1 - Trecento dollari per Jimmy il bastardo

98 6 123
                                    

Un caldo torrido pervade ogni anfratto in questo tardo pomeriggio di settembre.

Il cavallo strascica gli zoccoli come se al posto dei ferri avesse spine di cactus. Nemmeno la polvere sembra avere la forza di sollevarsi.

Non è l'orario migliore per entrare in questo sputo di città, ma non credo nemmeno esista un orario migliore.

La vedo così: sono due giorni che ho il culo incollato a questa sella, lungo la fottuta via che va dall'Humphreys Peak a questo cumulo di baracche. E ora il mio culo vuole essere adagiato su lenzuola profumate di lavanda, cazzo.

Il sole è basso. È poco sopra l'orizzonte e sta proiettando lunghe e inquietanti ombre. Inquietanti per chi mi vedrà arrivare.

La main street è semi deserta, ma basta la mia presenza per far uscire molti ratti dai loro buchi.

La scritta SHERIFF è incisa su una tavola appesa sopra l'ingresso di una casa a due piani, le pennellate di nero, con cui era stata messa in risalto, sono sbiadite per le intemperie.

Altri ratti curiosi si affacciano dalle abitazioni, ma è fuori dal saloon che si accalcano i più. Alcune pantegane imbellettate trascinano dentro i loro cuccioli, sembrano isteriche... ma sono solo femmine impaurite. Passano la vita a farsi trombare, per poi correre dietro a mocciosi frignanti. Però i piccoli si erano incantati a guardare. Sarà stata curiosità o forma di temperamento imberbe?

Da come mi squadrano, quelli rimasti, pare che non abbiano mai visto una donna a cavallo, o forse non l'hanno mai vista armata con due colt 45 infilate in un cinturone ben stretto alla vita.

Ma perché pensare che questi bifolchi abbiano ancora idee retrograde in testa?

La colpa di quegli sguardi potrebbe essere solo per il cadavere che mi porto dietro, piegato in due sul cavallo. Sì, sarei più per questa ipotesi.

Poso i piedi in terra. Il suono degli speroni agganciati ai miei stivali sferza l'aria piena di polvere. Mi tolgo lo Stetson, lasciando che i capelli biondi mi ricadano lungo le spalle. Sono dei bei capelli, lunghi e dorati e maledettamente sporchi. Sbatto lo Stetson e diffondo altra polvere che raggiunge lo sceriffo, impettito davanti a me.

Ha i baffi come un tricheco, una stella di latta nemmeno tirata a lucido, e una Remington calibro 44 infilata in una fondina, in bella mostra sulla trippa

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Ha i baffi come un tricheco, una stella di latta nemmeno tirata a lucido, e una Remington calibro 44 infilata in una fondina, in bella mostra sulla trippa. Le mani sui fianchi lo fanno sembrare più spavaldo di quello che è.

"Tu, chi cazzo sei?"

Il mio sorriso non viene minimamente compromesso dalla calda accoglienza, per quanto irriguardosa.

"Salve, sceriffo."

Gli punto gli occhi addosso, come avessi davanti un rettile, al quale potrei schiacciare la testa da un momento all'altro. "Ti posso dire cosa faccio per vivere, poi, se diventeremo amici, ti dirò anche il mio nome."

𝔹𝕠𝕦𝕟╬𝕪 𝕂𝕚𝕝𝕝𝕖𝕣Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora