36. So why don't we go somewhere only we know? (2)

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E cosa ti ferma anche adesso?

La pioggia non fa che aumentare e più passano i secondi, più sento di avere freddo. Più mi rendo conto che domattina mi sveglierò con la febbre a 40. Sempre se mi sveglierò, certo.

Resta in silenzio, mentre accarezza malinconicamente un punto dell'altalena che so già a cosa corrisponde.

Le nostre iniziali.

«Altra domanda: perché prima che finissi in carcere, avevi già smesso da un pezzo di rispondere ai miei bigliettini?» ritento.

«Forse mi ero stancato di te.» torna a guardarmi, più freddo della volta precedente. Maschera ogni sua emozione, così tanto bene da farmi credere che forse è davvero così. Forse davvero non prova niente.

Ma al momento non mi importa del buonsenso.
Voglio continuare a lottare. Solo per me stessa.
Solo per potermi sentire libera da ogni peso prima di andarmene a dormire. Chiudere gli occhi e sapere di aver fatto il possibile per salvarci.

«Certo...» sospiro. «Ma hai contato i giorni in cui sei stato lontano da me. E li hai trascritti dietro una stupida foto che avevi nella giacca. Foto che hai buttato via davanti ai miei occhi ma che magicamente hai ritrovato, com'è possibile?»

«Skylyn...» prova a dire ma lo blocco, prima che spari cazzate e rovini le mie intenzioni.

«Hai detto a Damon di starmi lontano, senza averne alcun diritto a riguardo. Mi hai portato via da quel ballo perché sapevi che ne avevo bisogno, mi hai fatta cantare a squarciagola nella tua macchina, mi hai dato le tue scarpe per farmi camminare comodamente e hai ricambiato il mio abbraccio. Sono io quella che pensa male, o tu l'incoerente?»

«Abbi le palle di prendere una cazzo di decisione nella tua vita. Non puoi continuare ad illudermi ogni volta che ti pare e piace solo per il gusto di farlo. Sei meschino.» sputo, cercando di non far notare il tremore nella mia voce.

«Illuderti?» ripete, sconcertato.

«Si, Trevor. Illudermi. Tu non fai altro che quello.» alzo la voce. «Ti comporti da perfetto stronzo, ma anche dallo stesso ragazzo che si è preso il mio cuore quando avevo solo 7 anni, senza mai restituirmelo. Mi illudi perché credevo che dopo quella serata, che so che è stata importante per entrambi, le cose sarebbero state diverse.
Tu -gli punto il dito contro- saresti stato diverso. Ma mi sbagliavo e avrei dovuto immaginarlo.» dico d'un fiato.

«Smettila.» scuote la testa, innervosendosi.

«No, no che non la smetto cazzo!» urlo a squarciagola. «Ogni volta che facciamo un passo in avanti, tu ne fai 5 indietro. Il mio compleanno è passato e tu non ti sei degnato nemmeno di farmi gli auguri, nemmeno di presentarti ad una stupida festa. E per cosa?»

«Per orgoglio? O forse perché non te ne frega niente? Ma ormai sono così frustata che non mi importa di perdere la dignità, voglio solo avere una spiegazione plausibile. Voglio sapere perché mi tieni lontana. Perché non mi permetti mai di avvicinarmi. E voglio che tu mi dia una risposta a tutte le frasi che spari all'improvviso che per me sono incomprensibili.»

"Tu non sai che cosa ti permetterei di farmi."

"Saresti l'unica che potrebbe uccidermi anche senza una pistola."

LimitlessWhere stories live. Discover now