~Capitolo 16: Forse non è questo il mio destino~

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Bakugo's pov:

A quanto pare le parole del nerdino non erano vere.

Sua madre era appena entrata in casa e mi stava riempendo di insulti di ogni tipo.

Io ero in silenzio che subivo.

Stavo cedendo.

Non riuscivo più a sopportare quelle parole così taglienti e piene d'odio.

Potevo sembrare uno sbruffone che se ne fregava sempre di quello che gli dicevano gli altri ed era così,...

Quelle parole però erano troppo anche per me.

Anch'io avevo un limite.

Un limite che raggiunsi dopo pochi minuti.

Arrabbiato e mentre la madre di Deku continuava a blaterare mi alzai dalla sedia andando verso la porta.

Con rabbia presi il mio zaino e mi diressi verso l'uscita, incurante del fatto che fosse sceso un silenzio alquanto imbarazzante.

«Comunque anche se lei mi reputa diverso o strano o qualsiasi altro aggettivo negativo lei voglia associarmi, sappia solo che suo figlio ha bisogno della mia presenza» dissi tutto d'un fiato.

Sbattei la porta e iniziai a incamminarmi verso casa mia.

Ero triste... sì, ma più che altro ero incazzato.

Incazzato con me stesso.
Incazzato con la madre di Deku.

Ogni volta che volevo passare del tempo con il nerdino puntualmente qualcosa ci costringeva a smettere.

Onestamente non so per quale strano motivo la madre di Deku sia così ostile nei miei confronti.

Sono consapevole e lo ammetto di non essere la persona più gentile di questo pianeta ma non sono neanche così antipatico da essere odiato in questo modo da un adulto.

Ancora non volevo crederci.

Mentre cercavo di elaborare l'accaduto stavo camminando su un marciapiede, il cielo era abbastanza terso e le nuvole sembravano piccoli e deformi puntini bianchi.

«Devo ancora ringraziarlo per l'ombrello» mi ricordai.

Solo in quel momento mi venne in mente che nella stanza come me, in quel bruttissimo momento, c'era anche il nerdino.

Mi ha fatto davvero molta pena, non riusciva a dire una parola senza balbettare.

Il suo sguardo era costantememte rivolto al pavimento, chissà se pensava a qualcosa.

Io lo so che lui ha un carattere davvero molto sensibile e so anche che con me riuscirebbe a tranquillizzarsi abbastanza velocemente.

Come?

Mi basta semplicemente abbracciarlo e poi aspettare.

Aspettare che capisca di essere al sicuro, aspettare che il suo respiro diventi regolare e aspettare finché non si sentirà pronto a parlare.

Un piccolo sorriso si fece strada sul mio volto cupo.

Ripensare a Deku tra le mie braccia non puó fare altro che rendermi felice.

Preso dalle tante e forte emozioni di prima il mio passo era notevolemte accelerato e il mio respiro era irregolare come di conseguenza anche i battiti del mio cuore.

Con lo sguardo continuamente piantato sul marciapiede sbattei contro qualcuno.

Arrabbiato alzai di scatto lo sguardo.

Capelli rossi sparati in aria, faccia da scemo e divisa della mia stessa scuola.

Kirishima Ejiro.

Era forse uno dei pochi che tolleravo assieme a Kaminari e il bastardo a metà.

✨💖UN AMORE NON PERMESSO💖✨Where stories live. Discover now