Estate 1892

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A proposito, non ho ancora aperto la lettera di Oneiro. Durante tutto il viaggio in carrozza la curiosità mi stava divorando, ma la paura delle domande che si sarebbero potute alzare - soprattutto da parte di mio fratello - ha battuto la mia sete di curiosità.

3 agosto 1892

Caro diario,

Ieri ho esplorato molto di più del semplice giardino del cottage. Al mio arrivo in carrozza sembrava enorme, ma ci ho messo meno di mezz'ora a perlustrarlo tutto. E io che pensavo che mi avrebbe intrattenuta per tutta la mattinata!

Delusa dall'aver già sciupato quello che pensavo sarebbe stato il mio intrattenimento principale, mio fratello e sua moglie si sono proposti di farmi fare un giro nei dintorni del villaggio.

«Questo sì che ti terrà un po' impegnata!» cercò di rincuorarmi la Elisabeth.

Un'ora e mezza dopo, sconsolato, mio fratello mi comunica:  «Ho paura che questo sia tutto», allargando le braccia per poi farle ricadere sui fianchi.

Era appena dopo pranzo e avevamo già visitato l'intero villaggio, il quale comprendeva un agglomerato di poche strutture semplici e funzionali. Una piazza modesta si dispiegava lastricata di ciottoli e circondata da poche case di campagna costruite in pietra locale con i tetti in ardesia. Al centro di essa, si ergeva una chiesa e la taverna in cui avevamo appena finito di consumare il nostro pranzo.

Due erano le abitazioni degne di nota: il cottage della famiglia Whittaker, che dopo il matrimonio era passato ai due sposini, e una maestosa villa.

«Girano tante voci su quell'abitazione! Nessuno del villaggio ci ha mai messo piede. Ci si domanda come facciano i suoi abitanti a viverci senza il sostentamento delle attività del villaggio! È abitata, ma sempre chiusa ai visitatori... è avvolta dal mistero!» le parole di Elisabeth erano cariche di tensione e curiosità. Senza farsi notare, mio fratello mi bisbigliò all'orecchio con un ghigno: «Chissà se con una tua magia potrai svelare il suo mistero, streghetta...»

«In realtà, posso fare qualcosa di molto più semplice. Ho un invito per accedere proprio a quella villa» comunicai con un sorriso giocoso sulle labbra, estraendo la lettera dalla mia borsa.

«Non è possibile! Oh Matthew, ma ci pensi! Saremo i primi a mettere i piedi in quella villa! Ci invidieranno tutti e potremo finalmente vedere il suo interno!» tuonò emozionata Elisabeth, mentre mio fratello rimase a bocca aperta: «Ma come?!»

«È arrivata a casa proprio poco prima di partire, è da parte di un mio compagno di scuola, la sua famiglia vive in quella villa!»

A queste mie parole gli occhi di Mathew brillarono, e il suo senso di avventura e curiosità gli balenarono nello sguardo che mi rivolse.

la villa, grande e imponente, dominava l'orizzonte con la sua struttura massiccia e le torrette che svettavano tra gli alberi secolari del suo vasto giardino privato. Non avevo risposto all'invito ma, sapendo che non si trattava di una famiglia Babbana, probabilmente non c'era bisogno dei soliti convenevoli a cui eravamo abituati, anzi, era probabile che sapessero già del nostro arrivo.

Il grande cancello in ferro battuto si aprì quando lo raggiungemmo e, con non poca titubanza - non vedendo nessuno ad accoglierci- , iniziammo a seguire il sentiero lastricato che conduceva fino al maestoso portone di legno massello.

«Signorina Mayfield e famiglia, deduco! Prego, potete accomodarvi qui mentre Lulu avverte i padroni del vostro arrivo!» una domestica dalle fattezze umane ci fece strada nel salottino, eppure il suo modo di camminare e parlare ricordava quello di un elfo domestico.

«Lulu?» bisbigliò Elisabeth sottobraccio a mio fratello, il quale rispose: «Non fare domande, cara. Limitati a queste tre frasi: "Che meravigliosa sorpresa", "Incantevole" e "il piacere è nostro".» lei lo guardò con aria dubbiosa, ma non protestò.

Hogwarts Legacy | Diario del 7° anno 1892 - 1893Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum