strillando.
Ma appena la mano tocca la spalla dell'uomo lui si gira di scatto e, con mossa fulminea, le afferra il polso e glielo torce spezzandolo come un ramoscello secco.
"É MIA! SOLO MIA! NESSUNO ME LA PORTERA' VIA, CAPITO?! MAI! É SOLO MIA!" grida Mr. H con quanto fiato ha in gola, per poi allontanare la donna con una forte spinta.
Come se non fosse successo nulla, si siede e torna sereno e felice verso la sua scatola, il centro di tutte le sue attenzioni.
Sconvolta e dolorante la segretaria impiega parecchio tempo prima di dare l'allarme per farsi soccorrere e capire cosa stia accadendo.
Con il passare delle ore e dei giorni numerosi medici, scienziati, maghi, occultisti e massimi esperti di eventi bizzarri, provenienti uno da New York e uno da Londra, non hanno saputo trovare una spiegazione ne capire la provenienza di quella scatola e la sua natura.

Da quel giorno Mr. H lo si può trovare ancora lì, nel settore 22 del magazzino di Altrove, seduto a terra ancora intento a fissare allegro e commosso, e perso nel suo incomprensibile monologo, quel piccolo oggetto mentre spesse lastre di vetro lo tengono rinchiuso.
Alla base di quella grande teca c'è una piccola e semplice targa: 'Reperto HNV-001: Mr. H con una piccola scatola di cartone'.

Reperto HNV-001Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora