5. She's got everything that I don't have

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«Sei ancora in grado di camminare oppure ti sei bagnata così tanto da non riuscire più a muoverti?», mi passa accanto e noto le sue labbra issate all'insù in un sorriso divertito.

«Non riusciresti a farmi bagnare neanche se fossi l'uomo più bello su questa terra», rispondo mordace mentre gli rivolgo un'occhiataccia.

«Vogliamo controllare?», inclina il capo di lato e i suoi occhi si tuffano senza alcun pudore nei miei, come se volesse denudarmi con uno semplice sguardo. E io mi sento esattamente così in questo momento: nuda e indifesa.

Torreggia su di me con la sua presenza statuaria e gli occhi attraversati da un lampo di malizia si specchiano nei miei. Un calore proibito pulsa tra le mie gambe e sento lo stomaco stringersi fino a diventare piccolo come una pallina.

«Stavo scherzando, bisbetica», si abbandona ad una risata e poi scuote la testa, sconvolto.

Dopo avergli rivolto mentalmente un fiume di insulti, decido di ignorarlo e scendiamo al piano di sotto.
Kyle non fa più alcuna battuta a sfondo sessuale e non mi degna più neanche di uno sguardo.
Mi blocco non appena sento il vociare proveniente dal salotto.
Pensavo fossimo da soli.
Un signore è seduto a tavola, con una tazza di caffè in una mano e il giornale stretto nell'altra. Lo abbassa soltanto il tempo che basta per scrutarmi dalla testa ai piedi.

«Buongiorno! Sei la nuova preda di mio figlio?», chiede con un sorriso sardonico.

«È un'amica di Zahra. Ha passato la notte qui», Kyle anticipa la mia risposta. Non gli sta mentendo. E non sente nemmeno la necessità di farlo.

«Oh, capisco. Quindi la relazione con questa ragazza, Zahra, è abbastanza seria vedo», il padre solleva un sopracciglio e poi fa scivolare lo sguardo tra noi due, come se avesse già intuito qualcosa.

La conversazione viene interrotta dall'arrivo di una donna. Ha un grembiule addosso e le mani sporche di farina. «Buongiorno, cara! Spero ti piacciano i pancakes, perché ne ho fatti davvero tanti», dice ridendo. «Io sono Florence, la madre di questi due disastri ambulanti», si pulisce la mano sul grembiule e poi l'allunga verso di me. Gliela stringo un po' riluttante.

«Io sono Joe», si presenta il padre. Trangugia il resto del caffè e si alza in piedi, chiudendo il giornale. «E ora devo scappare.»

La madre mette al centro del tavolo una pila di pancakes, uova strapazzate, bacon e frutta fresca. Il mio stomaco approva.
Non so cosa mangiare per primo, quindi metto sul piatto tre pancakes, delle uova e del bacon e anche delle fragole fresche.
Emetto un verso di piacere non appena mando giù i primi bocconi. Dio, finalmente una vera colazione! Ero stanca di mangiare i pancakes di madre, fatti con farina di avena e yogurt greco.

Leah fa cadere la forchetta nel piatto e Kyle smette di masticare. Entrambi mi guardano con aria sconvolta.

«Voi ricchi di solito fate la fame?», chiede Kyle.

Mando giù l'ultimo boccone con un sorso di spremuta e accenno un piccolo sorriso mesto. Mi pulisco gli angoli della bocca e fisso il piatto, senza più toccare nulla.
«Mia madre non li prepara così, di solito. È tutto molto buono», spiego gentilmente.

«E tu? Hai perso l'uso delle mani?», chiede Kyle, ma la madre lo rimprovera. «Smettila! Anche io cucino per te».

Kyle si acciglia. «Io sono bravo a cucinare».
Leah si stringe nelle spalle. «Beh, Kyle ha ragione, mamma. Quando tu non ci sei, lui cucina per entrambi».
La madre gli accarezza i capelli, poi gli dà un piccolo schiaffo sulla nuca. «Non devi comunque essere sgarbato».

Vorrei poter dire la stessa cosa su di me. La verità è che io non so cucinare e ogni volta che mi metto all'opera finisco col bruciare il cibo oppure mia madre butta i miei pasti nella spazzatura.

Il Mio Limite Sei TuWhere stories live. Discover now