- Però quando canti tutti gli occhi sono su di te. Anche non muovendoti liberamente nello studio sai trascinare e coinvolgere tutti con la tua voce. Non c'è nulla più soddisfacente di questo per un'artista. -
- Hai ragione, è una sensazione incredibile. È come se dimenticassi tutto. La mia canzone recita letteralmente "...E scacciò via un po' dei miei guai". -
Non appena lo sentii cantare rimasi incantata a guardarlo.
- Hai una voce bellissima e sai davvero come utilizzarla al meglio. In fondo sei consapevole del tuo successo. Tu fai il finto modesto. - affermai ridendo.
- Ti ringrazio davvero tanto, sono solo molto umile. Io non mi sento migliore degli altri, sono qui per imparare, come tutti voi, nonostante la mia carriera sia già avviata da un po'. Non si smette mai di imparare. -
- Tu andrai molto lontano, me lo sento. -
Rimase a guardarmi e sorrise dolcemente. Spostò le ciocche dal mio viso e continuò a giocarci.
- Menomale che sei entrata. -
Rimasi imperterrita a quelle parole, incastonando il mio sguardo nel suo. Mi voltai leggermente e vidi Mida, Holy e Matthew intenti a guardarci. Li salutai con un cenno della mano, ma purtroppo sorridevano già alla vista di me e Holden intenti a guardarci.
- Siete tremendi. Che combinate? -.
- Vi osserviamo. - rispose Matthew facendomi l'occhiolino. - Dai entrate, la cena è pronta. -
- Non sono una grande chef ma posso pulire tutta la cucina senza problemi. È fattibile? -
- Stavo giusto per dirti questo. L'ordine è necessario e deve mantenersi tutti i giorni. Mi raccomando. - rispose Angela.
I tre ragazzi accanto a me la guardarono per poi scambiarsi occhiatacce.
Holden mi affiancò per poi propormi di sedergli accanto.- Te la sei già prenotata, fratello? Lasciala un po' anche per noi! - esclamò Holy. Al contempo vidi Sarah fare una smorfia, ma penso non ci fosse alcuna malizia nelle parole di Holy, voleva solo conoscermi.
- Sono qui, sono qui. - risposi alzando le mani in resa.
Poco dopo sedetti in mezzo a Holden e Mida.
- Che profumino delizioso, chi è lo chef? -
- Io! - esclamò Nicholas. - Pasta con philadelphia e limone, anche per i vegani. -
- Deve essere buonissima, emana un profumo paradisiaco. -
Nicholas mi mandò un grande bacio di ringraziamento.
Sorrisi e abbassando lo sguardo vidi Mida cibare Gaia con la sua forchetta.- Che teneri. -
Gaia mi fece l'occhiolino e Mida si lasciò andare una piccola risata.
Mi voltai verso Holden e vidi che aveva lo sguardo abbassato sul piatto.
Era nel suo mondo.
Presi della pasta con la mia forchetta e richiamai la sua attenzione accarezzandogli la spalla.
Non appena posò gli occhi su di me accennò un sorriso; dopo aver visto la mia forchetta assunse un'espressione confusa come non mai.- La tua pasta è diversa... Devi assolutamente assaggiare questa. -
- Tranquilla, grazie lo stesso, non disturbarti. -
- E pensare che io ho pure fumato la tua sigaretta... - ammisi facendo la finta delusa.
Il suo sguardo scattò verso di me e infine ricadde sulla pasta. Sembrava indeciso sul da farsi.
Senza pensarci due volte posizionai la mano sotto la forchetta mentre avvicinavo quest'ultima alle sue labbra.
Mi avvicinai anche io, mi andava di farlo.
Dopo avergli dato la mia pasta pulii gli angoli della sua bocca col pollice.
Ahimè, non potei fare a meno di fissargli le labbra e gli occhi.Mi sentivo come se un polo negativo stesse attraendo le mie cariche positive.
Masticò lentamente la pasta, senza distogliere lo sguardo dal mio. Infine sorrise e mi fece una linguaccia.
- Che tenero. - sussurrai.
Protese la mano verso il mio viso per accarezzarlo mentre masticavo lentamente la pasta.
- Dillo che vuoi solo la mia pasta. -
Dissentì lentamente con la testa fissandomi negli occhi per poi tornare a guardare il piatto.
- Che fai, prima mi accarezzi e poi ti imbarazzi? - sussurrai in modo che non mi sentissero.
Vidi la sua mano muoversi per un attimo. Poco dopo avvertii la mia sedia spostarsi; era lui, stava avvicinando la mia sedia alla sua.
Non appena alzai lo sguardo lui era già lì che mi guardava.- Mi imbarazzo facilmente ma non mi pento di quello che faccio. - sussurrò a sua volta.
Stavolta prese la sua forchetta per farmi assaggiare la sua pasta al sugo con tonno e olive.
Le mie pupille si dilatarono. Quella pasta era fantastica.- Io AMO le olive. - sottolineai. - È buonissima. -
Prese due olive e me le cibò come un padre fa con una figlia neonata.
Vedevo cura nel dettaglio in ogni cosa che faceva.- Ceh guardateli, sono in un mondo a parte. - commentò Mew in sottofondo.
Poco dopo accese una candela e la posizionò davanti ai nostri piatti per poi ritornare a posto.
Holden la ringraziò con un piccolo cenno della testa ma voleva solo sprofondare nell'imbarazzo, come me.
Notai come non mangiò alcuna oliva. Poco dopo io avevo finito la mia pasta ma rimasi ad aspettarlo.
- Stanno arrivando le olive! - disse come un bimbo contento mentre si avvicinava per farmele mangiare.
- Così mi vizi. -
- A me sta bene. -
- Non devi fare a meno delle tue olive per me. -
Si lasciò andare un risata.
- Lo so che è una questione di vita o di morte ma qualche oliva te la concedo, dai. Ma solo le olive. -
- Quindi ovviamente mi hai avvicinata per farmi mangiare le olive. -
- Per averti accanto mentre mangi le mie olive, sì. È la stessa cosa. -

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Genesi¹¹¹ / Holden.
RomancePronto alla prossima prova. Ho perso la vita, ne voglio una nuova.