- Come fai a fumare quella roba? -
- Questa? - chiese lui guardando la sua malboro rossa.
Annuii.
- Fa schifo da morire. - ammisi ridendo. - Nulla di personale, non ti offendere. -
Lui rise.
- Be', sono consapevole che non abbia un profumo stupendo ma sono abituato, non ci faccio più caso. -
- Per un periodo sono stata in cura. - iniziai. - Il fisiatra non faceva altro che fumare queste dannate sigarette. Era quasi attraente... - sottolineai ridendo. - Ma la scia di quella sigaretta... Dopo mesi e mesi ho iniziato ad odiarlo così tanto che ho cambiato fisiatra. -
Holden continuò a ridere.
- Mi spiace per te ma non potrai liberarti di me come quel dottore, non sono abbastanza attraente. -
Si avvicinò per espirarmi il fumo in pieno viso.
C'era la nube di fumo attorno ma non abbastanza fitta da non poterlo vedere; lo guardai, scuotendo lentamente la testa con fare già stanco dei suoi dispetti, ma sorrisi non appena incrociai il suo sguardo.Afferrai dolcemente la sigaretta dalle sue labbra, fra tutto quel fumo.
L'odore più che farmi schifo, mi ricordava il periodo peggiore della mia vita, ecco perché avrei voluto evitarlo con tutta me stessa. Adesso, però, ero pronta a dare un nuovo significato a quell'odore che per me, da un anno a questa parte, era stato il mio incubo. Grazie ad uno sconosciuto.
Dopo aver inspirato la sostanza più disgustosa del mondo, mi avvinai al suo viso e ricambiai il favore, espirandogli tutto il fumo attorno.
- Pur di ricambiare ti fai piacere un odore che ti ricorda dolore? Per me possiamo stare tutta la serata a fumarci i pacchetti che mi rimangono, anche io sono masochista per certi versi. -
Mi guardava fisso negli occhi e ogni tanto scrutava il mio viso. Il problema era che io facevo lo stesso.
Notai che aveva gli occhi rossi provati, e molto espressivi.- Holden. - lo richiamai. Lui spostò lo sguardo sui miei occhi. - Sicuro siano solo sigarette? I tuoi occhi sembra distrutti. -
Il ragazzo rise.
- Ti ricordo il contesto in cui ci troviamo. Ovviamente sono solo sigarette. I miei occhi sono sempre così... stanchi. -
- Ma sorridono assieme alle tue labbra. Sicuramente hai passato momenti peggiori. -
Annuì per poi rubarmi la sua sigaretta che stavo di nuovo portando sulle mie labbra.
- Ladra, ti appropri delle mie sigarette? -
- Hai ragione. Per farti incazzare mi prenderò pure la tua giacca, si abbina al mio outfit. -
Si morse il labbro inferiore e rimase a guardarmi senza proferire risposta.
Abbassò lo sguardo sui miei vestiti: indossavo la mia amata felpa (l'unica che possiedo in realtà) dei Lakers, sotto un pantaloncino nero da ciclista e ai piedi le Nike Dunk High Lakers. Senza qualcosa di abbinato non ero io.
Lui indossava la giacca della stessa collezione.- In effetti mi sembravano familiari... Solo ora sto capendo che stiamo indossando quasi le stesse cose. -
Si tolse la giacca e me la poggiò sopra le spalle, sistemandola per bene davanti.
- Che fai, vuoi morire di freddo? -
- In realtà si sta bene, ci sono circa ventidue gradi. Inoltre a te sta meglio. -
- Profuma di Malboro. - feci notare ridendo. - E anche di qualcos'altro che non riconosco ma mi piace tantissimo. -
- Creed Aventus. È il profumo che indosso spesso. Contento ti piaccia, ma ti stai viziando troppo. -
Rise, osservando continuamente come mi stava la sua giacca. A volte accennava un sorriso mentre espirava fumo. Poco dopo finì la sua sigaretta.
Mi alzai e gli intimai di fare lo stesso. Lui si alzò, con sguardo interrogativo, ma sorrideva.
- Tu sorridi sempre? - gli chiesi spontaneamente.
Mi tolsi la giacca di dosso e la poggiai sulle sue spalle; ne indossò le maniche e fece per chiuderla quando mi avvicinai e lo precedetti. Avvolsi le sue mani, freddissime, e gliele riposi dentro le tasche, mentre io procedetti nel chiudergli i bottoni, uno dopo l'altro, dal più basso al più alto, dove incontrai il suo viso.
- In realtà non sorrido quasi mai. - disse lasciandosi andare un sospiro liberatorio.
- Tutto okay? Forse ti sono sembrata troppo sfacciata. Che figura. -
Non seppe rispondere. Non faceva altro che mordersi il labbro inferiore.
- Non farti paranoie, con me puoi stare tranquilla. -
- Però me l'hai data tu, rischiando di congelarti. Stupido. -
Scoppiò a ridere.
- Mi hai appena insultato? Ho sentito bene? - chiese ridendo.
Si avvicinò con fare dispettoso ma non mi spostai nemmeno di un centimetro, lasciando che si avvicinasse senza problemi. Ad un certo punto si rese conto di essere troppo vicino e che io non mi sarei allontanata, quindi si fermò improvvisamente.
- Sei. Stupido. - scandii lentamente sorridendogli.
Uscì le mani dalla tasca pur non sapendo ben cosa fare. Le avvicinò quasi al mio viso ma si fermò.
Le afferrai e le avvolsi fra le mie.- Te le riscaldo io. -
Strofinai le mie mani sulle sue, esercitando del calore, per poi racchiuderle nelle mie.
- Però non ti viziare eh. - continuai sorridendo.
- Non riscaldi le mani a chiunque, spero. - chiese indirettamente.
- Il giovane Holden è l'unico stupido che mi ha dato la sua giacca rischiando di congelare, quindi no, non le riscaldo a chiunque. - affermai sorridendo.
Continuai ad avvolgere le sue mani fredde.
- Sono il doppio delle mie ma sono fredde. Non hai sangue. -
- Mi mancano così tante cose che non mi lamento più ormai. - disse sconfortato.
Vidi come un'ombra farsi strada nei suoi occhi. Nonostante tutto manteneva il suo sorriso.
- Non sei tenuto a sorridere se sei triste. Ogni volta che lo sarai io sarò qui, pronta a fregarti le sigarette nonostante io non fumi affatto, la giacca e a riscaldarti le mani. Che vuoi di più? -
Alzò gli occhi, i quali assunsero un'espressione totalmente diversa. Adesso erano tranquilli, rilassati. E lui sorrideva sinceramente.
- Sono davvero contento che tu sia qui. -
Lo guardai fisso negli occhi, per poi abbassare lo sguardo sulle mani che continuai a stringere. Tentai di nascondere il sorriso pieno d'imbarazzo.
- Non ci credo che nessuno ti riscaldava le mani prima d'ora. - dissi facendo la finta offesa. - Non fare il piacione. -
Cercai come di sviare le sue parole. Lo conoscevo da poco ma già avvertivo un'attrazione poco indifferente. Era strano da realizzare e affrontare per una persona introversa come me.
- Eppure è così. Sono sempre stato per conto mio, perciò nonostante io sia qui dentro non sono proprio uno da riflettori. -
Rimasi a guardarlo. Doveva sentirsi completamente solo, perso nel buio.
Non lo conoscevo abbastanza da capire le motivazioni di questo suo atteggiamento ma mi dispiaceva molto vederlo così.
Non mi faceva pena, non mi sentivo di essere lì solo per aiutarlo a stare meglio.
Holden sembrava un ragazzo davvero speciale.

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Genesi¹¹¹ / Holden.
RomancePronto alla prossima prova. Ho perso la vita, ne voglio una nuova.