Quelle parole furono per me come un fulmine a ciel sereno, iniziai a piangere come una fontana, al punto che chiusi la chiamata per l'imbarazzo.
Tremavo, il mio cuore andava a mille. Era la prima volta che qualcuno mi faceva sentire in questo modo, qualcuno che non avevo nemmeno toccato.
Cercai di ricompormi, e di riaccendere il cervello che era collassato, così richiamai Cris.
Appena avviò la webcam, lo vidi in lacrime, e gli chiesi perché stesse piangendo.
Mi spiegò che aveva pensato che non ricambiassi, e gli feci capire che avevo chiuso per l'imbarazzo del fatto che non riuscissi a smettere di piangere e parlare, e che anch'io lo amavo, lo amavo più di tutti e tutto.
Ci guardammo negli occhi, per un attimo i monitor scomparirono, ed eravamo solo io e lui, come due anime digitali, che si incontrano e si congiungono attraverso la rete di internet. Due bit: Zero ed Uno, il nulla ed il tutto, ottimi simboli metaforici per la nostra relazione, e per gli eventi che sarebbero successi.
-
Ero fidanzato.
Io ed Cris eravamo una cosa sola ormai, sapevamo istante per istante cosa faceva l'altro, conoscevamo i nostri orari, gli impegni, tutto.
Ma ormai avevamo bisogno di vederci, ma vederci per davvero, non attraverso un monitor.
Ma come poter fare? Non c'erano autobus, treni o altri mezzi, ed eravamo distanti per raggiungerci con i motorini. Sembrava non esserci soluzione, ma ormai avevo bisogno di vedere il mio fidanzato, il mio meraviglioso ragazzo!
Così una domenica mattina, mi armai di coraggio ed andai a parlare ai miei genitori. Cosa dire? Come dirlo? La cosa più sensata che mi venne in mente fù: "Di pomeriggio potreste accompagnarmi da un mio compagno di scuola fuori paese?".
Purtroppo i miei genitori erano impegnati e si sarebbero liberati solo la sera tardi.
Ma non potevo arrendermi, così chiesi ai miei zii,per mia fortuna erano liberi e non avevano niente da fare, fu così che mi procurai il modo per vedere per la prima volta il mio ragazzo.
Diedi indicazioni ai miei genitori per farmi venire a prendermi la sera, disegnai una cartina su un foglio, giusto per essere sicuri e diedi la notizia a Cris, che quasi non ci credeva.
Persi un'ora a nel scegliere i vestiti, presi una felpa di flanella a quadri rossi e neri, degli skinny neri e ai piedi delle vani nere.
Ero pronto. Mio zio mi lasciò sotto casa sua, era un appartamento a due piani nel bel mezzo delle campagne del paese. Guardai il citofono, con il suo cognome scritto, avevo la gola secca, mi tremavano le gambe e le mani, suonai e risposi dicendo il mio nome.
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Be different
Teen FictionGiovanni, ragazzo 15enne gay alle prime esperienze con la propria omosessualità. Un ragazzo normale con le proprie passioni ambizioni, come tu lettore. Un ragazzo che cerca di scoprire se stesso, così come lo facciamo tutti a quell'età. Un'amore cho...
