Cap. 1

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Eccomi qui, distesa sull'erba. Con lo sguardo volto al cielo ad immagginarmi chissà dove,chissà con chi. Una folata di aria fresca si propaga sulle mie gambe,mettere la gonna non è stata una buona idea. Proprio nel momento in cui decido di alzarmi e andare via, vengo travolta da un corpo. È pesante. Molto pesante. Cerco di dimenarmi per riuscire a sfuggire da quella presa quando una voce mi colpisce le orecchie:" Dros fermati. Stai buono!". Dros? Che razza di nome è Dros? Ci metto circa trenta secondi per realizzare. Oh mio Dio. Un pitbull? Io assalita da un pitbull? Ok,Rab,puoi svenire adesso. "Scusami,è da un po' di tempo che è veramente ingestibile, non so cosa gli prenda". Bella scusa,sai? Rab,non essere sempre la solita stronza. "Tranquillo, può capitare". La mia gonna sembra molto interessante in questo momento. Rab,alza lo sguardo,non fare la figura della sciocca. Bene,ci siamo. Alzo lo sguardo. I suoi occhi,un misto tra l'azzurro e il grigio. I suoi capelli,mossi,disordinati. Quel ricciolo sulla fronte. La sua pelle,abbronzata. Perfettamente abbronzata. Le sue labbra,carnose. Ok Rab,respira. "Ehi,tutto ok? Sembri pallida", "Si,sai non mi capita tutti i giorni di vedermi un pitbull addosso". Mi fermo un secondo,quasi in apnea,fisso il suo viso. Sembra preoccupato. Mi guarda molto attentamente, con un mezzo sorriso sul volto,gli occhi che brillano, "Come ti chiami?". Vuole sapere come mi chiamo? Pura civiltà Rab,il suo pitbull ti è saltato addosso. Non ha di certo trovato la donna della sua vita. "Rab,cioè, Arabella, ma mi chiamano Rab". Eccomi,logorroica e impacciata come sempre. "Rab,originale!". Il mio nome sulle sue labbra ci sta divinamente. "E tu come..." ,"Ric vieni dai! Faremo tardi!". Guastafeste in arrivo. La fortuna non è dalla tua parte oggi piccola Rab. "Scusa devo andare". Lo guardo sorridere mentre mi saluta con una mano. Nell'altra il guinzaglio a cui è legato il grande Dros. Ed eccomi,sola sul prato. Ric. Forse si chiama Riccardo? Eric? Richmond?. Io e la mia fantasia. Meglio tornare a casa.
Mi sento particolarmente allegra oggi. Rilassata. La strada per il ritorno a casa non mi è mai sembrata così bella. Rab,scendi dalla mongolfiera. Piedi ben saldi a terra. Non è roba per te l'amore.

Sono a casa. Quasi. C'è particolarmente silenzio. È strano. Apro la porta con cautela:"Ehi,c'è qualcuno?". Sento un lamento. Proviene dalla camera di Nat. Io e Nat,Natalia, conviviamo da due anni. É come una sorella per me. È la mia confidente, la mia coinquilina, la mia amica. Mi avvicino alla porta di camera mia quando, ad un certo punto, dalla camera di Nat esce un ragazzo. Alto,moro,muscoloso. Occhi castani,capelli biondi. "Ciao!". Anche cordiale il tipo. "Ciao,tu sei...?", "Alex,un amico di Natalia". Brava Nat,davvero dei begli amici. "Piacere, Arabella,Rab per gli amici". Mi sembra un volto conosciuto. Non ricordo dove l'abbia visto però. Sono certa di averlo già incontrato. Si,ma dove? "C'è una festa a casa mia stasera,vieni anche tu con Natalia!". Una festa? No Rab,si da' il caso che tu debba andare a lavoro domani,non puoi fare tardi. "Oh,ti ringrazio, ma non posso. Domani lavoro". Leggo nel suo volto uno strano dispiacere, "Ma dai,non farete tardi. Anche Natalia deve lavorare domani e poi vi riaccompagnerò a casa non appena voi me lo chiediate. Sono di parola". Come potergli dire di no? "Vedremo quanto sei di parola allora! Vado a fare una doccia,ciao" e sorridendo entro in camera tuffandomi sul letto. Dopo mezz'ora mi alzo e corro in cucina. Nat mi deve delle spiegazioni. "Piccola ribelle,adesso tu mi racconti tutto", era poggiata al tavolo da lavoro,stava preparando due tramezzini:uno per me e uno per lei. È un nostro rituale,quando c'è da raccontare qualcosa di importante, bisogna farlo davanti ad un delizioso tramezzino. "È bellissimo Rab. È dolce,affettuoso,forte,passionale e..." non le lascio il tempo di finire la frase. Troppo smielato. Davvero troppo. "Ok Nat,smettila o mi salirà il diabete. Da quanto tempo va avanti questa storia?",la guardo,continua a toccarsi quella ciocca di capelli. Lo fa sempre. Tira indietro i suoi capelli castano chiaro e butta tutto giù d'un fiato. "Un mese. So che avrei dovuto parlartene,ma è una sorta di scaramanzia. Volevo esserne sicura". Si morde il labbro e mi guarda con quei grandi occhi tondi castani. Quando fa quello sguardo da cucciolo indifeso,non puoi far altro che lasciar perdere. Non vinceresti la battaglia.
"Sei felice Nat? Intendo,con lui sei felice?"
"Tanto"
La abbraccio.
"È questo quello che conta".

Negli occhi,nell'animaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora