CAPITOLO 32

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-'Oltre le regole' ispirata al romanzo "Oltre ai limiti" rivisitato da me.
-'The vampire diaries' una storia sui vampiri e sull'amore che padroneggia su ogni cosa.
*Sono tutte e due sul mio profilo, grazie mille per l'attenzione.*
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Sunshine's POV.

Apro gli occhi e il rumore delle onde mi fa capire che sto ancora con lui. Mi ha regalato una splendida serata e io non posso non essergliene grata. Il sole è ormai alto nel cielo, sono le 11:43 da come dice il mio cellulare e lui dorme tranquillo, coperto dai raggi di sole che lo fanno sembrare un angelo. Gli accarezzo la guancia e gli do un bacio sulla fronte prima di andare verso l'acqua. La sabbia scotta un pò ma non me ne frega nulla, arriverò all'acqua fresca, no? Mi siedo sulla riva, ieri sera abbiamo dormito in costume, le piccole onde del mare calmo e limpido mi fanno rilassare bagnandomi, di tanto in tanto, i piedi e un pò le gambe.

«Mmm...buongiorno...» la sua voce impastata dal sonno mi fa quasi sobbalzare. Si siede dietro di me, con il mio corpo tra le sue gambe, e poggio la testa sul suo petto mentre lui mi lascia una scia di baci per la spalla.

«Amo il mare.» mormoro dopo minuti di silenzio. Chiudo gli occhi e vengo invasa da un ricordo. Un ricordo che non avrei mai preferito che mi tornasse in mente.
«Papá, che bello il mare...» dico con l'entusiasmo di una bambina, avevo solo sei anni.
«Sì, ma ora torniamo a casa, amore.» risponde sorridendo dolcemente
«Non voglio.» mi rifiuto battendo i piedini nell'acqua.
«Poi la mamma si arrabbia.» mi prende in braccio e mi lascia un bacio sulla guancia. «Sta preparando la cena, poi si raffredda!»
«La cenaaaa!» esclamo contenta.
Mi riporta a casa, con la sua auto.
«Mamma, siamo andati al mare!» esclamo entrando in cucina, dove mia madre stava preparando la tavola. Si sentiva un buon profumo di carne e sugo, profumo di casa.
«Ti è piaciuto, amore?» domanda mettendomi a sedere. Dà un bacio a stampo a mio padre e ci sediamo. Parlano tra loro e scherzano e poi vediamo insieme la Tv mentre mamma mi legge una storia su una principessa.

«Stai tremando.» il tono della sua voce è preoccupata.

Dopo quella volta non sono più andata al mare.

Non avrei mai voluto ricordare come eravamo quando eravamo una famiglia, non avrei mai voluto farlo. Non riesco a credere che il nostro ricordo mi faccia ancora soffrire così tanto.

«Ehi...» mi costringe a guardarlo mettendo un dito sotto al mio mento e facendomi girare verso di lui.

«Mi manca...» singhiozzo, lui sembra capire, il suo sguardo comprensivo mi rassicura. Lo abbraccio forte, lui ricambia subito e piango tutte le mie lacrime su di lui.

Non so per quanto tempo rimaniamo così ma so solo che sono le quattro di pomeriggio e siamo ancora abbracciati. In riva al mare.

«Piccolè...»

«Scusa...» mi stacco da lui e mi alzo. «Dovevo solo sfogarmi un pò.» sorrido sinceramente e mi incammino verso il largo del mare. «So che il passato non tornerà più e devo trattarlo come tale ma...ecco, è difficile.»

Mi si avvicina e mi prende la mano. Sorride quando vede che lo sto facendo anche io e iniziamo a giocare con l'acqua per poi finire col baciarci.

«A te manca, vero?» domando quando siamo seduti al bar sotto il nostro appartamento. «La tua famiglia.»

Sorseggio di nuovo il succo all'arancia aspettando una sua risposta con gli occhi verso il liquido arancione del bicchiere.

«No.» risponde. «Non mi manca.»

«Devi essere sincero, Mattia.» lo riprendo, guardandolo negli occhi.

«Un pò.» alza le spalle, menefreghista. So che con la mamma aveva un bellissimo rapporto e che io l'ho distrutto, probabilmente non vuole farmi sentire in colpa ma non posso stare con questo peso. Devo parlare con sua madre. Assolutamente.

«Dove abita?» domando, giocherellando con le bustine di zucchero al centro del tavolino.

«In via Rossi, 46, perchè?» mi guarda un attimo, maledicendosi da solo. «Non metterti in testa strane idee, ti prego.»

Sorrido involontariamente.

«Stà tranquillo.»

«Dove vai?» mi domanda sbadigliando, nel letto.

«A lavoro.» rispondo prendendo delle mentine sopra al comò e infilandole in borsa. «Fila pure tu, ora che Never Again ha fatto successo vedi di impegnarti, fannullone.» gli do un bacio a stampo prima di uscire in fretta e furia. Sapevo che mi sarei sentita tesa, preoccupata e con lo stomaco in subbuglio ma, sinceramente, non mi aspettavo di certo che avrei persino tremato. Busso alla porta bianca candida, perfettamente pulita, anche il giardino è stupendo quindi credo sia una donna che tiene molto all'ordine. Poco dopo apre la porta, rimanendo quasi scandalizzata alla mia vista.

«Entra pure.» mi dice, facendomi un sorriso forzato. Mi sento troppo a disagio e poi è così presto che lei è ancora assonnata e in pigiama. Sapevo che abitava a Roma ma non mi aspettavo così vicino, sinceramente. Entro velocemente per ritrovarmi in un bel salottino colorato con le poltrone bianche e i cuscini di ogni colore, forma o dimensione. Mi ricordano quelli della spiaggia.

«Siediti, scusa il disordine, non mi aspettavo una visita.» so giustifica piegandosi per raccogliere un cuscino a terra.

«Non si preoccupi.» alzo le mani, sorridendo. In realtà non c'è alcun disordine in quella casa, anzi.

«Come mai da queste parti?» chiede sedendosi. «Posso offrirti qualcosa?»

«No, la prego.» rifiuto gentilmente sentendo le gambe molli. Mi siedo sul divano dopo il suo invito e lei si siede sulla poltrona davanti a me.

«Mattia mi ha detto che abitava qui.» le dico, guardando un quadro alla parete, è Mattia da piccolo, all'incirca quando aveva due anni. Ha la stessa faccina furba di adesso.

«Volevo parlare con lei.» inizio a torturarmi le mani in grembo. Non credo che adesso stia facendo una buona figura...e se non le andasse bene il modo in cui sono vestita? Ho afdosso degli short e una semplice cannottierina, fa caldo, lo so, ma forse sarei dovuta andare meglio.

«Okay, sono qui.» si mette comoda sulla poltrona osservandomi dall'alto in basso. Vorrei fare una buca e scomparire piuttosto che stare qui a essere giudicata da una donna che mi considera pazza.

«La prego di fare pace con suo figlio.» getto fuori. La lascio un pò sorpresa con la mia uscita un pò stramba.

«Io soffro molto la mancanza della mia famiglia, non voglio che Mattia provi la stessa cosa.»

«Domani sera, alle otto vi voglio qui. Faremo una cenetta insieme.» si alza dalla poltrona come a invitarmi ad uscire. Ringrazio ed esco fuori. E adesso come diavolo lo dico a Mattia?
Spazio autrice
Noia.
Noia, noia e pura noia.
Questo è un capitolo di passaggio e capisco se è un pò noioso ma tranquilli, il prossimo sará meglio, eh. Siamo giá al capitolo 32 mi sento maaaale. Vi ringrazio tantissimo per i risultati raggiunti, sto pensando perfino di fare il sequel! Anche se manca ancora un bel pò, chi può dire ciò che accadrá? Uhuhuh
Vi amo belle
Oramai lo sapete, no?✋

SING |Mattia Briga||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora