4 - Crocifissa a terra

59 5 50
                                    

Aver sottovalutato il vecchio tricheco mi costerà caro, ora non ho alcun dubbio.

È dietro di me e il suo tono arrogante mi porta a credere che mi stia puntando addosso qualcosa di grosso e non è di certo quel coso che tiene in mezzo alle gambe.

Vedo me stessa che mi butto in avanti e faccio una capriola verso il pisciasotto di fronte.

Quando sono minacciata le mie azioni sono più veloci dei miei pensieri. È la stessa cosa che mi succede nell'estrarre le colt.

Il pisciasotto stava recuperando un mezzo sorriso perso chissà dove, prima che piombassi su di lui, lo afferrassi e lo usassi come scudo, puntandogli una canna da 45 alla tempia e tenendogli l'avambraccio ben serrato sul collo.

Di quel mezzo sorriso non credo ci sia più alcuna traccia, spero solo che non mi urini sugli stivali.

Il mio sguardo va subito a quello dello sceriffo, la cosa più inquietante non è la sua brutta faccia ma il suo ghigno e non sono una che si inquieta per così poco.

Quando capisco la ragione del ghigno è tardi. Mi scarica addosso i pallettoni del suo fucile a canne mozze, incurante del fatto che tra lui e me ci sia il pisciasotto.

Questa volta avrebbe tutte le ragioni di imbrattarsi le braghe, ma non ha il tempo per capirlo: diversi buchi gli si aprono addosso, rendendolo simile a un colabrodo.

Non perdo altro tempo. Mi libero di lui lasciandolo cadere a terra, ormai esamine. Le mie colt sono già puntate verso lo sceriffo, pronte a sputare fuoco. Non ha alcuna possibilità di evitare i miei colpi, il suo cannone è scarico.

 Non ha alcuna possibilità di evitare i miei colpi, il suo cannone è scarico

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Ma ecco che commetto la seconda ingenuità della giornata.

Un buio profondo e vuoto mi avvolge. Sto cadendo in una specie di voragine senza fondo e senza fine. Poi più nulla, nemmeno il vuoto.

Riapro gli occhi, ma una luce mi sta accecando. Ci riprovo, piano.

Intorno a me sembra che tutto stia girando, ci vuole un po' prima che il mondo si fermi. Ma vedo ancora immagini sbiadite.

"La bambola si sta svegliando."

Quelle parole mi arrivano nitide, invece, come il dolore che sento alla base del cranio.

"Se vuoi dormire ancora un po', torniamo dopo, bellezza."

Ora lo vedo, è lui, il vecchio sceriffo tricheco. È davanti a me, o meglio, sopra di me, visto che lui è in piedi e io sono sdraiata, con i polsi e le caviglie legati a dei paletti conficcati nel suolo.

Mi accorgo solo ora della mia postura: sono come un Cristo in croce, ma con la differenza che sono in terra e con le gambe larghe.

Poco alla volta riprendo coscienza e lucidità, afferro altri dettagli: il sole picchia maledettamente e io sono... quasi nuda. Mi hanno lasciata con i pantaloni e gli stivali, nient'altro. Sopra ho solo le tette che si abbronzano al sole.

𝔹𝕠𝕦𝕟╬𝕪 𝕂𝕚𝕝𝕝𝕖𝕣Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora