5 - Il cavaliere vomitato dal deserto

52 4 5
                                    

"È svenuta!" Lo sputo dell'uomo finisce in terra, sembra qualcosa di vivo che si contorce, "E non ho nemmeno cominciato."

"Succede, se prendi a pugni qualcuno."

"E ora? Me la faccio... così?"

Lo smilzo si avvicina al cavallo. Ha una faccia schifata, ma è l'unica che ha. "Gli butto un po' di acqua in faccia... forse si riprende."

Ridacchia, ma si vede lontano un miglio che non sa farlo, è puro sarcasmo il suo, anche se non sa cosa significhi.

"Forse diventa più partecipe."

Solo quando prende la borraccia, nota qualcosa all'orizzonte.

"Qualcuno a cavallo... e non arriva dal paese."

"Che facciamo?" Guarda il grassottello come fosse il suo vate, paragone alquanto strano per uno con le braghe calate e con un pisello inerme penzolante fra le gambe.

"Sarà un bifolco qualsiasi. Aspettiamo che arrivi e... ci prendiamo il suo cavallo e le sue cose", la risata mette in mostra i pochi denti marci. "Torneremo a occuparci della nostra amica... dopo."

Sfilano i due Winchester dalle selle. Rimettersi le braghe sembra l'ultimo pensiero del grassoccio.

"Gli spariamo?"

"Appena ci avrà detto chi è, e cosa fa da queste parti."

È sempre lui, il vate senza pantaloni, che decide e dà ordini.

La figura in lontananza si fa sempre più vicina. Incede pigramente a cavallo e non sembra temere nulla.

Non impugna armi, questo lo fa giungere davanti ai due senza che succeda nulla.

Ha il cappello calato sugli occhi e, a parte questo dettaglio, sembra incurate del sole che picchia, visto che è a torso nudo.

"Salve", butta lì lo smilzo dai denti marci.

"Salve", risponde il cavaliere. Contrariamente allo smilzo, il suo sorriso sembra avere un sarcasmo elitario, quello di chi sa gestirne le sfumature.

Ai due non piace quell'espressione e il vate preferisce tastare subito il polso allo sconosciuto, "Ci siamo appena conosciuti e stai già ridendo?"

"Non sto ridendo... sorridevo. C'è molta differenza. Ma dubito che tu possa capirla."

"Cosa...?"

La voce profonda del cavaliere copre le parole dello smilzo, fino a zittirlo, "Sorridevo perché pensavo che non sono l'unico a fare la cura del sole... a quanto vedo."

L'immagine della ragazza nuda a terra, immobilizzata mani e piedi, a quattro paletti di legno, non poteva di certo sfuggirgli.

Al grassottello sembra gonfiarglisi il petto, "È una delinquente. Siamo uomini dello sceriffo e la stavamo interrogando."

"Mmh, e interrogate sempre così?" Lo sguardo dell'uomo a cavallo sembra saettare nell'aria, ma forse è solo il sibilare del vento.

"Capita che a volte li sistemiamo, in modo che..."

"Mi riferivo alle braghe calate."

Ora quello sguardo non corre più con il vento, è fisso sul grassottello.

"Volevamo solo divertirci un po', ma poi sei arrivato tu", sputa di nuovo in terra ed è qualcosa di grumoso. "Se ci dici chi sei e cosa ci fai qui ti lasciamo un assaggino, va bene?" Il suo sorriso divampa, falso come Giuda.

Il cavaliere prende un mozzicone di sigaro da un taschino, sfrega un cerino, non si capisce bene dove, e lo accende. "Mmh, davvero?"

"Certo, non vedi? È lì con le gambe larghe che aspetta solo noi."

𝔹𝕠𝕦𝕟╬𝕪 𝕂𝕚𝕝𝕝𝕖𝕣Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora