Prefazione

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É buio, non sento nulla, se non il suono dei miei pensieri che si ingarbugliano fra di loro, esattamente come le cuffiette del mio Iphone prima che vedessi quella macchina quando era troppo tardi, ricordo le luci a intermittenza di quella che penso fosse l'auto di polizia, l'elicottero venuto a soccorrermi, il suono dell'ambulanza e poi vuoto.

Buio ed ancora buio, interminabile silenzio di quelli che sarebbero stati i giorni a venire, un'interrogativo così grande che nemmeno sapevo potesse esistere.

Mi chiamo Eleonora, stando almeno a quanto ha detto quell'infermiere baffuto con qualche anno di troppo, dovrei avere quasi 22 anni e abito in Piemonte, in un paesino circondato da montagne.

"Ma cosa ci faccio qui?", domando schiettamente a Raff, il nome è scritto sulla sua targhetta, attaccata a quel lungo camice bianco.

Mi guarda scuotendo la testa e finalmente per la prima volta da quando ho aperto gli occhi sento qualcosa di diverso dal silenzio assordante che mi ha tormentata fino a quel momento.

"Signorina, lei ha subito un incidente stradale, è stata in coma per due lunghi anni."

Io impallidisco, tutto d'un tratto mi sento confusa, la testa inizia a girare e la sento pesante come non mai, non potrei comunque ricordarmi di averla o meno sentita più pesante. Mi sembra surreale, chi sono, da dove vengo, cosa ho fatto nella mia vita, cosa è successo negli ultimi due anni? L'ansia e lo stress psicofisico hanno la meglio e svengo in un sonno profondo, sperando di svegliarmi con il ricordo della mia vita.

Come un fulmine a ciel serenoWhere stories live. Discover now