Riders on the Storm (2)

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Eccone uno di rider on the storm... un economista sempre disallineato rispetto al comune semplice pensiero che un filosofo moderno come Diego Fusaro definirebbe "turbocapitalista".

Il racconto di questo luminare del pensiero economico, non essendo stato solo un pensatore teorico, ma avendo avuto un ruolo diretto nell'economia del nostro paese ad inizio anni '80, lascia intravedere come la storia d'Italia dal dopoguerra ad oggi non sia stata attraversata solo da venti di tempesta noti ai più, come il terrorismo, le stragi "di stato", la massoneria e i servizi segreti deviati...

Ma anche e soprattutto dall'intorbidimento del sangue che fa vivere un paese e cioè la propria infrastruttura economica che nei decenni è passata da un sano mix pubblico-privato del dopoguerra e fino agli anni '80 e '90, per arrivare alla liberalizzazione selvaggia alla quale stiamo assistendo negli utimi 20-30 anni, cavalcata in maniera, permettetemi di dire, quantomeno sconsiderata dagli europeisti oltranzisti in questi ultimi anni. Va beh citiamoli: Ciampi, Amato, Prodi, Monti, Draghi e simpatico affini...

no, non c'è Berlusconi... stupiti? immagino... l'imprenditore privato per eccellenza non è stato quello che, nonostante il fidato scudiero Tremonti, ha svenduto le imprese italiane ai migliori offerenti, pur avendo governato per almeno 15 di questo trentennio.

Non si pensi che adesso sia diventato filo berlusconiano , per carità, però non sono state le sue leggi ad ipsa eiam personam (correggetemi ... latino troppo arrugginito) però che hanno veramente distrutto il tessuto economico dell'Italia. Ha si contribuito e tanto all'analfabetizzazione televisiva e deculturizzazione del nostro paese ed è sempre stato, e tuttora è "anticomunista by design". Questo era il suo compito e il suo ruolo, ma non si può dire che siano state le leggi promulgate durante i suoi mandati che hanno dissolto lo stato sociale e fatto svendere ad amichetti vari, nazionali ed internazionali, le principali industrie del nostro paese, condannandoci di fatto ad essere relegati ai margini dell'economia europea.





Nota:

Bellissima la battuta citata di Andreotti sulla Germania...

Ma lei ce l'ha tanto con la Germania ? No, anzi la amo così tanto che ne vorrei addirittura 2...

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