12. NO MISSION NO PARTY

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-Non è vero- scuoto la testa con convinzione -il primo amore non si dimentica mai, Elle. Lui per te è quell'amore che non tramonterà mai, puoi continuare a negarlo, ma sotto sotto lo so io e lo sai anche tu. Dagli l'ultima chance o almeno provaci-

-Ciao- dice preso dal suo computer -dammi un attimo- borbotta

Mi schiarisco la voce e mi siedo di fronte a lui. Stacca gli occhi dal suo computer e mi osserva

-Lo farò dopo- dice chiudendo il laptop

-Perchè non mi hai detto nulla della missione?-

-Perchè non ci verrai?-

-E perchè non ci verrò?- allontana la sedia dalla scrivania e mi scruta con attenzione

-Perchè è pericoloso per te- mi confessa

-Che carino che sei a preoccuparti- dico ironica e lui tossicchia un po' preso alla sprovvista

-Non mi preoccupo-

-Bene! Cosa ho in meno degli altri?-

-Sei nuova-

-E quindi? Sarei in grado di difendermi-

-Megan- si alza dalla scrivania che ci separa e si avvicina a me appoggiandosi sempre su di essa -tu sei bravissima nel tuo, ma non puoi partecipare a questa missione. È successo di perdere una collega, è stata rapita da ciò che abbiamo capito ma non mi perdonerei se accadesse ancora, quindi saremo in pochi, ti prego di capirlo- sbuffo sonoramente distogliendo lo sguardo.

JULES

"Domani verrai con me per gli interrogatori"

Sono rimasta rileggere il messaggio per almeno tre minuti. Dice davvero? Controllo l'orario. Ieri sera. Questa mattina ho degli interrogatori e ieri sera non mi sono preparata psicologicamente. Dannazione a me. Mi preparo velocemente e senza accorgermene mi si stampa un sorriso sulle labbra. Potrei incontrare Jackson. Con la velocità di speedy gonzales esco di casa pronta per affrontare questa giornata di lavoro, che sembra iniziare bene. Entro nella sala degli interrogatori e lo noto subito, seduto con la solita aria da cattivo ragazzo conferitagli da alcuni graffi sulla faccia e lo sguardo persistente. Saluto i miei colleghi dietro la lastra di vetro e mentre aspetto Nathan ricambio le occhiatacce di Jackson, senza farmi accorgere dai miei colleghi che stanno al telefono.

-Ti avevo detto di starne fuori- mi mima con le labbra carnose

-Sto solo lavorando- rispondo sempre con il labiale. Mi fissa ancora mentre distolgo lo sguardo.

-Bene, siamo tutti. Iniziamo?- Nathan entra in sala. Mi sistemo nella sedia e dopo aver lanciato un'occhiata a Jackson il mio collega inizia a parlare.

-Jackson io ho studiato minuziosamente il tuo caso e ti dichiariamo innocente, per tanto sei libero, cerca di non fare casini.- Nathan si alza dal tavolo senza dargli la possibilità di rispondere -e se non ti dispiace dopo vorrei parlarti in disparte- puntualizza dopo

MEGAN

Appoggio la testa allo schienale della sedia, mentre passo nervosamente la mano sulla fronte. Mi ha esclusa. Sento la rabbia farsi strada nel mio corpo. Mi alzo dalla sedia e cammino velocemente per il corridoio. Senza distogliere lo sguardo dalla palestra, in fondo al corridoio.

L'agenzia è semi vuota. Tutti sono in missione ad aiutare la loro collega, mentre io sono qui, quasi sola a fare chissà che cosa. Potevo contribuire, avrei lottato in prima linea, avrei fatto di tutto per salvarla. Ma non mi è stato concesso. Soltanto perché mi sono immedesimata un po' durante il racconto della sua storia. Entro in palestra e mi preparo per una lunga sessione di allenamento. Mi riscaldo e poi inizio a scaricare la mia rabbia nel sacco da boxe. Sento le braccia cedere ad ogni pugno, mi fermo per bere un po' d'acqua e dopo aver allenato un po' le gambe decido di darmi una lavata. Un toccasana dopo l'allenamento. Ho sfogato un po' di rabbia fortunatamente. Mi avvolgo nel mio accappatoio e mi vesto velocemente, devo tornare sulle mie scartoffie. Non appena esco dalla palestra vedo tre colleghi correre verso l'ingresso.

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⏰ Last updated: Sep 28, 2023 ⏰

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Odio et amoWhere stories live. Discover now