Svizzera - 10 aprile 2022 - Berna
Jay's pov
Appena tentai di aprire gli occhi una luce a dir poco accecante mi costrinse a chiuderli nuovamente.
Dopo qualche istante riprovai ad aprirli, individuando la fonte di quella luce.
Proveniva da una finestra, una piccola finestrella proprio davanti al mio...letto?
Sì, ero sdraiato su un letto stretto e vecchio in una stanzetta poco allestita, con giusto un piccolo comodino e una scrivania al centro della stanza.
Non c'erano armadi per degli eventuali versiti quindi non mi sembrò una camera abitabile, anche per le condizioni in cui era stata lasciata.
Tuttavia, sulla scrivania erano appoggiati diversi fogli tutti uno sopra all'altro ordinatamente, e c'erano due sedie, una da un lato e l'altra dalla parte opposta.
Mi sedetti su quello che possiamo considerare un letto e mi guardai attorno analizzando la stanza.
Decisi di alzarmi e avvicinarmi alla finestra, per cercare di scorgere delle informazioni sul luogo in cui mi trovavo.
La fonte di luce era abbastanza in alto, per carità potevo arrivarci benissimo data la mia statura, ma pareva bloccata e quindi non riuscii ad aprirla.
Mentre escogitavo un piano su come aprire quella finestrella, il rumore della serratura della porta mi fece sobbalzare.
« Sei sveglio, vedo. » un uomo sulla quarantina con un accento strano entrò nella stanza, puntando i suoi occhi che parevano ghiaccio su di me.
Si sistemò i capelli mezzi grigi da una parte e posò un'altra serie di fogli sulla scrivania, per poi sedersi sulla sedia dalla parte opposta al letto.
« Siediti. » mi ordinò quel tizio.
In altre situazioni gli avrei detto cose poco carine o minacciato di tagliare i fondi che il governo gli forniva data la posizione dei miei genitori, ma decisi di non dire niente e obbedire, anche perché la pistola che spuntava dalla tasca dei suoi pantaloni mi incuteva un certo timore.
Mi avvicinai alla scrivania e mi sedetti sulla sedia di fronte all'uomo.
« Allora, Jeonseong. » mi stupii di come potesse sapere il mio nome.
« Mi scusi ma chi è le- »
« Le domande qui le faccio io, non tu. » mi interruppe quello strano grigio.
Stetti zitto, avevo intuito che non sarebbe andata a finire bene.
« Vedo che capisci in fretta. » disse riferendosi al mio silenzio mentre raccoglieva i fogli che aveva precedentemente lasciato sulla scrivania e cominciando a leggerli.
« Allora, qui dicono che sei conosciuto come Jay Park, che sei di buona famiglia, che hai molti amici e bla bla bla » alzò lo sguardo dai fogli e mi guardò gelido « Ma questo non mi interessa. » continuò a fissarmi come se mi fossero cresciute le corna.
« Non capisco, cosa ci faccio qui io? » feci una faccia confusa.
« Non devi capire nulla. Sei qui perché ci serve il tuo sangue, tutto qui. » mi rispose freddamente quell'uomo con un'accento incomprensibile che non mi permise di comprendere la risposta.
« Scusi, il mio cosa? » prima che potesse rispondermi udimmo delle urla e del movimento dall'altra parte della porta d'ingresso. Dopo poco le urla cessarono ed udimmo dei passi pesanti.
« Yang! Si fermi, lei non può entrare! »una donna gridò in quello che in teoria era un corridoio fuori dalla stanza.
“Yang?”
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~Why Not?~ jaywon
Random« Tu non puoi andartene, non lo capisci? » Le gocce di pioggia cadevano sui suoi morbidi capelli nel pronunciare quella frase. « Perché no? » Jay, un ragazzo ricco di famiglia che sogna solo di scappare dal suo destino. Jungwon, un ragazzo coreano t...
