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MOSTRO
Non mi ricordo quando è stata l'ultima volta che ho visto degli occhi così belli, il verde, simile al colore di mille pini, si sposava magnificamente con il marrone, e quel tocco rosso che risplendeva intorno alle iridi dava un tocco così speciale al suo volto. E il suo sguardo incorniciato dai capelli setosi e luminosi. La sua voce che pronunciava il mio nome era così dolce e allo stesso tempo severa.
Amo la sua voce, amo i suoi occhi, amo il suo carattere timido. Credo di amarla.
-Non oggi Mostro.-

ANNA.
Il vento scompigiava i miei capelli che avevo disperatamente legato in una crocchia nel tentativo di sistemarli un po' e anche perchè, da legati, non mi avrebbero dato noia mentre correvo verso il pulman.
Durante la ricreazione ero uscita in cortile insieme ad altri ragazzi e ragazze a fumare, avevo cominciato ad ambientarmi, e questo nel mio caso è strano, di solito riuscivo a sentirmi a mio agio solo verso la fine dell'anno, invece quest'anno mi è riuscito già dal secondo giorno.
Niente male, Anna.
I miei compagni di classe non si sono dimostrati appiccicosi e noiosi, anzi, stavano al loro posto e mi lasciavano i miei spazzi, erano divertenti e ogni tanto riuscivano a farmi ridere. Un ragazzo in particolare mi ha colpito molto, è alto molto più di me, ha gli occhi marroni e i capelli scuri tagliati come la moda di oggi; si veste più o meno come Mostro, anche lui ha l'aria da cattivo ragazzo, ma se lo guardi non puoi pensare ad altro che al suo aspetto gracile. Avrà si e no 19 anni, ma ne dimostra 17.
Alla fine delle lezioni mi ero precipitata sul pulman, la moto di Mostro non c'era e questo mi fece aumentare ancora di più il passo, correvo con gli occhi di tutui puntati contro, ma non mi importava niente, dovevo solo correre. Nel pulman non facevo caso a chi mi si sedeva accanto. Arrivata alla mia fermata non mi ero nemmeno preoccupata di entrare in casa, avevo lasciato lo zaino in giardino e avevo cominciato a correre più velocemente verso il bosco. Iniziavo a faticare, avevo il fiatone e le gambe mi imploravano di fermarmi, ma rallentai solo quando il bosco si aprì rivelando il ponte e la moto nera di Mostro parcheggiata nel solito punto al lato della strada. Tutto sembrava tranquillo, ma il mio cuore continuava a battere forte e saltò un battito quando i miei occhi si posarono su una figura vestita di nero sul cornicione del ponte.
Mostro..
Era lui, lo avrei riconosciuto ovunque ormai. Avanzai lentamente verso di lui, stando attenta a non fare rumore, pensavo che, magari, se mi avesse sentito avrebbe fatto un passo più lungo del dovuto e si sarebbe lasciato cadere nel vuoto, o meglio, nell'acqua. Anche se ero lontana riuscivo a vedere che era a disagio, sembrava ripensare alle sue intenzioni, ma poi cambiava idea e continuava ad avanzare verso la fine.
Il mio passo aumentò, ero ormai vicina, percepivo la tensione e il disagio che lo assalivano.
Quando fece quel maledetto ultimo passo, il mondo si fermò, tutto si sbiadì, ed io mi ritrovai appoggiata con il torace sul bordo del muretto e una fitta alla spalla mi fece tornare in me. Mi ero slanciata verso di lui ed ero riuscita ad afferrarlo, la sua mano stringeva la mia e non era intenzionato a lasciarmi andare.
-Non oggi Mostro.-
Con tutta la forza che non sapevo di avere, lo issai sul muretto e lo aiutai a salire.
Faccia a faccia potevo vedere il suo stupore nell'espressione del vosto e la tristezza negli occhi, mi salirono le lacrime all'idea che voleva davvero andarsene.
-Anna..-
Il mio cuore saltò un altro battito e le lacrime uscirono dal loro letto. Le mie braccia si chiusero intorno al suo collo, la mia mano lo accarezzava sulla nuca sperando di confortarlo. Lo sentivo rigiudo a contato con il mio corpo.
-Mostro, è tutto okay... Shhhh respira, stai calmo, ci sono io.-
Non so perchè ho detto queste parole, ma riuscii a farlo calmare e fu come se il suo corpo si sciogliesse. Le sue braccia mi cinsero la vita e il suo respiro mi solleticava il collo.
Sei salvo.

Quella fu la prima volta che lessi gli occhi di mostro, erano tristi e spenti, riuscii a capire che non era come tutti. Anche se tristi e spenti, i suoi occhi mi infondevano calore e da li in poi decisi che non avrei mai lasciato che si spegnessero del tutto.

"ⓜⓞⓢⓣⓡⓞ"  Benvenuta nel mio mondo cane.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora