Capitolo 1

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"Mary, cazzo, smettila di bere!" la voce di Rob, mia migliore amica, m'infastidisce dopo il volume eccessivamente alto della musica.

"Rob, levati dalle palle!" roteo gli occhi sotto il suo sguardo esausto, mi alzo aggiustando il tubino nero e mi dirigo tra la folla.

Stasera voglio divertirmi come non mai.

Mi faccio spazio tra la gente sudata con i gomiti fino ad arrivare più o meno al centro della sala. Inizio a muovermi con le braccia in aria e, sensualmente, faccio agire il mio bacino.

Gruppi di ragazzi mi si appiccica addosso, ho subito notato uno di loro. Gli sorrido maliziosamente.

Moro, alto, capelli lunghi tirati all'indietro e un ciuffetto che cade sulla fronte, occhi color nocciola e tatuaggi sparsi qua e là. Un tipo come piace a me.

Gli ballo vicino e noto i suoi occhi squadrarmi dalla testa ai piedi, soffermandosi più volte sulle cosce nude: si morde il labbro.

Allunga la mano verso il mio viso, portando il pollice sulla mia bocca. Mi pietrifico.

Mi afferra per l'avambraccio e mi trascina verso i probabili bagni, sembra quasi essere impazzito e non mi dispiace affatto. Adoro.

Abbassa il capo per arrivare al mio collo, soffiandoci su e lasciando morbidi baci dopodiché mi afferra per i glutei e con la sua forza mi solleva, facendomi piegare le gambe attorno al suo bacino.

Appoggia le labbra sulle mie delicatamente, premendo con la lingua contro il mio labbro inferiore cercando approvazione.

Schiudo le labbra lasciando tranquillamente entrare la sua lingua, tra l'altro in perfetta sincronia con la mia.

Un sapore di vodka e fumo mischiati mi riempie i sensi, desiderando il suo corpo ancor di più.

Sollevo la sua maglia lasciando scoprire i tatuaggi ben evidenti su pettorali e addominali, è un ragazzo da stuprare.

Lo sconosciuto sembra approvare la mia azione, ripetendo le stesse cose su di me e in più giocherellando con la chiusura del mio reggiseno che dopo pochissimo mi viene quasi strappato di dosso.

Il suo respiro si sposta proprio sul mio seno, chiudo gli occhi a quell'incantevole sensazione, ed inizia a palpare leggermente ed agilmente. Un dono della natura.

In meno di dieci secondi sono già via i suoi pantaloni e boxer e le mie mutandine.

Mi volto verso lo specchio davanti a noi e noto il rossore sulle mie guance con il suo sguardo soddisfatto.

La sua erezione è fin troppo evidente e tiene in mano un pacchetto blu, prosegue aprendolo e indossando il contenuto, poi mi spinge al muro; la porta è chiusa a chiave e si udisce musica e urla di gente pronta a vomitare o a fare pipì. Non badiamo a nulla.

Le mie gambe si fanno tremolanti e il ragazzo, con la sua forza, le apre facendosi spazio stringendomi.

Il suo membro entra in me facendomi gemere come non mai, sento dei respiri faticosi anche da parte sua e il dolore attraversa tutto il mio corpo. Ma è magnifico.

[...]

Lo schermo del mio cellulare s'illumina nonappena prende linea: cinque chiamate perse. Rob.
Inizio a digitarle un messaggio:

A: Rob💕
Sto arrivando. Non chiudermi fuori, bitch!

Apro la porta dell'appartamento e me la ritrovo davanti a braccia incrociate: ha ragione, sono comunque le quattro del mattino.

"Con chi è successo?" alza il sopracciglio sorridendomi.

Ah, allora non è arrabbiata!

"In realtà non so neanche il suo nome, sorry. Ma è un Dio!" l'afferro per le spalle scuotendola come fosse una bambola.

"Interessante..." si avvia verso il letto ridacchiando.

Ci conosciamo da quando avevamo cinque anni, ora ne abbiamo venti...sono quindici anni. Poi abbiamo iniziato a vivere insieme quando sia i miei che i suoi genitori fecero un incidente assieme.

Lacrime si fanno spazio sul mio viso, poi accendo una sigaretta e inizio a pensare a un po' di tutto. Mi piace farlo.

Mi piace pensare a tutto oltre all'amore ed emozioni del genere, perché ho smesso di amare la vita da quando sono rimasta sola.

E so anche che se mia madre mi vedesse in questo stato, si vergognerebbe, però non credo neanche al fatto che lei possa guardarmi dal cielo.

Cazzate, tutte cazzate.

[...]

"Mary, ti svegli?!" sento degli schiaffetti sul viso che infastidiscono il mio beato sonno.

Apro gli occhi e vedo Rob, e in secondo piano il salotto: mi sono addormentata di nuovo senza neanche accorgermene.

"La prossima volta tornavi prima, oggi inizia un'altra dura settimana di lavoro!" continua a torturarmi.

Mi alzo senza rivolgerle la parola, e corro in bagno a prepararmi: ho ancora il trucco sparso per la faccia e i capelli scombinati.

Mi strucco, lego i capelli in una coda e aggiungo un nuovo filo di trucco, indossando poi un jeans e una t-shirt assieme a delle scarpe da ginnastica.

Quant'è brutto il lavoro!

I hate you, I love you || ZM Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora