Alla fine delle vacanze andai a prendere i ragazzi alla stazione.
Appena arrivò il treno mi sbracciai per farmi vedere.
Mattheo, che era sceso per primo, si lanciò tra le mie braccia.
«Mi sei mancata così tanto» disse stringendomi a sé.
«Anche tu mi sei mancato, e ti sei tagliato i capelli!»
Non era cambiato molto, li aveva solo tagliati ai lati lasciandoli crescere sul retro.
«Ti stanno bene» esclamai toccandoli.
Subito dopo procedette ad abbracciarmi di nuovo e a far scivolare le sue mani sotto la mia gonna per toccarmi il sedere.
«Hey!» gli colpii il braccio.
«Scusami bimba, è l'abitudine» disse ammiccando.
Blaise che ci aveva appena raggiunto ci guardava con espressione disgustata.
«"Bimba"? Ha solo un anno in meno di noi amico»
«Beh sì, non l'hai mai vista scartare le sue caramelle preferite o farsi i baffi con la schiuma della burrobirra. Poi la chiamo come mi pare»
Sorrisi guardandolo.
«Santo Salazar, anche quando vi guardate siete disgustosi» ridemmo nel vedere Blaise rabbrividire.
«Dov'è Draco?» chiesi non vedendolo con loro.
«Non si sentiva tanto bene e ehm...starà a casa ancora qualche giorno»
«Capisco. Allora andiamo» dissi prendendo Mattheo per il braccio sinistro.
«Ahia» esclamò all'impatto con la mia mano.
«Che c'è? Ti fa male il braccio?» cercai di tirargli su la manica, nel caso avesse qualcosa che non andava.
«No, sicuramente ci ho dormito sopra in treno e ora è indolenzito. Tranquilla» disse tirandosi rapidamente giù la manica.
«Tu hai dormito sul treno?» mi sembrava una bugia bella e buona, visto che si era sempre lamentato di non riuscire a dormire in posti scomodi.
«Sì ero molto stanco. Ora andiamo»
Non ero convinta ma lasciai stare per non risultare pesante.
Passai il resto della giornata con la professoressa McGranitt per aiutarla a sistemare dei libri. Durante le vacanze avevo legato molto con lei, addirittura mi offriva il tè nel suo ufficio. Mi piaceva perchè era fredda all'apparenza ma molto dolce se passavi un po' di tempo con lei. Mi ci rivedevo e un giorno mi sarebbe piaciuto essere come lei, forte e indipendente. Inoltre mi ricordava la mamma, che avevo conosciuto per così poco tempo prima che ci lasciasse.
«Mi ascolta signorina Black?» la domanda mi riportò alla realtà.
«Sì scusi. Diceva?» «Dicevo che lei e il signorino Riddle andate molto d'accordo. La vostra amicizia è... come dire, particolare» mi guardò con sguardo complice e non potei fare a meno di arrossire fino alla punta dei capelli.
«Come pensavo» mi sorrise «Sa, lo conosco da molto tempo e non l'ho mai visto così sorridente come quando è con lei. La prego, lo tenga sulla buona strada» annuii in risposta «Oh cielo, è tardissimo. Presto vada a cena» presi le mie cose e scappai verso la Sala Grande.
Mi sedetti di fianco a Blaise.
Quando iniziò ad apparire il cibo, alzai gli occhi verso il soffitto.
Quel giorno il cielo era pieno di nuvole, sembrava stesse per arrivare un forte temporale.
Non mangiai molto, avevo una strana sensazione allo stomaco.
«Mattheo non mi sento bene, torno in camera» dissi alzandomi «Ci vediamo dopo»
Mi diressi nella mia camera passando per un corridoio poco affollato, avevo uno strano presentimento.
Sentii dei passi dietro di me e mi girai di scatto puntando la bacchetta alla gola della figura davanti a me.
«Potter» dissi sorpresa «Perchè mi stai seguendo?»
«Ti posso parlare?» abbassai la bacchetta e annuii.
Ci spostammo nel cortile, sotto ai portici.
«Mi dispiace davvero tanto. Io-... non ho potuto fare nulla» disse porgendomi una bacchetta.
Confusa, la rigirai tra le mani.
Era la bacchetta di mio padre.
«Eravamo in missione al Ministero della Magia, stavamo combattendo contro dei mangiamorte nell'Ufficio Misteri. Sirius è stato colpito da uno di loro e ha trapassato il Velo Nero, appeso all'arco di pietra, ed è sparito. La sua bacchetta è tutto ciò che è rimasto di lui»
Sentii gli occhi iniziare a pizzicarmi e la rabbia in me salire.
«Sei contento ora, eh Potter? Ho perso l'unica persona che mi era rimasta e tutto per colpa tua. Sei stato tu a coinvolgerlo nelle tue stronzate e ora l'hai ucciso!» gli sputai addosso quelle parole come se fossero veleno.
Prima che potesse ribattere lo scaraventai dall'altra parte del porticato, senza neanche toccare la mia bacchetta.
Lo guardai cercare di rialzarsi dolorante e, rendendomi conto di quanto fossi pericolosa in quel momento, corsi via.
Andai sulla torre di Astronomia, il posto che mi aveva fatto scoprire Mattheo.
Mi sedetti al bordo della ringhiera di una delle aperture ad arco della stanza, con le gambe a penzoloni nel vuoto.
Guardai di nuovo la bacchetta di mio padre, la strinsi al petto e piansi. Piansi così tanto che i miei singhiozzi riempirono la stanza, che gli occhi iniziarono a farmi male, a tal punto da sentire la testa leggera e perdere quasi completamente il respiro.
Mi buttai all'indietro, sdraiandomi sul freddo pavimento di legno, fissando il cielo.
Mi alzai di colpo non appena sentii qualcuno salire le scale.
«Posso sedermi?» riconobbi la voce di Mattheo. Gli feci un cenno con la testa e si mise a sedere. Gli raccontai cosa fosse successo e poi mi lasciai cadere su di lui che mi strinse tra le sue braccia.
Non disse una parola ma la sua presenza era abbastanza per confortarmi.
Continuai ad accarezzarla mentre guardavo il cielo. C'erano molte nuvole, ma sembrava comunque sereno. La luna risplendeva davanti a noi, bellissima.
«Tuo padre non sarà più in questo mondo fisicamente ma sarà sempre con te» interruppi il silenzio.
«Come fai a dirlo?» «Guarda il cielo Cass. Chi si preoccuperebbe di renderlo così bello se non un padre per la propria figlia»
Lei sembrò rifletterci su, le lacrime solcavano ancora il suo viso.
Gliele asciugai dolcemente per poi rassicurarla che tutto sarebbe passato.
Dopo poco mi guardò dritto negli occhi con un espressione assente.
Si massaggiò il petto, probabilmente dolorante a causa del pianto.
«Tu sei l'unica cosa bella che mi è rimasta. Mi lascerai anche tu vero?» mi chiese con voce tremante.
Non sapevo cosa rispondere. Non perchè volessi lasciarla, ovviamente, ma ero in una situazione più grande di me e le mie scelte non sempre erano frutto della mia mente.
«Non voglio lasciarti»
«Promettimi che se dovesse succedere qualcosa, qualsiasi cosa, non cercherai in alcun modo di farti odiare da me» quella frase mi spiazzò, sembrava sapere già tutto.
«Te lo prometto» le baciai leggermente la fronte, sperando di poter mantenere quella promessa per sempre.
Dopo un paio d'ore mentre tornavamo nella mia stanza insieme incontrammo Higgs.
«Sarà morto di crepacuore tuo padre viste tutte le oscenità che fai con Riddle» la provocò. La voce si era sparsa più velocemente di quanto avessi immaginato.
Strinsi i pugni, se non ci fosse stata Cass gli avrei fatto rimangiare tutte le parole a suon di botte.
Una volta nella mia stanza Cass si sdraiò nel mio letto, senza neanche cambiarsi, e si coprì fin sopra la testa con le lenzuola.
Mi sdraiai insieme a lei, in silenzio. Sapevo che qualsiasi cosa avrei detto, non sarebbe servita.
Decisi di aspettare.
Mi scuso per eventuali errori.
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petrichor || mattheo riddle
FanfictionCassandra è una ragazza determinata e astuta. È fredda e meschina con chi le si mette tra i piedi. Non sopporta i grifondoro. Mattheo odia tutti tranne i suoi compagni serpeverde. Strafottente e menefreghista. Il suo obiettivo è seguire le orme di...
