II

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"Harry, questa cazzo di cravatta non funziona. È rotta. Non posso semplicemente... Fare un fiocco?"

"A meno che non si sia strappata no, non é rotta. Resisti. Adesso esco."

Ovviamente, si era cambiato in bagno. Non era camera sua, e anche se Louis aveva insistito per lasciare a lui la stanza, Harry si era imposto. Che era una cosa che, aveva scoperto, con Louis sapeva fare molto raramente e per poco. È l'effetto che ha su di lui dopo appena ventiquattro ore di conoscenza. Che è spaventoso.

Si era mosso in un'esitazione densa, nella sua stanza. Entrambi erano stanchi e volevano solo dormire, ma rimanevano, sulla carta, due assoluti sconosciuti che avevano intenzione di dividere il letto.

Avevano fatto tardi. Con Niall in comitiva, anche se si tirava dietro famiglie con bambini e anziani e la prospettiva di una giornata successiva impegnativa, era impossibile rientrare a un certo orario. Ed Harry di solito a un certo punto si faceva piagnucoloso e pregava di andare a dormire ma oh, quella sera aveva rappresentato l'apoteosi delle eccezioni: si era trovato uno spazio comodo con Louis, un divanetto rivestito in velluto vicino a una pianta di fiori rossi, e l'avevano occupato per tutta la serata isolandosi dal mondo perché niente, niente importava. Avevano chiamato Louis un paio di volte, ma lui aveva liquidato con un gesto e aveva continuato a guardare Harry e sorridere e ascoltare quello che aveva da dire e avvicinarsi fino a tenere la testa contro la sua spalla, quasi, se non fosse per il braccio piegato contro lo schienale con il quale si sostiene, poggiando l'orecchio. I suoi occhi azzurri sono brillanti, calmi, arriccia il naso per ridere ed Harry? Harry vuole baciarlo da morire. Il che non ha senso. O ha molto senso.

Avevano dovuto ricordare ad entrambi che stavano andando a dormire. Zayn si era avvicinato e aveva iniziato: "Louis-"

"No" aveva liquidato questo, continuando a guardare Harry, che aveva sorriso come un pazzo "Scusa, stavi dicendo?"

"Stiamo andando a dormire" aveva sottolineato Zayn, e solo in quel momento i loro occhi si erano distolti (lentamente ma inesorabilmente) verso la sala, ad osservarla quasi vuota, silenziosa, i camerieri che si muovevano a riassettare. Louis aveva alzato il capo:

"Oh. Oh- Sì, ora andiamo. Buonanotte, Zee. Ci vediamo domani."

"Buonanotte, amico. H" aveva salutato, prima di andarsene. Louis gli aveva di nuovo porto il braccio (adorava il fatto che lo accompagnasse in quel modo) e aveva sorriso a trentadue denti:

"Vieni, andiamo."

L'imbarazzo era dilagato, come l'esplosione di una bolla, sulla soglia della stanza: prima era stato solo Harry stretto al suo braccio che gli parlava all'orecchio e ascoltava il suo profumo mentre Louis ricambiava abbattendogli il fiato sulla guancia e sussurrava e si stringeva a lui, le teste vicine come due bambini. Aveva preso il borsone fingendo che fosse la camera di Niall, se l'era messo in spalla e aveva camminato con tranquillità, passandogli a un certo punto il braccio attorno alla vita. Louis si era morso il labbro e aveva assunto un adorabile color pesca, che Harry si era trattenuto dal baciare fino all' impazzire.

In camera, aveva capito la gravità della situazione: avrebbe dovuto uccidere Niall e farne carne per pesci, perché quell'idea era davvero pessima. Non che la camera lasciasse spazio a idee strane: era semplicissima, pareti verde menta, coperte bianche, parquet vagamente consumato, tende di velo trasparente. Il letto matrimoniale incombeva sulla testa di Harry come una serie di sassolini in un sacchetto, ma era troppo esausto per dirsi di non volersi coricare. Allora si era schiarito la voce: "Vai prima tu, Lou. Io prendo i miei vestiti e aspetto."

"Puoi andare prima di me."

"È la tua stanza."

"H-"

One Of Us Brings The Flowers ||L.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora