𝐒𝐞𝐭𝐭𝐚𝐧𝐭𝐚𝐭𝐫𝐞́

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Celeste

«Celeste e Luigi, dovete andare in studio a cantare i vostri nuovi inediti che domenica saranno su tutte le piattaforme» alle parole di Laura, mi alzai dal letto trascinando con me anche Luigi.

Ci preparammo e raggiungemmo lo studio. Ci era stato detto che potevamo rimanere entrambi dentro, allora andai a sedermi al posto della Cuccarini, aspettando che Luigi iniziasse a cantare il suo nuovo inedito, che non avevo ancora sentito.

"...Sei l'ultima e la prima volta
Tienimi stanotte
C'è un cuore che sanguina
Sei l'ultima e la prima volta
Tienimi stanotte
C'è un sole che lacrima
E sono al tappeto, m'innamoro sicuro
Il mondo è una bestia, nei tuoi occhi mi curo
Sei l'ultima e la prima volta, na na na na na na
L'ultima e la prima, na na na na na na..."

Sorrisi per tutta la durata della canzone è quando terminò iniziai ad applaudire, in maniera molto goffa facendolo ridere.

«Dai principessa che tocca a te!» esclamò Andrea alle mie spalle, facendomi saltare sul posto.

«Non lo fare più per favore» mi alzai con ancora una mano posata sul petto, e raggiunsi il centro dello studio.

"...Non lo sai? Faccio a botte con il mio riflesso
E mi odio da giorni
Però dai, certe volte non ci vedo niente
Altre volte ti ci vedo dentro
Ci siamo di nuovo e, cazzo, non volevo
Nata come un gioco ma stavolta annego
E io di pensarti non ne faccio a meno
Che fai così male, ma so' masochista..."

Per tutta la durata della canzone, avevo guardato tutto tranne la figura seduta sulla poltrona di Lorella.

Aveva sicuramente capito che anche questa canzone era dedicata a lui...

«Bene ragazzi, perfetto. Adesso potete tornare in casetta» ci salutò Andrea, tornando dietro le quinte.

Allora Luigi mi prese per mano, e insieme percorremmo il tragitto per andare in sala relax, a parlare un po'.

«Chi è che ti deve tenere stanotte?» ridacchiai appoggiando la testa sulla sua spalla.

«Se non va a te mi tengo da solo» voltò il viso verso sinistra, facendomi alzare la testa per guardarlo negli occhi.

«Non ti preoccupare ci penso io» scherzai facendogli un occhiolino.

«E "mille guerre"?» chiese, mettendomi dietro l'orecchio una ciocca di capelli, scivolata via dalla coda sfatta.

«Mi sembra scontato che l'abbia scritta per Nunzio» affermai ironicamente, facendolo allontanare velocemente, quasi come se si fosse scottato.

«Ah ok...» bisbigliò rimettendosi in piedi, non avendo evidentemente colto l'ironia.

«E adesso dove vuoi andare?» domandai, dopo averlo visto prendere lo zaino.

«In casetta» rispose freddo, allora mi alzai e gli andai incontro.

«Che hai che fai così?» chiesi, posandogli una mano sul petto.

«Falla sentire a Nunzio la canzone» rispose acido, cercando di superarmi.

«Dai ma ci hai creduto seriamente? Ma
per chi posso scrivere le canzoni, se non per te?» confessai ad alta voce, facendolo arrestare sul
posto.

«Per Nunzio?» scherzò, ritornando in sé.

«Quanto sei cretino» scossi ripetutamente la testa, e poco dopo feci incontrare le nostre labbra.

Le sue mani finirono automaticamente sui miei fianchi, mentre le mie dietro al suo collo.

𝐓𝐢𝐞𝐧𝐢𝐦𝐢 𝐒𝐭𝐚𝐧𝐨𝐭𝐭𝐞 || 𝐋𝐮𝐢𝐠𝐢 𝐒𝐭𝐫𝐚𝐧𝐠𝐢𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora