«Mi sto agitando» mi sussurra all'orecchio Clara mentre si strofina nervosamente le mani tra di loro.
Siamo sedute nella macchina per andare in chiesa e se la lettera che gli ha consegnato Cole l'ha tranquillizzata per qualche istante, ora siamo nuovamente punto a capo.
Ma oggi è il suo giorno, può essere agitata quanto vuole.
«Lo so.» le rispondo mentre mi giro a guardarla.
«Sono così orgogliosa di te.» continuò mentre le prendo una mano e gliela stringo forte.«Sei cresciuta Clara Bennet, chi l'avrebbe mai detto» le dico mentre continuo ad accarezzarle la mano.
«Io no di certo» mi risponde per poi farmi una mezza risata.«Siamo arrivati» annuncia l'autista.
«Ok, sei pronta?» le chiedo mentre questa volta le stringo forte entrambe le mani.«Non lo so» mi risponde con voce tremante.
«Io sono qui. Se hai bisogno di una spalla su cui piangere, se vuoi fuggire via, se vuoi sfogarti» inizio il mio discorso, «Io ci sono, sono qui per te da sempre. Insomma, mi hai fatto prendere un volo da Londra per venire qui!» concludo il discorso appena sento una sua risata.«Sono pronta» mi risponde stringendomi forte la mano.
«E tu ometto? Sei pronto per lanciare i petali quando entriamo?» chiede a Ethan che per tutto il tempo è rimasto a giocherellare con il mio vestito e con quello di Clara.«Non vedo l'ora!» esclama tutto eccitato muovendosi in modo frenetico sulle mie gambe.
Sinceramente inizio a sentire anche io un po' di ansia. Ma per un motivo completamente diverso rispetto a quello della mia migliore amica.
Ho una paura incredibile che tutti i presenti dentro la chiesa notino la somiglianza di Ethan e Cole.
Non ci vuole un genio per notare che quei due sono identici in tutto e per tutto.
Ma la mia paura più grande, non riguarda gli altri.Ma ho ansia solo di tre persone: Cole, Alessandro e Cassandra Jones.
Non so come potrebbero reagire alla notizia che ho un figlio e che sopratutto, è loro nipote.
Anni fa Clara mi aveva detto che Cole non ha mai detto niente di questa storia ai suoi genitori forse perché era convinto che l'avrei dato in adozione o che avrei abortito.Fatto sta, che non ho fatto nessuna delle due cose.
Dal primo momento che ho saputo di avere una vita che cresceva dentro di me sapevo che sarebbe stata la cosa più bella della mia vita.Ma ora, le carte in tavola sono leggermente cambiate.
Cole sa che ho un figlio, ma non so se vuole conoscerlo oppure fare finta di niente.Non ho il coraggio di affrontarlo ne per dirgli se vuole davvero avere una chance con nostro figlio, oppure sparire completamente dalle nostre vite perché noi stiamo bene anche da soli.
Sospirando, decido che è meglio affrontare un problema alla volta, quindi, inizio dal matrimonio della mia migliore amica anche se non è un vero e proprio problema.
Decisa, apro la mia portiera per poi uscire mentre tengo in braccio il piccolo corpicino dell'uomo della mia vita.
«Adesso devi fare il bravo e seguire tutto quello che ti dice il signore davanti alla porta, ok?» gli chiedo mentre lo appoggio per terra e per poi aggiustare il completo elegante.
Gli sta divinamente! Il mio piccolo ometto che cresce ogni giorno sempre di più! È davvero un figurino e la copia sputata di Cole.
«Si mamma» mi risponde per poi farmi un sorriso.
Gli ricambio il sorriso mentre gli accarezzo una guancia:«Sono così orgogliosa di te amore mio» gli dico con tono amorevole mentre gli faccio una carezza nei capelli.

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Basta un attimo
RomanceLayla Johnson è una ragazza di ventiquattro anni, che all'età di diciannove, si è ritrovata a dover crescere suo figlio da sola con l'aiuto dei suoi genitori e della sua migliore amica. Cole Jones, conosciuto anche come cuore di ghiaccio, a distanza...