33° Capitolo

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Iniziai ad odiare la mia famiglia, la mia scuola, la mia vita.
A casa era sempre peggio. Litigavo ogni giorno e per ogni motivo.
A scuola vennero presto tutti a conoscenza della mia omosessualità ed iniziarono gli insulti. No che non li avessi avuti anche prima, ma quando mi trasferì ed iniziai a sentire sempre di meno Andrea, gli insulti si fecero più pesanti e più insopportabili.
Sia a scuola che in giro continuavo a vedere ragazzi e ragazze che si mettevano insieme dopo mesi e mesi da quando si erano conosciuti e piano piano inizia a chiedermi, anche per colpa dei miei genitori che continuavano a dire che non sarei dovuto stare con Andrea, se non avessimo fatto le cose troppo di corsa. Se non avessimo cercato di cambiare un rapporto di quasi amicizia in qualcosa di più troppo duramente.
Questi dubbi continuarono fino a Dicembre ed il 23 chiamai Andrea.
"Ehi, Luca. Come vai?"
Mi chiese Andrea.
"Ti devo dire una cosa..."
Gli risposi con tono un po' triste.
"Si, dimmi pure. Ma perché hai quella voce? Cosa è successo?"
Mi rispose un po' preoccupa.
"Ho pensato molto negli ultimi tempi e.....e penso che sia meglio se ci prendiamo una pausa di riflessione."
Gli risposi con tono ancora più triste.
"No, aspetta. Perché? Cosa è successo?"
"Mi dispiace."
"Non lo fare, ti prego. Non chiudere"*Singhiozzo*"Non ti azzardare a chiudere! Me lo avevi promesso. Mi hai sentito?"
Mi disse Andrea prima che chiudessi la telefonata.
Mi misi la mano davanti la bocca mentre cercavo di trattenere le lacrime, che scesero rigandomi le guance e arrossandomi gli occhi.


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